Mentre va avanti, come reso noto dal ministro Madia, l’iter per il rinnovo dei contratti statali, il Codacons continua a promuovere la richiesta di indennizzo per i dipendenti pubblici i cui stipendi sono bloccati da sette anni. Sono già 2mila i ricorsi i dipendenti pubblici, si legge sul sito dell’associazione a difesa dei consumatori. La richiesta di indennizzo è salita a 12.400 euro visto che, secondo il Codacons, “ogni dipendente ministeriale ha perso, in termini di mancato aumento salariale, circa 2.700 euro lordi l’anno” per il mancato “adeguamento rispetto all’aumento del costo della vita calcolato in base agli indici Istat” dei contratti statali. Il Codacons, a causa del blocco dei contratti statali, chiede sia un indennizzo “per danni per effetto mancato rinnovo dal 2010” (“100 euro al mese per il periodo che va dal 2010 al 30 luglio 2015”) sia un risarcimento “per danni per mancato rinnovo dalla data successiva alla pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale” (“200 euro al mese per il periodo successivo al 30 luglio 2015”).
Dopo che Marianna Madia ha rassicurato sul rinnovo dei contratti statali tra i dipendenti pubblici c’è anche chi chiede al ministro della Pubblica amministrazione di predisporre “il reddito minimo garantito”. E’ questa infatti una delle risposte al tweet di Madia a chi le chiedeva conto del rinnovo dei contratti statali: “Avete trovato 20 miliardi per mps, ora fate qualcosa per chi non ha nulla: fate il reddito minimo garantito”. Poi anche altri commenti negativi sono stati pubblicati sul social network, sempre in risposta a quanto dichiarato dal ministro Madia: “se lallero, sti soldi non si vedono manco per Natale 2017; ma fatte presto ! . Vogliamo vedere i primi LICENZIAMENTI di Dirigenti della PA,Corrotti e /o INCAPACI; sono passati quasi otto anni… datevenamossa; il vs tempo è finito … avete fallito e vi è stato ampiamente spiegato. Ormai dovrebbe parlare solo del passato”.
Il nuovo governo, per quanto riguarda il rinnovo dei contratti statali, deve dar seguito anche alla revisione del Testo unico sul pubblico impiego che discende dalla riforma del ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia. E’ quanto ha sottolineato nei giorni scorsi a RadioArticolo1, come riporta la testata d’informazione della Cgil Rassegna Sindacale, Michele Gentile, responsabile settori pubblici Cgil nazionale. Sul rinnovo dei contratti statali il sindacalista ha affermato: “Noi abbiamo posto alcune prerogative per sederci al tavolo, come le modifiche alla legge Brunetta, per ridare pienamente valore e titolarità alla contrattazione – nazionale e di secondo livello – e poi anche alla legge sulla Buona scuola, per poter arrivare al contratto pieno dei lavoratori del settore. Per fare tutto ciò, va modificato entro febbraio il testo unico del pubblico impiego. Poi inizia un lungo iter che prevede pareri del Consiglio di Stato, delle Commissioni parlamentari, della Conferenza dei presidenti delle regioni e della Conferenza unificata, ed è presumibile che si vada a finire a maggio prossimo. Nel frattempo, governo, regioni, enti locali dovranno fare gli atti d’indirizzo all’Aran poi ci sarà la modifica di carattere legislativo”.
Interviene sul rinnovo dei contratti statali il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia. E lo fa rispondendo a una domanda ricevuta su Twitter. In un tweet pubblicato oggi sul profilo della Madia sul social network, e indirizzato anche al segretario della Cgil Susanna Camusso si chiedeva infatti: “@mariannamadia @SusannaCamusso ma dove è finito rinnovo contratti statali?”. Questa è stata la risposta del ministro Madia: “stiamo lavorando alle modifiche normative previste dall’accordo del 30/11. Dalle prossime settimane confronto con i sindacati” (clicca qui per leggere). Il ministro Madia ha quindi fatto un doppio annuncio per quanto riguarda l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici bloccati da sette anni: da una parte ha sottolineato che il governo è al lavoro in seguito all’intesa politica firmata lo scorso 30 novembre con i sindacati Cgil, Cisl e Uil, e dall’altra ha annunciato che presto ci sarà un nuovo confronto con le parti sociali. Nei giorni scorsi il ministro Madia, come riporta l’agenzia di stampa Adnkronos, ha inviato un atto di indirizzo all’Aran che prevede la convocazione dei sindacati il 10 gennaio “per discutere su come distribuire, sulla base della rappresentatività, i permessi e i distacchi sindacali alla luce della nuova ripartizione dei comparti da 11 a 4. A seguire si entrerà nel vivo dei rinnovi per il triennio 2016-2018”.