La proposta di estendere Opzione donna anche agli uomini mossa da Walter Rizzetto non sembra piacere molto a Erica D’Adda. Il vicepresidente della commissione Lavoro della Camera ha infatti scritto un post sulla sua bacheca Facebook in cui segnala un’intervista in cui la senatrice del Partito democratico si dice contraria all’ipotesi di estendere agli uomini una sperimentazione voluta per le donne. “Direi quindi che è molto meglio impegnarci in una riforma della Legge Fornero che complicare ulteriormente il quadro legislativo col rischio di non ottenere nulla”, dice la D’Adda. E Rizzetto replica a stretto giro chiedendo conto alla senatrice su quanto fatto da lei per abrogare la Legge Fornero, a parte rilasciare interviste, e segnalando che anche gli uomini possono aver vissuto situazioni difficili nel mondo del lavoro come le donne. Non capirlo significa avere poco presente quel che avviene nel mondo reale.



Anche quando si trova in mezzo ai lavoratori, Susanna Camusso non può fare a meno di affrontare il tema delle pensioni. La sindacalista si è infatti recata in visita all’Iveco di Brescia e uscendo ha riferito che una delle preoccupazioni maggiori riguarda la difficoltà di accedere alle pensioni, dato che aumenta l’età richiesta tra i requisiti e tra i lavoratori dell’azienda l’età media si sta alzando, tanto che qualcuno ironicamente ha affermato che l’Iveco sta diventando una residenza per anziani. Come noto, la Cgil insieme agli altri sindacati confederali ha presentato una piattaforma unitaria al Governo per chiedere proprio un intervento finalizzato ad anticipare l’età pensionabile a 62 anni.



Anche i comitati che si battono per una riforma delle pensioni che contenga una proroga di Opzione donna fino al 2018 avranno un importante spazio di visibilità domani sera, durante la trasmissione di Rai 3 Ballarò. Sulla pagina Facebook del gruppo dedicato a questo causa viene infatti segnalato che insieme ai lavoratori precoci potranno essere presenti anche le donne che vorrebbero poter usufruire di Opzione donna nei prossimi anni. Viene quindi rivolto un invito a coloro che risiedono a Milano o in zona di poter prendere parte al collegamento in diretta con la trasmissione, così da poter far conoscere a tutti gli italiani in ascolto le proprie richieste. Un appuntamento che potrebbe essere molto importante per la loro battaglia.



Domani è una scadenza importante in termini di pensioni. Entro il 1° marzo, infatti, coloro che raggiungono i requisiti nel 2016 devono presentare domanda per il riconoscimento dello svolgimento di lavori faticosi e pesanti. I lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti, addetti alla “linea catena”, conducenti di veicolo adibiti al trasporto pubblico, possono andare in pensione con almeno 35 anni di contributi e 61 anni e sette mesi di età (62 anni e sette mesi se autonomi), rispettando quota 97,6 (98,6 per gli autonomi). La domanda va presentata all’Inps e anche a questi soggetti viene applicata la “finestra mobile” e l’adeguamento alla speranza di vita.

I lavoratori precoci si preparano a un importante evento domani sera. Il comitato costituto in Lombardia  ha avuto infatti contatti con la redazione di Ballarò che effettuerà con tutta probabilità un collegamento con Milano durante la trasmissione per presentare le richieste di chi vorrebbe poter andare in pensione dopo 41 anni di contributi. Stasera la giornata che curerà il servizio incontrerà alcuni lavoratori precoci per raccogliere le loro storie. Nel frattempo il comitato della Lombardia, insieme a quelli vicini, si sta preparando per far sì che siano presenti quante più persone possibili, in modo che si possa vedere anche in televisione che “Quota 41” non è una richiesta che riguarda pochi italiani.

Moltissima attesa per l’inizio dei lavori in vista della Riforma Pensioni 2016 che prenderà il via con le Commissioni riunite Lavoro e Affari Sociale della Camera con l’esame del ddl Delega contro la povertà: martedì 1 marzo cominciano i lavorI parlamentari del disegno di legge approvato lo scorso 28 gennaio dal Consiglio dei Ministri. I punti cardine sono il sostegno all’inclusione attiva, dove si cercherà di far accedere i lavoratori a condizioni di adesione per un progetto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa per la famiglia beneficiaria. Al momento sembra che la platea interessata sarà composta da famiglie con figli minori ed avrà una portata limitata, visto che in numeri si potrà distribuire meno di 60 euro mensili a testa. Secondo punto importante sul tavolo sarà la revisione dell’assistenza e della previdenza: capito decisivo visto che prevede la razionalizzazione delle prestazioni assistenziali e previdenziali legate al reddito beneficiario, come anticipa il portale specializzato, Pensioni Oggi.

Non ci sono solo pressioni sul Governo Renzi per una riforma delle pensioni all’insegna della flessibilità. L’Associazione nazionale pensionati, che fa parte della Confederazione italiana agricoltori ha infatti raccolto più di 100.000 firme per una petizione che chiede l’aumento delle pensioni minime. Il documento è stato consegnato alla vice presidente della Camera Marina Sereni. Il vice presidente dell’organizzazione agricola, Cinzia Pagni, ha ricordato che oltre l’80% dei pensionati iscritti ha un pensione che varia da 502 a 1.000 euro al mese, dunque un intervento dell’esecutivo è più che mai urgente sul tema. Basterebbe in questo senso dare ai pensionati con la minima il bonus da 80 euro che altre categorie di lavoratori hanno avuto.

Marina Sereni ha in effetti ritenuto ragionevole questa istanza e h anche ricordato che la questione dei pensionati indigenti deve essere considerata importante nell’agenda politica del Governo. Tuttavia in settimana Matteo Renzi stesso aveva dichiarato che non ci sono risorse sufficienti a un intervento sulle pensioni minime. Vedremo quindi cosa accadrà.