Sembra che i lavoratori precoci non saranno da soli in piazza domani a Bologna. Stando a un post sulla pagina Facebook del gruppo “Pensioni lavoratori, precoci ed esodati”, alla loro manifestazione, fatta per sensibilizzare l’opinione pubblica e la politica per varare una riforma delle pensioni che possa contenere “Quota 41”, ovvero la possibilità di andare in quiescenza, indipendentemente dall’età e senza penalizzazioni, con 41 anni di contributi, dovrebbero partecipare anche gruppi di esodati, disoccupati e Opzione donna. In effetti anche questi ultimi gruppi hanno istanze da portare avanti e scendere in piazza insieme potrebbe in effetti aiutare tutti a far sentire maggiormente la propria voce.
Con stupore dello stesso lavoratore precoce che gli aveva scritto, Giuliano Poletti ha risposto attraverso il suo segretario particolare Leonardo Andreaus all’invito rivoltogli per essere in piazza domani a Bologna e incontrare così i manifestanti e ascoltare le loro richieste. Andreaus ha spiegato di aver informato il ministro, il quale per precedenti impegni non potrà essere nel capoluogo emiliano. Tuttavia Poletti ha voluto far sapere di aver presentato il problema dei lavoratori precoci. “Il Ministro tiene particolarmente a salutarvi, far presente che il vostro problema è alla sua attenzione e che non vi ritiene assolutamente dei ‘sovversivi’, anzi”, scrisse Andreaus
Il tema delle ricongiunzioni dei contributi previdenziali sta prendendo sempre più piede negli ultimi giorni. Questo perché, in attesa che il Governo decida cosa fare sul tema della flessibilità, chi è vicino ai requisiti pensionistici spesso si trova a dover spendere cifre molto elevate per poter andare in pensione. E a proposito di contributi versati in diverse casse, il Comitato Opzione donna sta portando avanti la sua battaglia per far sì che i contributi versati alla Gestione separata dell’Inps possano essere conteggiati per totalizzare i 35 anni necessari ad accedere a Opzione donna. Al momento infatti ciò non è possibile e naturalmente crea non pochi problemi a chi, pur avendo lavorato per 35 anni, e avendo i requisiti anagrafici richiesti, non può andare in pensione solo perché per qualche anno ha avuto un contratto di collaborazione e non da dipendente.
Il bonus Poletti, come noto, sarà giudicato dalla Corte Costituzionale, dopo che il Tribunale di Palermo ha chiesto alla Consulta un pronunciamento a seguito di ricorsi presentati da pensionati che chiedono di poter avere tutto quel che gli spetta per la mancata indicizzazione delle pensioni voluta dal Governo Monti e non solo un “forfait”. Lo Spi-Cgil di Civitavecchia chiede a questo punto che, in attesa del pronunciamento della Corte, vengano interrotti i tempi della prescrizione. “Per questo lo Spi-Cigl – si legge in una nota – ha da tempo organizzato un servizio per tutti i pensionati interessati a inviare le raccomandate utili per interrompere i termini. È possibile rivolgersi a tutte le sedi dello Spi-Cgil per ricevere informazioni e utilizzare questo servizio”.
Dall’Europa sono arrivate le previsioni economiche per il 2016 riguardanti l’Italia: dati non giudicati “tranquillizzanti” da Guglielmo Loy, Segretario confederale della Uil, il quale evidenzia come possa esserci forse bisogno di una manovra correttiva per mettere in sicurezza i conti pubblici, con ripercussioni negative sulla già debole ripresa economica. Per questo, il sindacalista ritiene che il Governo debba darsi da fare per stimolare i consumi interni. “Non – spiega Loy – con generiche affermazioni di ottimismo, ma con fatti concreti: una diminuzione del carico fiscale per lavoratori e pensionati e il rinnovo dei contratti a partire da quelli della pubblica amministrazione”.
Mentre il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti ricorda l’impegno del Governo sulle pensioni nel prevedere al più presto una norma ad hoc per inserire la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro con conseguente ingresso nel sistema previdenziale, non si placano le protestE per quanto inserito all’interno della Legge di stabilità sul fronte esodati. Infatti sembra che per via della settima salvaguardia siano rimasti fuori ancora 30 mila esodati rimasti di fatto senza lavoro e senza pensione. Un folto gruppo che ha deciso di far sentire la propria voce chiedendo al Governo un soluzione definita magari avendo la possibilità di accedere alla pensione con quelli che erano i criteri per la riforma pensioni sulla Fornero. Nel frattempo è stata lanciata una iniziativa di censimento per chiarire una volta per tutte quale sia il reale numero di esodati.