Lucio Malan torna a parlare dell’effetto che la legge sulle unioni civili avrà sulle pensioni di reversibilità. Il Senatore di Forza Italia ha deciso di inviare una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per evidenziare la mancanza di copertura del ddl Cirinnà. Malan segnala infatti che per il Presidente dell’Inps Tito Boeri la nuova norma richiedere alcune centinaia di milioni, ma nel “testo del disegno di legge imposto dal Governo al Parlamento sono stanziati in tutto 130 milioni diluiti in 10 anni, di cui soltanto 25 destinati alle pensioni di reversibilità. Il buco è più che evidente”. “È singolare che, venti giorni fa, il professor Boeri ci diceva che i giovani di oggi dovranno andare in pensione a 75 anni e oggi ritiene sostenibile una spesa, non coperta dalla legge, di centinaia di milioni. Forse intende dire che, per pagare la reversibilità delle unioni renziane, si dovrà andare in pensione a 80 anni?”, si chiede quindi Malan.
Non mollano i lavoratori precoci. La riforma delle pensioni annunciata da Renzi, ovvero l’Ape, non sembra corrispondere proprio alle loro richieste. Per questo c’è chi ha preparato un piccolo “manifesto” digitale da inviare a quanti più politici possibili per far conoscere le proprie richieste. Nello specifico, segnalano di essere persone che lavorano da oltre 40 anni, occupando posti che potrebbero essere invece disponibili per i tanti giovani disoccupati. Per questo chiedono “un equo ricambio generazionale”, con la possibilità di andare in pensione dopo 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica e senza penalizzazioni. Dato che anche i giovani potrebbero avere interesse a questo ricambio, il manifesto invita anche loro a unirsi alla richiesta. Clicca qui per il manifesto digitale.
Gigi Bonfanti aspetta una convocazione dal Governo sul tema della riforma delle pensioni. Il Segretario generale della Fnp-Cisl prende atto delle dichiarazioni di Renzi, che a Porta a porta ha detto di essere disposto a incontrare in tempi brevissimi i sindacati per discutere dell’Ape, ricordando che da tempo “chiediamo al governo di sedersi al tavolo con noi per trovare le soluzioni più adatte e dignitose ai problemi dei nostri pensionati”. Il riferimento è alla piattaforma sindacale unitaria, presentata a fine 2015. “Ci fa piacere, dunque che il governo abbia intenzione di incontrarci: noi siamo pronti ad un confronto immediato, anche oggi”, ha aggiunto.
Cesare Damiano richiama il Governo Renzi a un confronto con il Parlamento e le Parti sociali sulla riforma delle pensioni. L’ex ministro del Lavoro si dice soddisfatto del fatto che il tema della pensione anticipata sia preso in considerazione dal Governo, dato che dal 2013, insieme ad altri colleghi, ha promosso una proposta di legge sul tema. I sindacati, poi, hanno presentato una piattaforma unitaria che ha al centro la flessibilità pensionistica e ha molti punti comuni con il Ddl 857. Rispetto alle dichiarazioni di Renzi e di altri esponenti del Governo, vogliamo precisare alcuni punti: noi vogliamo un anticipo e non un prestito e ‘l’ufficiale pagatore’ dev’essere l’Inps e non una banca; la flessibilità deve essere fino a 4 anni e non di 3 come propone il Governo; la penalizzazione deve essere mediamente non superiore al 2%; infine, devono essere coinvolti con una soluzione anche i lavoratori ‘precoci’”, ha dichiarato Damiano.
Dopo la busta arancione arriva lo sportello arancione. Alla Confartigianato Imprese di Prato sono infatti arrivate diverse richieste di informazioni dagli associati, visto che la simulazione dell’Inps riguardo la futura pensione del cittadino solleva in diversi casi perplessità e preoccupazioni. E così l’associazione di categoria ha pensato a un’iniziativa con l’obiettivo di cercare di aiutare a capire meglio il contenuto della comunicazione Inps. Lo Sportello Arancione di Confartigianato di Prato è aperto l’intera giornata di lunedì alla sede di Maliseti in via D. Saccenti 19-21 (orario 8:30-13:00; 14:30-18:00) e la mattina del lunedì nella sede di viale Montegrappa 138 (orario 8:30-13:00).
Susanna Camusso attacca sulle pensioni e non sembra voler mostrare segni di distensione con il Governo, nonostante Matteo Renzi in persona abbia detto, durante la trasmissione Porta a porta, di essere pronto a incontrare i sindacati per discutere della riforma delle pensioni. “Sono giorni che il Governo va dicendo che è disposto a fare un incontro. Dopodiché non c’è nessuna data, nessuna convocazione. Forse se passassimo dagli annunci alla realtà sarebbe importante”, ha detto la sindacalista. Un nuovo fronte di attrito dunque tra Cgil e Governo, oltre a quello relativo al Jobs Act, con la raccolta firme avviata da tempo da Corso d’Italia per la presentazione di un referendum.
La Camusso ha voluto ricordare che già dalla fine dello scorso anno i sindacati hanno presentato una piattaforma unitaria sul tema, con la pensione anticipata a 62 anni e Quota 41 per i lavoratori precoci. Sull’Ape, poi, “siamo sempre in attesa di capire se stiamo parlando di una proposta che prevede effettivamente la flessibilità per i lavoratori o di un regalo per alle banche e alle assicurazioni”, ha detto la sindacalista.