Cesare Damiano non molla la presa su una riforma delle pensioni che introduca la flessibilità. Torna a ribadirlo durante un incontro organizzato dal Presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, insieme a parlamentari locali. Per l’ex ministro del Lavoro, nei momenti straordinari di crisi non bastano strumenti ordinari. “Per fronteggiare l’attuale situazione vicina all’emergenza sociale occorre allungare gli ammortizzatori, nel senso di farli durare più a lungo, e agganciare una flessibilità pensionistica che anticipi l’uscita di chi si ritrova espulso dal mercato lavorativo e senza ammortizzatori, ma non ancora in condizioni di avere la pensione”, ha detto il Presidente della commissione Lavoro della Camera.



Un’altra spinta al Governo Renzi per intervenire con una riforma delle pensioni arriva da Carmelo Barbagallo, il quale ha ricordato che i sindacati, oltre ad aver inviato all’attenzione dell’esecutivo una piattaforma unitaria che prevede la pensione anticipata a 62 anni e Quota 41 per i lavoratori precoci, hanno chiesto di essere convocati per discutere proprio di come modificare la Legge Fornero. La quale, ha ricordato il numero uno della Uil,  “secondo gli stessi esponenti dell’esecutivo, ha causato disagi sociali”. Tuttavia dal Governo non è arrivata finora alcuna risposta. Barbagallo, ripetendo quasi quello che aveva detto nei giorni scorsi Susanna Camusso, ha aggiunto: “Se il Governo non batte un colpo, saremo costretti a batterlo noi”. Il mondo della scuola, come si sa, ha un calendario tutto diverso e che in occasione della riforma delle pensioni targata Fornero ha creato non pochi problemi a diversi dipendenti, dato che ai fini pensionistici l’anno parte a settembre e non a gennaio. Entro il 15 marzo si potrà comunicare la propria richiesta di trasformare il proprio rapporto di lavoro da full-time a part-time a partire dal prossimo anno scolastico. Ai fini pensionistici, ricorda Avvenire, questo non cambia nulla per quel che riguarda la maturazione dell’anzianità contributiva. Tuttavia lavorare di meno comporta ovviamente una riduzione del futuro assegno pensionistico, a meno di non provvedere alla “copertura” dei contributi mancanti mediante contribuzione volontaria o riscatto. 



Contro la Legge Fornero arrivano anche le parole di Massimo Scaccabarozzi, Presidente di Farmindustria. Ha infatti detto che si tratta di una riforma “nata male sin dall’inizio” e si augura quindi che presto si possa rimettere mano al sistema previdenziali per correggere le storture attuali. Scaccabarozzi ha in particolare evidenziato che l’aumento dell’aspettativa di vita sta portandoci a vivere meglio, “ma è assurdo, soprattutto in certe situazioni, pensare che a 70 anni le donne, ma anche gli uomini, possano lavorare’’. Anche perché questo rende ancora più difficile l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. 



Annamaria Furlan torna a definire la riforma Fornero la “peggiore legge europea” sulle pensioni e sprona il Governo a passare dagli annunci di una sua modifica ai fatti, aprendo anzitutto un tavolo di confronto con i sindacati. La numero uno della Cisl ha parlato a margine di un’iniziativa di Farmindustria, dove la sua collega Susanna Camusso aveva speso già parole per chiedere al ministro Beatrice Lorenzin, presente in platea, di impegnarsi in prima persona per arrivare a una modifica dell’attuale sistema pensionistico. A questo proposito la Furlan ha detto che più che un impegno del ministro della Salute, c’è bisogno di “una parola chiara del Governo”.

Beatrice Lorenzin sembra voler raccogliere l’invito dei sindacati per un impegno in favore di una riforma delle pensioni, “anche se ci vorrà tempo ed equilibrio”. Tuttavia Il ministro della Salute ha tenuto a sottolineare quanto particolare e più urgente sia la situazione delle donne, che molto spesso devono occuparsi della cura di familiari, bambini o anziani, e dunque hanno più difficoltà a poter lavorare fino a 70 anni come il sistema pensionistico richiederebbe di fare in futuro. “Sarà un tema serissimo su cui bisogna riflettere”, ha detto la Lorenzin, anche se l’ostacolo principale resta la sostenibilità economica di ogni tipo di intervento. E se si prolungasse la possibilità di accedere a Opzione donna?

In questo anno 2016 per via di quanto disposto nella Riforma pensioni della Fornero, cambiano i requisiti per poter accedere al sistema pensionistico. Un cambiamento che naturalmente avrebbe dovuto riguardare anche i lavoratori del settore difesa, sicurezza e soccorso pubblico che tuttavia hanno una normativa differente rispetto a quella dei normali lavoratori. Nello specifico per poter andare in pensione in questo 2016 non dovrà essere rispettato quanto previsto dalla legge Fornero bensì quanto previsto dalla legge in vigore fino al 31 dicembre 2011 per via della mancanza di un accordo in merito. Tenendo conto dell’adeguamento della speranza di vita, per accedere alla legge di anzianità sono necessari 57 anni e 7 mesi di età con in aggiunta almeno 35 anni di contributi alle spalle.