In attesa di capire che cosa accadrà per il rinnovo dei contratti statali, il Codacons ha aumentato la richiesta di indennizzo per i dipendenti statali i cui aumenti salariali sono bloccati da sette anni. L’associazione a difesa dei consumatori aveva già avviato un’azione collettiva sostenendo che i contratti statali non hanno usufruito “dell’adeguamento rispetto all’aumento del costo della vita calcolato in base agli indici Istat” e per questo “ogni dipendente ministeriale ha perso, in termini di mancato aumento salariale, circa 2.700 euro lordi l’anno”. L’indennizzo che si può chiedere ora attraverso il Codacons è di 12.200 euro, fa sapere l’associazione che sottolinea che “già 2mila dipendenti pubblici hanno presentato ricorso al Tar”. Per i contratti statali bloccati da sette anni il Codacons chiede infatti sia un indennizzo “per danni per effetto mancato rinnovo dal 2010. La richiesta di indennizzo è di 100 euro al mese per il periodo che va dal 2010 al 30 luglio 2015” che un risarcimento “per danni per mancato rinnovo dalla data successiva alla pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale. La richiesta è di 200 euro al mese per il periodo successivo al 30 luglio 2015”.



Il rinnovo dei contratti statali è ancora una delle questioni aperte: il nuovo governo dovrà infatti portare avanti quanto sottoscritto pochi giorni fa dal precedente Esecutivo. Per quanto riguarda l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici, stipendi bloccati da sette anni, era stata siglata lo scorso 30 novembre l’intesa politica tra il governo Renzi e i sindacati Cgil, Cisl e Uil. Al tavolo della trattativa si era seduta il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia che è stata confermata nella carica anche nel nuovo governo guidato da Paolo Gentiloni. La conferma della Madia al ministero potrebbe essere un segnale positivo di continuità nella trattativa sul rinnovo dei contratti statali. Restano però alcuni atti da effettuare per proseguire nello sblocco degli aumenti degli stipendi dei dipendenti pubblici. Entro febbraio dovrebbe essere infatti varato il Testo unico sul pubblico impiego. Inoltre per avviare la trattativa vera e propria per il rinnovo dei contratti statali all’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, dovranno anche essere predisposti i necessari atti di indirizzo.

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