Dopo la firma dell’intesa politica sui contratti statali dovrà ora essere avviata la trattativa all’Aran. Dall’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni passerà infatti ora la trattativa vera e propria, dopo che lo scorso 30 novembre governo e sindacati si sono accordati su 85 euro medi lordi di aumento per gli stipendi dei dipendenti pubblici. A spiegare cosa accadrà adesso è stato lo stesso presidente dell’Aran Sergio Gasparrini all’agenzia di stampa Adnkronos. Gasparrini ha sottolineato che “dopo 7 anni di blocco c’è molto da fare per rimettere ordine a tutta la parte normativa, a un modello contrattuale un po’ obsoleto”. E ha aggiunto che “ci vorrà tempo, ci dovremo rimboccare le maniche anche per armonizzare le regole dei nuovi comparti che sono stati ridotti da 11 a 4”. Per l’avvio della trattativa all’Aran sul rinnovo dei contratti statali si dovrà aspettare l’approvazione della Legge di bilancio che dovrebbe avvenire oggi al Senato.
Sono previste già le tappe per il rinnovo dei contratti statali dopo l’intesa politica raggiunta lo scorso 30 novembre tra governo e sindacati. Come annunciato nei giorni scorsi all’agenzia di stampa Adnkronos dal presidente dell’Aran Sergio Gasparrini, la trattativa vera e propria passerà ora all’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni ma non prima dell’approvazione della Legge di bilancio con lo stanziamento delle risorse per l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici, “stanziamento che quest’anno dovrebbe aggirarsi tra 800 e 900 milioni di euro mentre per l’ultima tranche, lo stanziamento del 2018, si dovrà attendere la prossima finanziaria”. Poi il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia potrà inviare all’Aran l’atto di indirizzo. Il percorso per il rinnovo dei contratti statali con gli aumenti previsti di 85 euro medi lordi potrebbe quindi essere lungo.
I dipendenti pubblici coinvolti nel rinnovo dei contratti statali si chiedono se l’aumento degli stipendi previsto dall’accordo tra governo e sindacati sarà una misura retroattiva. Sembra però difficile che possa essere così, come sottolinea Businessonline. La firma del rinnovo dei contratti statali è arrivata lo scorso 30 novembre dopo sette anni di blocco. Per l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici sono previsti 85 euro medi lordi. Lo stanziamento per il rinnovo dei contratti statali in tutta la Pubblica Amministrazione sarà pari a 5 miliardi nel triennio 2016-2018: per il prossimo anno è previsto un investimento di 850 milioni, poi le parti, governo e sindacati, “si impegnano ad individuare, con cadenza annuale, i criteri per verificare l’efficacia delle prestazioni delle amministrazioni e la loro produttività collettiva con misure contrattuali volte anche ad incentivare i tassi medi di presenza più alti”.
Per quanto riguarda il welfare aziendale all’interno dell’accordo sui contratti statali, questa parte deve ancora essere definita nella contrattazione. Dovrebbe comunque riguardare, secondo quanto riferito da Businessonline, “prestazioni aggiuntive, come il trasporto scolastico o servizi di assistenza a genitori anziani, che dovrebbero essere riservati agli stessi dipendenti pubblici a prezzi scontati”. La definizione di questo punto dell’intesa governo-sindacati sui contratti statali, sarà definita in base anche alle situazioni territoriali. La trattativa sull’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici, aumenti bloccati da sette anni, è arrivata alla conclusione con l’accordo politico: si attende ora l’inizio dell’iter all’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, non prima dell’approvazione però della Legge di bilancio con lo stanziamento delle risorse da destinare al rinnovo dei contratti statali.