Nuovo affondo di Matteo Salvini contro la riforma delle pensioni targata Fornero. Il leader della Lega Nord ha postato sulla sua pagina Facebook un video che riporta il servizio della trasmissione di La7 “L’aria che tira”, in cui si parla di un esodato di Piacenza, che dopo la Legge Fornero si è visto spostare la data di pensionamento dal 2016 al 2023. Nel frattempo era però rimasto già senza lavoro, in virtù di un accordo di mobilità siglato nel 2011, e nonostante si stia dando da fare non ci sono opportunità per lui. Insieme ad altri esodati piacentini ha quindi deciso di organizzare un picchetto davanti alla sede locale del Partito democratico. Nel servizio si vede anche Marco Bergonzi, deputato del Pd, che promette un impegno per l’ottava salvaguardia degli esodati. Tornando a Salvini, il suo post accompagna il video con queste parole: La Fornero, non una legge ma una TRUFFA, MALEDETTA e INFAME. Che cancelleremo un minuto dopo essere andati al governo!”.
Di Quota 41 cominciano a occuparsi non solo i Lavoratori precoci ma anche i giornali cartacei. Milano Finanza ha infatti pubblicato alcune tabelle usando le elaborazioni di Progetica, società indipendente di consulenza in educazione e pianificazione finanziaria, in cui risulta evidente l’aumento del requisito contributivo che andrà crescendo negli anni per via dell’aumento dell’aspettativa di vita. Se quindi oggi nel 2016 per gli uomini ci vogliono 42 anni e 8 mesi, nel 2026 si arriverà a 43 anni e 7 mesi. E nel 2046 a 45 anni e 7 mesi. Per le donne valgono i requisiti sono i medesimi, tolto però un anno. Risulta quindi evidente che portare il requisito pensionistico a 41 anni di contributi avrebbe una valenza non solo per il presente, ma anche e soprattutto per il futuro.
Piccola polemica su Twitter a causa di Opzione donna e della riforma Fornero. Una utente ha infatti scritto un tweet a Matteo Renzi e al suo consigliere economico Luigi Marattin, segnalando che un’abolizione della Legge Fornero potrebbe portare loro tantissimi voti, specie di donne che come lei non possono usufruire di Opzione donna per motivi anagrafici. Infatti possono andare in pensione le italiane che hanno versato almeno 35 anni di contributi e che hanno compiuto 57 anni e 3 mesi entro il 31 dicembre 2015. E se qualcuna li compie nel 2016 non può usufruire di questo regime sperimentale che, tra le altre cose, comporta il ricalcolo contributivo del proprio assegno pensionistico. Marattin ha però risposto “Avere voti di oggi sfasciando i conti di domani è quello che ci ha portato nei guai. Noi siamo diversi”. Una risposta che lascia pochi dubbi e che ha anche portato alla replica di un altro utente: “In politica “tutti i ragionamenti vengono intorno ai costi prima del DIRITTO”… voi non siete diversi, siete unici”. Clicca qui per la conversazione Twitter.
Mentre si discute di riforma delle pensioni, flessibilità previdenziale ed età pensionabile, accade ancora che l’Inps commetta degli errori nel calcolare gli assegni dei cittadini. Salvo accorgersene con parecchio ritardo e chiedere poi trattenute per 24 anni. La notizia viene riportata da la Tribuna di Treviso. Un ex bidello 80enne della città veneta dovrà “restituire” all’Inps quasi 25.000 euro indebitamente ricevuti negli anni passati (l’uomo è in pensione dal 1992). Ovviamente trattandosi di una cifra piuttosto elevata, l’Istituto nazionale di previdenza sociale ha pensato di “rateizzare” la restituzione tramite 288 trattenute da oltre 85 euro sui prossimi assegni, ovvero fino al 2039. Si spera che si quanto meno ben augurante per il povero pensionato, che dovrebbe arrivare a diventare centenario per poter saldare il proprio debito. In ogni caso l’uomo ha deciso di rivolgersi a un legale, anche perché l’Inps non ha fornito spiegazioni circa il tardivo ricalcolo della pensione.
Mentre continua il dibattito nel panorama politico nazionale sulla tempistica e le modalità con cui prevedere la flessibilità per consentire ai lavoratori di accedere anzitempo alle pensioni a fronte di penalizzazioni tutte da decidere, si è tornato a parlare di esodati. Il termine ultimo per accedere alla settima salvaguardia è scaduto e secondo alcune associazioni ci sarebbe ancora un nutrito numero di esodati rimasti fuori per cui sarebbe necessaria un’ottava salvaguardia. Sull’argomento è stato interpellato il sottosegretario al Welfare, Massimo Cassano, che ha immediato chiuso alla possibilità di utilizzare dei fondi europei per prevedere un nuovo strumento di supporto a chi è rimasto senza lavoro e pensioni dopo la riforma Fornero.