I lavoratori precoci domani saranno presenti in piazza San Pietro, sperando di ricevere da papa Francesco un saluto e una benedizione speciale durante l’Angelus. Già da un po’ alcuni di loro stavano pensando a questa iniziativa e così hanno deciso di organizzarsi, approfittando anche del fatto che domani si ricorderà senz’altro il terzo anniversario dell’elezione di Bergoglio al Soglio Ponficio. In settimana Antonina Cicio, una delle animatrici del gruppo Facebook “Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti”, ha inviato un fax alla Prefettura della Casa Pontificia, segnalando che un loro gruppo sarà presente in piazza San Pietro e chiedendo che il Santo Padre possa rivolgere loro un saluto, così da aiutarli nella loro battaglia per poter andare in pensione dopo 41 anni di lavoro. Vittorio Ferraresi, deputato del Movimento 5 Stelle, è stato tra i protagonisti dell’ultima puntata della trasmissione “Dalla vostra parte”, in onda su Rete 4. Nel suo intervento ha parlato di pensioni, del diritto che dovrebbero avere coloro che hanno lavorato per 40 anni a poter andare in quiescenza. Un diritto negato dalla Legge Fornero che è stata votata da quella classe politica che oggi non vuole rinunciare ai suoi privilegi e ai suoi vitalizi. Ferraresi è parso quindi voler rilanciare la cosiddetta “Quota 40”, ovvero la possibilità di accedere alla pensione dopo 40 anni di contributi, che il Movimento 5 Stelle aveva già presentato nei mesi scorsi. Inoltre il deputato pentastellato ha ricordato la proposta del Movimento che vorrebbero tagliare le pensioni più alte per aumentare quelle minime. Ferraresi si è anche tolto la soddisfazione di ricordare a Giorgia Meloni, anche lei ospite della trasmissione, che lei aveva votato la tanto contestata Legge Fornero.
Le parole pronunciate da Tito Boeri in un videomessaggio in occasione di un convegno organizzato dalla Direl, il sindacato dei dirigenti degli enti locali, stanno riscontrando un certo apprezzamento sui social network. Il Presidente dell’Inps aveva infatti detto che occorre varare la flessibilità pensionistica quanto prima, anche per aiutare i giovani a entrare nel mondo del lavoro. E proprio questa sorta di appello al Governo perché vari al più presto una riforma delle pensioni all’insegna della flessibilità è quello che è piaciuto di più a diversi italiani, che hanno condiviso le parole di Boeri accompagnandole con “#flessibilitàsìgrazie”.
La Rete dei Comitati degli esodati rivolge un appello al Premier Renzi con una lettera aperta, in cui si mette in evidenza come nei 24 mesi in cui si trova al Governo abbia ricevuto diverse richieste per un incontro in cui trovare una soluzione definitiva al problema degli esodati. Senza però ottenere alcun riscontro. La Rete ricorda anche al Premier che nel corso di un’intervista televisiva aveva promesso che il problema degli esodati sarebbe stato definitivamente risolto con la settima salvaguardia approvata con l’ultima Legge di stabilità. Tuttavia ci sono ancora 24.000 persone rimaste senza tutele. Dunque occorre varare urgentemente un’ottava salvaguardia. Le risorse, segnala la Rete, ci sarebbero: era stato infatti creato un fondo esodati, che però è stato utilizzato anche per altri interventi, diminuendo la sua disponibilità. Dunque occorre che il Governo restituisca le somme distratte così da poter dar vita al provvedimento di salvaguardia.
Questa mattina i lavoratori precoci si sono radunati davanti alle sedi regionali Rai di Milano, Torino e Firenze. E questo pomeriggio lo faranno a Venezia. Da quel che si vede sulla pagina Facebook “Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti”, alcuni giornalisti hanno raggiunto i presidi, intervistando le persone presenti. Tra questi anche giornalisti della stessa Rai. Non è quindi da escludere che quanto meno nelle edizioni regionali dei Tg Rai vi possa essere un servizio dedicato a queste mobilitazioni, in cui i lavoratori precoci possano quindi far avere visibilità alle proprie richieste. Le quali si riassumono nella “Quota 41”, ovvero la possibilità di andare in pensione dopo 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica e senza penalizzazioni. Non solo riforma delle pensioni all’insegna della flessibilità. Per Federmanager, in Italia si deve intervenire sul sistema previdenziale anche facendo chiarezza sui numeri dell’Inps e intervenendo sul fronte fiscale. È quanto è emerso da un convegno dal titolo “Pensioni: cantiere aperto per recuperare equità”, svoltosi ieri a Bologna. Per Stefano Cuzzila, Presidente di Federmanager, più che riaprire il cantiere della riforma delle pensioni occorrerebbe varare una riforma fiscale che riduca l’evasione, anche perché questa causa un buco nel bilancio pubblico di 130 miliardi l’anno. Per Federmanager è importante assicurare un futuro pensionistico ai giovani e un presente tutelato per i pensionati. A questo proposito ben venga quindi la flessibilità pensionistica, che deve essere realizzata però attraverso la fiscalità generale.
Mentre si discute e si dibatte della necessità di prevedere nel più breve lasso di tempo possibile una norma ad hoc in ottica flessibilità per permettere a lavoratori di avere accesso alle pensioni seppur in luogo di una piccola penalizzazione sull’importo mensile, arriva l’ipotesi di una clamorosa beffa se confermata. Infatti, non solo le tanto chiacchierate pensioni d’oro non verrebbero tagliate ma addirittura potrebbero giovarsi di un incredibile aumento. A svelare questa possibilità è il direttore per la previdenza dell’Inps, Antonello Crudo, in Commissione lavoro alla Camera. Secondo Crudo potrebbe scattare un meccanismo di ricalco che porterebbe all’aumento delle pensioni d’oro in quanto nel sistema retributivo ci sono aliquote di rendimento dei contributi decrescenti al salire delle retribuzioni. Lo stesso Crudo ha evidenziato la questione nella speranza che si possa evitare quella che in effetti assomiglia tantissimo ad una beffa.