I lavoratori precoci si mobilitano e scenderanno in piazza sabato 12 marzo in quattro città: Milano, Venezia, Torino e Firenze. È stato in particolare scelto di manifestare davanti alle sedi Rai. Quindi in corso Sempione 73 a Milano dalle 10 alle 13, a Venezia a Campo San Geremia dalle 15:30 alle 17, a Torino in via Giuseppe Verdi 14 dalle 10 alle 12 e a Firenze in largo De Gasperi 1 dalle 10 alle 12 i lavoratori precoci faranno sentire la loro voci e presenteranno le loro richieste, che si riassumono nella “Quota 41”, ovvero la possibilità di andare in pensione, senza penalizzazioni e indipendentemente dall’età anagrafica, dopo 41 anni di contributi.  Cesare Damiano torna a chiedere al Governo di Renzi di intervenire con una riforma delle pensioni che introduca la flessibilità. L’ex ministro ha infatti spiegato che se non prevede un’uscita anticipata dal mondo del lavoro, c’è il rischio di aumentare la povertà per via della possibilità che ci siano persone in età avanzata (intorno ai 60 anni) che restano senza lavoro a causa dei processi di ristrutturazione aziendale. Inoltre, diventa più difficile anche l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Il tema poi è molto sentito dai cittadini, quindi il Governo deve dare delle risposte. 



In un’intervista a Famiglia Cristiana, Tito Boeri parla della riforma delle pensioni proposta dall’Inps e dell’idea di introdurre una flessibilità in uscita. Un meccanismo che aiuterebbe anche i giovani a trovare lavoro. Boeri, infatti, spiega che studi dell’Inps hanno documentato che nelle imprese con lavoratori bloccati dall’innalzamento dell’età pensionabile varata con la Legge Fornero ci sono state meno assunzioni di giovani rispetto alle imprese senza “lavoratori bloccati”. “Garantendo una flessibilità sostenibile in uscita, il che significa permettere il pensionamento a chi accetta quiescenze più basse sapendo che le riceverà più a lungo, noi riusciremmo ad avere un mercato del lavoro più favorevole ai giovani ed imprese più efficienti”, ha spiegato il Presidente dell’Inps. Una flessibilità i cui costi sarebbero da finanziarsi con un ricalcolo delle pensioni più elevate “il cui importo non è giustificato dai contributi versati”. 



Annamaria Furlan segnala un altro importante punto su cui si dovrebbe intervenire in tema di pensioni: quello delle rivalutazioni. Parlando a Repubblica Tv, la numero uno della Cisl ha infatti spiegato che si tratta di una questione importante, visto soprattutto che quando c’è bisogno di risorse lo Stato non esita a mettere mano alle pensioni e a bloccare i contratti: una politica che non paga. Dunque all’attenzione della sindacalista non c’è solamente l’introduzione della flessibilità pensionistica, che comprende anche Quota 41 per i lavoratori precoci, ma anche un’azione capace di aumentare il potere d’acquisto di chi in pensione c’è già. 



I lavoratori precoci stanno vivendo un buon momento mediatico che sperano possa poi portare all’approvazione di Quota 41, che darebbe la possibilità di accedere alla pensione dopo 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica e senza penalizzazioni. Ieri anche l’Aria che tira, la trasmissione di La7, si è occupata di loro e in studio è stata ospite Antonina Cicio, una delle animatrici del gruppo Facebook “Lavoratori precoci a tutela dei propri diritti”, la quale poi sulla bacheca del gruppo stesso ha spiegato che Myrta Merlino, conduttrice del programma, ha ringraziato i precoci che le hanno scritto dopo la puntata, al termine della quale Enrico Zanetti, presente in studio, ha cercato di dare la mano ad Antonina, che però ha risposto a quel gesto con queste parole: “Non saluto le persone come lei”. E ha quindi dato le spalle al viceministro dell’Economia.

Giuliano Poletti è stato ospite l’altra sera della trasmissione diMartedì, affrontando anche il tema delle pensioni. Il ministro ha innanzitutto riconosciuto che la Legge Fornero è sta costruita male, soprattutto perché non ha previsto alcun elemento di gradualità, fatto reso evidente dalla vicenda degli esodati. Una modifica dell’attuale sistema è però complicata dal fatto che i risparmi derivanti dall’ultima riforma sono già “incorporati” nel bilancio dello Stato italiano e dunque occorrono delle “coperture” per poter pensare a un intervento. Del resto l’Italia ha il fardello di un debito pubblico che rende quasi impossibile poter “ricavare” delle risorse per delle leggi che sarebbero pure necessarie. 

Riguardo le proposte concrete per anticipare le pensioni, Poletti ha spiegato che il prestito pensionistico, se da un lato non pesa sul bilancio dello Stato, dall’altro chiede al cittadino di “rimborsare” quanto ha ricevuto una volta in pensione. E ha quindi rimarcato i vantaggi della norma sul part-time introdotta con l’ultima Legge di stabilità. Infine ha voluto ribadire che non ci sarà alcun intervento sulle pensioni di reversibilità.