I conti Inps sulle pensioni non torneranno, assicura Giuliano Cazzola con le sue punture di spillo su Formiche.net. L’ex deputato cita in particolare il Rapporto sul sistema previdenziale italiano presentato dal Centro studi e ricerche di Itinerari previdenziali di Alberto Brambilla, in cui si segnalano alcuni dati allarmanti: “Attualmente la speranza di vita degli uomini alla nascita è pari a 80,3 anni; a 60 anni a 23 anni; a 80 a 8,8. Per quanto riguarda le femmine si tratta rispettivamente di 85,2, di 27 e di 10,7 anni. A metà del secolo l’attesa di vita alla nascita degli uomini sarà di 86,4 anni, a 60 anni di 27,9, a 80 di 11,5. Per le femmine rispettivamente 91 anni, 32 anni e 14,2 anni”. “La crescita della longevità – ricorda Cazzola – si riflette direttamente e indirettamente sul sistema pensionistico: da un lato un numero crescente di pensioni vengono corrisposte per un numero maggiore di anni, dall’altro le pensioni di reversibilità fanno sì che la durata di vita di una pensione sia ben superiore alla durata di vita del pensionato”. Contro i tagli alla pensione, Usb, Uaps e Conup hanno manifestato a Cagliari davanti alla sede dell’Inps. La protesta è contro l’idea che si possano aumentare le tasse regionali, che farebbero così di fatto scendere il potere di acquisto dei pensionati, e contro anche l’ipotesi di considerare coloro che sono in pensione come un peso per la società. Tra le altre cose, i manifestanti hanno segnalato che aumentare l’età pensionabile per rendere sicuro il sistema previdenziale è una richiesta che viene fatta da diversi anni, ma che è bene non accettare, perché “il sistema è già sicuro”. L’obiettivo delle organizzazioni è anche quello di evitare lo smantellamento dello Stato sociale che nell’arco della propria vita lavorativa si è contribuito a costruire.
Tito Boeri spiega che l’Inps non ha alcuna proposta riguardante le pensioni di reversibilità, ma che ha in ogni caso avanzato delle proposte per contrastare la povertà che fa perno sull’Isee per riuscire a capire chi sono i veri poveri in Italia. Il Presidente dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, a margine di un convegno di Actionaid, ha spiegato che ora l’Italia ha un’occasione da non perdere per razionalizzare tutte le prestazioni sociali e riuscire ad avere strumenti universali di contrasto alla povertà. Ma in questo senso bisogna prima capire chi sono i veri poveri e l’Isee consente di farlo, secondo Boeri, anche in un Paese con molta evasione fiscale come l’Italia.
Alla Uil non bastano le dichiarazioni di Poletti e Padoan sulle pensioni di reversibilità. “Se il Governo intende esser coerente con le rassicurazioni date sul fatto che le pensioni di reversibilità non saranno toccate, deve fare una cosa molto semplice: togliere ogni riferimento alla previdenza dalla delega sul riordino delle misure di contrasto alla povertà”, dice il Segretario confederale Domenico Proietti, che spiega anche quanto non abbia senso legare le prestazioni previdenziali all’Isee, che “non può essere impropriamente esteso alle pensioni il cui diritto è fondato su altri principi costituzionali e che sono il frutto di contributi versati”.
Tito Boeri, secondo quanto scritto da Il Corriere della Sera, non sarebbe sfavorevole a usare l’Isee per “verificare i requisiti del superstite che chiede la pensione di reversibilità”. Parlando invece con Repubblica, il Presidente dell’Inps segnala che per introdurre la flessibilità pensionistica in Italia occorre cambiare il Patto di stabilità in Europa. Questo perché il peggioramento dei conti pubblici portato dalle pensioni anticipate è sì compensato da risparmi futuri, ma “le attuali regole europee non tengono conto di tutto questo. Guardando al debito passato, non al debito futuro”.
I lavoratori precoci sono pronti per scendere in piazza questa mattina a Roma. Avranno uno spazio molto speciale a Montecitorio, dove puntano a far sentire la loro voce ai parlamentari. Troveranno con tutta probabilità anche alcuni di loro ad accoglierli, come hanno già fatto sapere, per esempio, Marialuisa Gnecchi e Walter Rizzetto. Quest’ultimo ha dato anche tutto il sostegno alla causa dei comitati per la proroga di Opzione donna fino al 2018, che pure saranno presenti alla manifestazione. Nella giornata di ieri alcuni lavoratori precoci su Facebook hanno lamentato il comportamento tenuto dai sindacati, che segnalano solo di aver mandato la loro piattaforma sulla riforma previdenziale al Governo, restando in attesa di essere convocati. I lavoratori precoci vorrebbero qualcosa di più, ma c’è da dire che le organizzazioni sindacali hanno diversi fronti aperti, compreso quello della contrattazione e della rappresentanza.
Non resta che vedere quale sarà la partecipazione alla manifestazione, anche perché così si potrà capire quale potrà essere la “pressione” verso il Governo per dare il via libera al ddl Damiano che contiene anche “Quota 41”, tanto cara ai lavoratori precoci perché prevede la possibilità di andare in pensione dopo 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica e senza penalizzazioni.