Mentre continua il dibattito politico sulla questione delle pensioni di reversibilità e della necessità di prevedere quanto prima una norma ad hoc per la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro, arrivano notizie non positive per i ferrovieri. Infatti, il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali per bocca del sottosegretario Massimo Cassano, in Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati in risposta ad una precisa interrogazione sollevata dal Movimento Cinque Stelle, ha chiuso all’ipotesi di una revisione dell’età pensionabile degli addetti alla condotta dei treni per cui resta quanto deciso dall’articolo 24 del decreto di legge numero 201 del 2011.



In questi giorni il Governo presieduto dal Premier Matteo Renzi è stato attaccato da più parti per quanto concerne la questione della pensione di reversibilità. A tal proposito anche il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera nonché esponente del Pd, Cesare Damiano ha tuonato contro l’Esecutivo dicendo: “basta con i tagli” nei riguardi dei pensionati. Nel corso di una recente intervista rilasciata al quotidiano La Stampa, Damiano ha sottolineato: “le pensioni non possono essere una specie di pozzo di San Patrizio del Governo. Renzi e Poletti sanno benissimo che prima o poi occorrerà affrontare il tema della flessibilità in uscita. In ogni caso i fondi devono rimanere li”.



Le pensioni di reversibilità negli ultimi giorni sono al centro del dibattito politico e mediatico e ieri sera se ne é parlato alla trasmissione Virus – Il contagio delle idee, in onda su Rai 2. Piero Bernocchi, sindacalista Cobas, ritiene che non siano un privilegio ma un diritto. La trasmissione ha poi lanciato un “sondaggio” tra i propri telespettatori, chiedendo se secondo loro le pensioni di reversibilità andassero o meno toccate. Quasi il 74% ha risposto in maniera affermativa. C’è da dire che essendo stato condotto via Twitter non tutti hanno potuto rispondere alla “domanda virale”. Ma di certo la maggioranza sembra schiacciante. Sembra essere andata bene la manifestazione che i lavoratori precoci, insieme a esodati, comitati per la proroga di Opzione donna al 2018 e Quota 96 hanno tenuto ieri in piazza Montecitorio a Roma. Roberto Occhiodoro, uno degli organizzatori, segnala con un post su Facebook che il numero dei partecipanti è stato più elevato di quello dei recenti presidi sindacali. Inoltre i rappresentanti di tutte le forze politiche operanti in commissione Lavoro hanno ascoltato le richieste dei manifestanti e hanno fatto capire di condividerle e di volerle sostenere. Certo, il traguardo di vedere realizzate le proprie richieste è ancora lontano, ma per i manifestanti quella di ieri è certamente una giornata da cui trarre un bilancio positivo. Vedremo se il Governo terrà conto delle loro istanze. 



La Cgil chiede un passo concreto del Governo sul fronte delle pensioni di reversibilità. Susanna Camusso sottolinea infatti che le parole dei ministri non sono sufficienti a far tramontare i dubbi su un intervento in materia. “Non bastano le smentite se poi non si cambiano i testi della legge delega. Quindi diano coerenza alla loro smentita e cambino quel testo”, dice il Segretario generale della Cgil. Alla sindacalista non basta in effetti che ci siano rassicurazioni sulle pensioni in essere, dato che l’esecutivo avrebbe lo spazio per intervenire sulle prestazioni future, tanto più che la legge delega sembra lasciare molti spazi aperti. Vedremo se il Governo cambierà la norma. 

Non si placano ancora le polemiche riguardo le pensioni di reversibilità. Fipac, la Federazione dei pensionati di Confesercenti, segnala infatti che la smentita di Padoan circa un intervento su questo tipo di prestazioni “è chiara, ma non lo è altrettanto cosa si intenda per razionalizzazioni. La preoccupazione è che cambino i termini, ma non i contenuti e gli obiettivi degli interventi”. Dunque per Fipac occorre che ci siano meno equivoci sugli interventi in cantiere, perché sarebbe meglio evitare che ci siano delle penalizzazioni per le fasce più deboli. “Non è possibile che ogni volta che c’è da tagliare si metta mano al sistema pensionistico”, sottolinea ancora la Fipac. 

Nell’ultimo periodo l’attenzione dell’opinione pubblica e dei principali partiti politici è rivolta all’annosa disputa sulle pensioni di reversibilità, un tema per il quale il Governo ha dovuto incassare diversi attacchi da più parti. Una questione che è destinata a trascinarsi avanti alla pari della flessibilità in uscita. A proposito di flessibilità è interessante sottolineare come da quest’anno i parametri siano variati in ragione dell’aggiornamento della Speranza di vita Istat. Prendendo in considerazione il settore dei piloti e degli assistenti di volo, occorre rimarcare come non si possa accedere al sistema previdenziale prima dell’aver raggiunto i 61 anni e 7 mesi di età anagrafica oppure i 37 anni e 10 mesi di contributi. Naturalmente tali vincoli sono validi per quanti alla data del 31 dicembre 1995 erano iscritti al Fondo Volo.