Il rapporto 2016 della Corte dei Conti ha esaminato anche il sistema pensionistico italiano, sottolineando che manterrà il suo equilibrio, purché il Paese torni a crescere. Questo perché le riforme delle pensioni introdotte hanno ridotto il ritmo di crescita della spesa pensionistica, che però resta ancora elevata nel totale della spesa pubblica, circa 300 miliardi alla fine del 2014 (di cui l’87,2% per prestazioni pensionistiche). Il nuovo sistema pensionistico, a detta della Corte dei Conti, oltre a pregi presenta anche delle incertezze, come le pensioni dei lavoratori poveri e la flessibilità in uscita dal mercato del lavoro, oltre che rischi, dovuti alla sua sostenibilità nel lungo periodo dipendente da fattori come demografia, partecipazione al mercato del lavoro e crescita del Pil.Cesare Damiano non sembra voler mettersi “in competizione” con Tito Boeri, dato che entrambi sostengono la necessità di una riforma delle pensioni all’insegna della flessibilità, anche se con modalità di realizzazione diverse. Per l’ex ministro del Lavoro, infatti, bisognerebbe poter andare in pensione con 4 anni di anticipo (se se ne hanno 35 di contributi) e una penalizzazione del 2% per ogni anno. Per Boeri, invece, l’anticipo dovrebbe essere massimo di 3 anni, con una penalizzazione del 3%. “Riducendo le due proposte in formule aritmetiche 3×3 a fronte di 4×2: mi pare che siamo sulla buona strada e che, soprattutto, che la riforma si possa fare”, ha spiegato Damiano, ricordando che sia lui che Boeri ritengono importante questa riforma anche per offrire più opportunità di lavoro per i giovani. 



Matteo Salvini attacca nuovamente la riforma delle pensioni targata Fornero. Durante l’intervista a Porta a porta, il leader della Lega Nord ha infatti detto che il 1° aprile sarà a San Carlo Canavese, il paese dell’ex ministro del Lavoro, “perché dopo 4 anni questa legge infame va cancellata”, come ha scritto sinteticamente in un tweet il numero uno del Carroccio. Non è certo la prima volta che Salvini attacca la Fornero, che da parte sua ha detto recentemente di non volergli replicare. Tra i lavoratori precoci c’è però chi si chiede quando Salvini si presenterà in televisione con la loro maglietta per sostenere Quota 41. Vedremo se il leader leghista soddisferà questa richiesta. 



Come noto, nell’ultimo periodo la Uil sta chiedendo non solo una riforma delle pensioni che introduca la flessibilità a partire da 62 anni e Quota 41 per i lavoratori precoci, ma anche una riduzione del carico fiscale sui pensionati, nonostante il recente aumento della no tax area per questa categoria di cittadini. Domenico Proietti ha in questo senso ricordato che si può aumentare il recupero di risorse dall’evasione fiscale attraverso l’introduzione del contrasto di interessi (la possibilità di scaricare molte spese in cambio della fattura) e l’incrocio delle tante banche dati esistenti. Le risorse recuperate, secondo il Segretario confederale della Uil, dovrebbero essere quindi destinate dal Governo al taglio dell’Irpef per lavoratori dipendenti e pensionati. 



In attesa di una riforma delle pensioni che possa introdurre la flessibilità, prosegue “l’esodo” dei pensionati italiani in paesi stranieri, dove poter aumentare il potere d’acquisto dei loro assegni. Dall’hinterland milanese, precisamente da Bollate, arriva infatti la notizia di un avvocato, Dino Salati, che insieme a un commercialista esperto in istruttorie di pratiche di finanziamento con la Comunità europea, intende dar vita a un progetto per aiutare i pensionati a trasferirsi in Bulgaria. Salati ha raccontato a Il Notiziario che l’idea gli è venuto parlando con un italiano che da dieci anni si è trasferito lì. L’avvocato vorrebbe quindi dar vita a un progetto che prevede 150 miniappartamenti con diversi servizi, compresa un’infermeria. Se si considera che un pensionato bulgaro percepisce mediamente 250 euro al mese, i pensionati italiani dovrebbero poter vivere bene a Sapareva Banja, cittadina a 60 km dalla capitale Sofia.

In attesa che gli italiani possano vedersi recapitare a casa le tanto decantate buste arancioni con cui conoscere importanti informazioni sul futuro delle proprie pensioni, nello scenario politico italiano si continua a dibattere su eventuali misure da prendere in considerazione per migliorare alcune questioni. Nello specifico nelle prossime ore verranno prese in considerazioni le differenze esistenti a livello di trattamento pensionistico tra uomini e donne. Il sottosegretario per l’economia e le finanze, Pier Paolo Baretta, insieme ai rappresentanti del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, verrà ascoltato in Commissione Lavoro sull’impatto in termine di genere della normativa sulle pensioni e sulle disparità esistenti in materia di trattamenti pensionistici tra maschi e donne.