Sul tema riforma pensioni 2016 si spendono e interessano ogni categoria di lavoratori che, dai più giovani a quelli più prossimi a ricevere l’assegno previdenziale, sono interessati a tutte le novità possibili e attese. L’Inps ha da poco riepilogato le modalità di accesso alla pensione per i lavoratori appartenenti al fondo spettacolo, la cui gestione è passata dopo la riforma Fornero dall’Enpals all’Inps generale. Secondo il portale di Pensioni Oggi, il fondo sostitutivo dell’assicurazione generale obbligatoria, mantiene per tutto il 2016 in vigore un elenco di specificità sia per quanto riguarda la determinazione dell’assegno pensionistico sia, sopratutto, per quanto riguarda l’età di uscita che vede requisiti differenzianti rispetto all’Ago. Come riporta l’Inps, «Il requisito dell’annualità di contribuzione richiesto per il sorgere del diritto alle prestazioni previdenziali si considera soddisfatto con riferimento a: 120 contributi giornalieri per i lavoratori appartenenti al gruppo A; 260 contributi giornalieri per i lavoratori appartenenti al gruppo B; 312 contributi giornalieri per i lavoratori appartenenti al gruppo C».



Cesare Damiano, come noto, è uno dei politici più impegnati sul fronte di una riforma delle pensioni che introduca la flessibilità in uscita. Ieri è stato quindi in piazza insieme ai sindacati, la cui piattaforma unitaria sul tema si rifà sostanzialmente al suo disegno di legge. Per l’ex ministro del Lavoro, “è positivo il fatto che il Governo abbia deciso di incontrare Cgil, Cisl e Uil il prossimo 24 maggio. Ci auguriamo che il confronto si apra rapidamente anche con il Parlamento”. Damiano ha infatti ricordato che occorre, dopo quello della reversibilità, “affrontare i problemi ancora aperti, a partire dalla flessibilità e dalla rivalutazione delle pensioni, a partire da quelle medio basse”. Clima acceso sulla Riforma Pensioni 2016, non solo in piazza ma anche nelle tribune politiche dei talk show: ieri sera alla Gabbia di Gianluigi Paragone su La7 è andata in scena una lite tra i due giornalisti Giampiero Mughini e Mario Giordano: tema dello scontro, le pensioni d’oro. «Gli 80 euro ai pensionati sono quelli che si potrebbero recuperare tagliando le cosiddette pensioni d’oro», ha iniziato a dire Giordano contro cui ha subito replicato il super tifoso della Juventus, «ma quali pensioni d’oro? La mia e la tua lo sono?» e Giordano secco a rispondere di nuovo, «Io non ce l’ho, la tua sì». Apriti cielo, la risposta furente passa a Mughini che contro Giordano dichiara, «Ma di che stai parlando? Le pensioni d’oro sono pochissime, il ricalcolo dei contributi penalizzerebbe in toto le pensioni minime». A quel punto gazzarra in pieno, con il direttore del Tg4 che va all’attacco dicendo “non parlare di cose che non sai, leggi almeno, impara, parla della Juventus che la conosci bene, ma non parlare di cose che non sai”. L’ultima parola? Ovviamente di Mughini che chiudendo la querelle accusa Giordano di essere demagogico.



Non è ancor ufficiale perché il documento esecutivo su una parte della Riforma Pensioni ancora non è pronto ma oggi il Sole 24ore annuncia uno dei possibili cambiamenti nella legge sulle pensioni che verrà presentato durante l’incontro con i sindacati del 24 maggio prossimo: si tratta un taglio tra l’1% e il 3% per ogni anno di anticipo con la possibilità di arrivare a quota 4% per gli assegni più elevati. Il finanziamento dell’operazione viene garantito in sostanza da banche e assicurazioni che dovranno provvedere a erogare attraverso l’ines le fette di pensioni anticipare per effetto del “prestito”, così riporta il quotidiano economico milanese. Questo “prestito”, sarà poi restituito dal pensionato a rate con un percorso di già anni dal momento in cui sarà raggiunto il requisito di vecchiaia. In sostanza a beneficiare di questo intervento proposto dal Governo saranno gli over 63 dal 2017: il ministro Poletti ieri si è limitato a dire che al tavolo di martedì si affronteranno anche altri temi legati al jobs act.



Nella giornata di ieri c’è stata una manifestazione sulla riforma pensioni promossa dai tre maggiori sindacati italiani, CGIL, CISL e UIL, a cui hanno preso parte circa 60 mila pensionati per chiedere al Governo Renzi la rivalutazione dell’assegno pensionistico, tutele per quanto concerne le pensioni di reversibilità e soprattutto l’estensione degli 80 euro anche ai pensionati. Una bella gatta da pelare per il Governo che come se non bastasse, deve fare i conti anche con una richiesta di chiarimenti avanzata dall’Inps del presidente Tito Boeri per quanto concerne la Settima Salvaguardia nel profilo dedicato alla mobilità. Nello specifico, il Ministero del Lavoro è chiamato a chiarire e soprattutto a sbrogliare la matassa dei lavoratori che hanno presentato la domanda di ammissione alla settima salvaguardia. Si tratta di lavoratori licenziati e collocati quindi in mobilità o nel trattamento di disoccupazione del settore edile da aziende cessate o avviate verso il fallimento, la liquidazione coatta amministrativa, l’amministrazione straordinaria oppure quella straordinaria speciale. Il motivo della richiesta di chiarimento è relativa al vincolo dell’accordo governativo o non governativo prima del 2011 per l’accesso alla mobilità. Spetterà quindi al Ministero risolvere il problema.