Patrizia Bartelle, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle in Veneto, vorrebbe rinunciare all’assegno vitalizio e di fine mandato cui avrebbe diritto. Sembra però che non possa farlo se in aula non viene discussa proprio la possibilità di rinunciare a tale “privilegio”. “La mia è una battaglia di legalità e di uguaglianza rispetto ai tanti cittadini che devono lavorare 40 anni per ricevere una pensione spesso di poco superiore al minimo vitale”, spiega la Bartelle. Vedremo se riuscirà ad arrivare fino in fondo. 



Non ci sono solo Cgil, Cisl e Uil contro la legge Fornero, ma anche Confsal-Unsa chiede una riforma delle pensioni che superi le rigidità dell’attuale sistema.

Il Segretario generale Massimo Battaglia evidenzia in particolare che è stata chiesta in diverse occasioni una flessibilità che “consenta alle lavoratrici e ai lavoratori (pubblici, privati) di programmare i tempi di uscita dal lavoro; superando quindi lo stato di insicurezza e instabilità conseguente allo spostamento, sempre più in avanti, dei requisiti per l’accesso alla pensione dettato dalle riforme che si sono succedute dal 2008 al 2011”. Battaglia in questo senso appoggia la proposta di Cesare Damiano: pensione anticipata a 62 anni con un sistema di penalizzazioni e “quota 41” per i lavoratori precoci. 



I lavoratori precoci si preparano alla manifestazione del 18 febbraio a Roma con cui mirano a far sentire la loro voce al mondo politico. E si stanno mobilitando anche per la raccolta di risorse economiche. La manifestazione di sabato scorso a Bologna, infatti, è costata 816 euro, ma ne sono stati raccolti solo 647. Il gruppo “Pensionati lavoratori, precoci ed esodati” si è quindi dovuto accollare la spesa extra di 171 euro. È quindi ripartita la raccolta fondi per alimentare la cassa per “spese eventi e iniziative”. Chi fosse interessato a contribuire può trovare informazioni cliccando qui.  



Na delle novità della Legge di stabilità in tema di pensioni è costituita dalla possibilità che viene data ai lavoratori cui mancano tre anni alla pensione di vecchiaia di avere un orario part-time, che non inficerà però il suo assegno pensionistico. Una misura su cui sono stati espressi alcuni dubbi, ma che c’è chi vede come propedeutica a una vera e propria flessibilità pensionistica. Ci vorrà ancora del tempo, però, per poterne usufruire. Un emendamento al decreto milleproroghe intende infatti prorogare al 31 marzo la scadenza entro cui il ministero del Lavoro e quello dell’Economia dovranno regolamentare questo istituto sperimentale. Dunque bisognerà a quanto pare attendere per capire se e quanto questo strumento verrà utilizzato.

Mentre il Governo si sta occupando della vertenza relativa agli stabilenti del Gruppo Ilva, l’attenzione dell’opinione pubblica è ancora una volta rivolta alla questioni riguardanti la riforma delle pensioni. Nelle ultime ore sono arrivate delle importanti novità in ottica settima salvaguardia che come noto è stata inserita dal Governo Renzi nell’ultima Legge di stabilità varata. Nello specifico,stando all’articolo 1, comma 265 lettera a della legge 208/2015 per i lavoratori provenienti da aziende sottoposte a procedure concorsuali non è richiesta la presenza di un accordo entro il 2011. In parole povere, il contento del suddetto articolo consente di fruire della settima salvaguardia anche per i lavoratori di imprese fallite entro il 31 dicembre 2014 a patto che siano rispettati tutti gli altri vincoli inseriti nella settima salvaguardia.