Si torna a parlare di un taglio delle pensioni più alte. E questa volta a lanciare l’ipotesi di un intervento è la Cgia di Mestre. Il suo Ufficio studi ha infatti ricordato che la spesa pubblica italiana non sarebbe di per sé elevata, escludendo gli interessi sul debito pubblico e le prestazioni pensionistiche. Dunque se si vogliono disinnescare le clausole di salvaguardia, che valgono 15 miliardi di euro, si potrebbe intervenire su quelle pensioni più elevate il cui importo non ha una corrispondenza coi contributi versati. “Se non si interverrà anche sulle pensioni, tassando quelle più elevate, corriamo il pericolo di ritrovarci con un aumento parziale dell’Iva che penalizzerebbe ancor più i consumi delle famiglie che, nonostante la ripresa, faticano a decollare”, ha detto il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, Paolo Zabeo.



Segretamente il Governo sta lavorando a una manovra correttiva autunnale. Lo scrive affaritaliani.it, spiegando che in attesa delle elezioni amministrative l’esecutivo sta cercando di rassicurare i cittadini, ma in realtà si starebbe preparando a un provvedimento basato su due punti chiave: nessuna flessibilità pensionistica e revisione sulle deduzioni e detrazioni fiscali per i lavoratori. “Si tratta di due ‘bombe’ politiche che riguardano milioni di persone ed ecco perché prima dall’apertura delle urne per le Comunali il premier Renzi non vuole nemmeno ipotizzare questi interventi preoccupato per un’ulteriore perdita di consensi”, si legge sul quotidiano on line. 



Cesare Damiano intende disinnescare subito il rischio di tagli alle pensioni di reversibilità. L’ex ministro spiega di aver già messo a punto un emendamento per cancellare dal ddl delega sul piano anti-povertà la parte in cui “si allude a un intervento sulle pensioni di reversibilità”. A questo punto un simile intervento andrà fatto sul Def 2016 appena varato dal Governo, dato che nel testo c’è un riferimento “alla razionalizzazione degli interventi anche di natura previdenziale”. Quanto affermato dal Presidente della commissione Lavoro della Camera conferma quindi che l’esecutivo non ha chiarito del tutto quale sia la sua posizione sulle pensioni di reversibilità, nonostante abbia detto più volte che non intende intervenire in materia.



Torna a far capolino l’ipotesi di un intervento del Governo sulle pensioni di reversibilità. La Stampa scrive infatti che, nonostante le rassicurazioni governative delle scorse settimane, ancora non è scongiurato un intervento in materia. Un intervento che dovrebbe portare alla determinazione delle pensioni di reversibilità in base all’Isee. Il quotidiano torinese segnala in particolare che sarebbe il testo del Def a riproporre la questione, parlando di razionalizzazione prestazioni di natura assistenziale e quelle di natura previdenziale introducendo il principio di ‘universalismo selettivo’”. Vedremo se il Governo tornerà a dare rassicurazioni sul fatto che non ci saranno interventi sulle pensioni di reversibilità.

Nel fine settimana Matteo Salvini è stato nelle Marche, per un tour nelle città dove sono previste le elezioni comunali. A Fano tra le altre cose il leader della Lega Nord è tornato a parlare della Legge Fornero, spiegando che la cancellazione dell’ultima riforma delle pensioni, insieme all’espulsione degli immigrati clandestini, potrebbe sicuramente portare a qualche miglioramento nelle Marche. Come già successo nei giorni scorsi con Berlusconi, quindi, il tema delle pensioni sembra entrare nella campagna elettorale per le elezioni amministrative. Qualcuno potrebbe anche far notare che il primo a lanciare il tema è stato Matteo Renzi, quando ha lanciato l’ipotesi di estendere il bonus da 80 euro alle pensioni minime: una mossa che a molti è apparsa appunto elettorale.

Oggi è l’ultimo giorno per provvedere al pagamento dei contributi Inps alle pensioni per il personale domestico relativi al primo trimestre dell’anno. Il sito Pensioni oggi ricorda che le fasce di retribuzione da usare come base di calcolo per i contributi stessi sono rimaste invariate rispetto allo scorso anno, dato che non c’è stata variazione dell’indice dei prezzi cui adeguarle. Le fasce di retribuzione sono tre solamente se l’attività svolta è inferiore alle 24 ore settimanali. Diversamente il contributo prescinde dalla retribuzione e se il contratto di lavoro è a tempo determinato occorre anche versare un’addizionale per il finanziamento dell’Aspi pari all’1,4%. Il pagamento dei contributi per le pensioni si può effettuare tramite bollettino Mav, utilizzando il circuito “Reti Amiche” (tabaccherie, sportelli bancari di Unicredit) o sul sito dell’Inps.

Nell’ampio dibattito sulla riforma pensioni 2016 e dopo l’aggiornamento dell’Inps sulle soglie di reddito da lavoro si torna a parlare di assegno di invalidità, con le specifiche che cambiano in alcuni dettagli. Lo spiega questa mattina il portale pceifico “Pensioni Oggi” che inquadra la nuova situazione sul tema invalidità: anche per questo 2016 ci sono nuove soglie di reddito da lavoro che consentono l’erogazione piena di questo assegno. Di norma la soglia di invalidità per il riconoscimento dell’assegno ordinario di invalidità è costruita da una riduzione di due terzi della capacità lavorativa. Ma come avviene dunque il percepimento? Gli interessati possono continuare a svolgere un’attività di lavoro produttiva di reddito e percepire, allo stesso modo, la prestazione previdenziale di pensione. Ma in questo caso la pensione non resta immutata ma subisce una riduzione che varia ovviamente a seconda dell’ammontare complessivo dei redditi da lavoro: in generale, più i redditi sono alti e maggiore sarà la riduzione a cui l’utente lavoratore andrà incontro. Un esempio di nuovo limite è orientato sul reddito annuo conseguito e superiore a 4 volte il trattamento minimo Inps vigente (2mila euro al mese): in questo caso il trattamento dell’assegno di invalidità viene ridotto del 25%, ma diventa del 50% si passa a cinque volte il minimo Inps.

Nel corso della settimana appena terminata hanno fatto decisamente clamore le dichiarazioni di Matteo Renzi che ha annunciato come sia allo studio del Governo la possibilità di dare gli 80 euro al mese anche ai pensionati che percepiscono la minima. Non sono mancate poi le dichiarazioni di altri esponenti dell’esecutivo che hanno fatto capire che questa misura verrà eventualmente adottata se compatibile con le disponibilità di bilancio. Addirittura il Sottosegretario Nannicini ha detto che potrebbe essere adottata prima della fine della legislatura, cioè del 2018. L’annuncio in ogni caso è stato commentato sia dai politiche che dai sindacalisti e ieri sono arrrivate anche le dichiarazioni di Silvio Berlusconi in merito.

Il leader di Forza Italia ha definito la proposta come una sorta di elemosina elettorale e ha rilanciato quella che era una sua vecchia idea. L’ex Cavaliere ha evidenziato che nel caso dovesse tornare al Governo porterebbe le pensioni minime a 1.000 euro nette al mese aggiungendo: “Il Governo Renzi è lì a calpestare la volontà popolare, a costruire un sistema a misura di se stesso”. Ricordiamo che portare le pensioni minime a 1.000 euro vorrebbe dire sostanzialmente raddoppiarle. Servirebbero quindi parecchie risorse per realizzare questa proposta.