I lavoratori precoci da diversi mesi sono più che mai in prima linea per chiedere una modifica della riforma delle pensioni targata Fornero, in particolare con la cosiddetta Quota 41, che permetterebbe loro di andare in pensione dopo 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica e senza penalizzazioni. Riuniti in un gruppo Facebook, alcuni di loro stanno ora pensando di pubblicare un libro con le loro storie di “lavoratori bambini”. Hanno infatti iniziato a lavorare giovanissimi. L’idea è quella di autofinanziare la pubblicazione per poi utilizzare il ricavato anche per aiutare quei lavoratori precoci più in difficoltà. Alcuni di loro infatti sono rimasti senza lavoro e pur avendo versato contributi per 39-40 anni, nono possono andare in pensione.



Carmelo Barbagallo ha svelato alcuni particolari in più sull’incontro che i sindacati hanno avuto con il Governo sulla riforma delle pensioni. Il Segretario Generale della Uil ha detto di aspettarsi delle risposte dall’esecutivo, anche per non trovarsi poi costretto, insieme alle altre confederazioni, a nuove mobilitazioni. “Per quel che riguarda, in particolare, il tema delle pensioni, noi ribadiamo che debbono essere erogate dall’Inps, che è necessario separare la previdenza dall’assistenza e che bisogna costruire la flessibilità verso il pensionamento considerando che non tutti i lavori sono uguali”, ha detto il sindacalista, ricordando che l’azione sindacale è “nell’interesse del Paese, dei lavoratori, dei pensionati e dei giovani in cerca di lavoro”.



Il Governo sembra intenzionato, nell’ambito della riforma delle pensioni, a cambiare le regole sul riscatto della laurea, così da renderlo meno gravoso. Lo stesso Giuliano Poletti, ospite a Porta a porta, ha di fatto ammesso che il calcolo attuale è molto oneroso e che occorrerebbe un po’ di flessibilità anche su questo settore, permettendo ad esempio di riscattare alcuni anni e non tutti quelli del corso di laurea. Questo anche perché spesso il riscatto avviene in età avanzata, quando occorre aggiungere anni di contribuzione per maturare i requisiti richiesti. Dunque un pensionando potrebbe aver bisogno di riscattare solo due anni e non quattro. Il ministro del Lavoro ha anche ammesso che modificare le norme attuali non sarebbe costosissimo per lo Stato. 



Il comitato per la proroga di Opzione donna continua a lavorare per raggiungere il suo risultato e in settimana alcuni rappresentati hanno incontrato i senatori Erica D’Adda, Patrizia Manassero, Maria Spilabotte, Annamaria Parente e Emanuela Munerato, oltre agli onorevoli Pippo Civati e Andrea Maestri. Hanno così avuto conferma che entro il mese di luglio la commissione Lavoro del Senato parlerà della loro situazione, magari alla luce anche dei dati sul contatore di Opzione donna, per verificare quanto il regime sperimentale sia stato utilizzato e si vi siano quindi ancora risorse utili alla sua proroga. I deputati hanno invece rassicurato circa la volontà di seguire la vicenda in commissione Lavoro della Camera.

In questi giorni è in atto un dialogo molto interessante tra il Governo Renzi ed i principali sindacati italiani allo scopo di individuare delle modifiche funzionali al sistema pensionistico. Nello specifico si sta parlando di maggiore flessibilità in uscita dal mondo del lavoro e di allargare alla platea dei pensionati la misura degli 80 euro in più al mese. In attesa di nuovi sviluppi in merito è da sottolineare l’apertura del sottosegretario al Welfare, Massimo Cassano, ad una revisione per quanto concerne la speranza di vita durante una interrogazione in Commissione Lavoro alla Camera: “C’è l’impegno del Ministero che rappresento a voler approfondire le questioni sollevate nel presente atto al fine di valutare la possibilità di un intervento in materia, nel rispetto delle esigenze di finanza pubblica e della sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico”.

Cesare Damiano è stato intervistato ieri da Repubblica sul tema della riforma delle pensioni. A margine dell’assemblea pubblica di Confindustria, l’ex ministro del Lavoro ha espresso soddisfazione per il fatto che la flessibilità pensionistica è sempre più vicina. Tuttavia ha specificato che a suo modo di vedere la pensione anticipata deve essere erogata dall’Inps e non da una banca. La flessibilità dovrebbe poi scattare almeno quattro anni prima dell’età pensionabile. Per Damiano, l’Ape potrà quindi essere oggetto di correzioni, come lo stesso ministro Poletti ha fatto capire, in modo che il risultato sia una soluzione condivisa. In attesa di novità sulla riforma delle pensioni cui sta lavorando il Governo, Giuliano Poletti ha difeso la scelta fatta dall’Inps di inviare agli italiani la Busta arancione, criticata da diverse parti. Il ministro del Lavoro ha infatti spiegato che anche lui l’avrebbe inviata, pur sapendo “che ha implicazioni ansiogene”. Dal suo punto di vista resta importante il fatto che “i cittadini hanno diritto a capire qual è la loro condizione sul piano previdenziale per poter fare delle scelte sul loro futuro”. Cosa che è appunto possibile grazie alla simulazione contenuta nella busta. 

Nella puntata di Mi Manda Rai Tre trasmessa oggi, Elsa Di Gati ha dato spazio a Filippo Vitale, uno degli appartenenti al gruppo Facebook Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti, che ha potuto chiedere direttamente a Carmelo Barbagallo, presente in studio, di pressare il Governo per risolvere i problemi di chi, dopo tantissimi anni di contributi, non può andare in pensione, e magari non ha più nemmeno un lavoro. Il Segretario generale della Uil ha da parte sua ricordato come finalmente si sia aperto un tavolo con il Governo sul tema, chiesto per tanto tempo, ribadendo anche che Quota 41 fa parte delle richieste dei sindacati. Dopo Cgil, Cisl e Uil, anche il Cida incontrerà il Governo per parlare, tra le altre cose, di riforma delle pensioni. Lo fa sapere la stessa Confederazione sindacale che rappresenta manager e dirigenti, al cui interno da tempo è stato costituito un gruppo di lavoro intersettoriali sul tema, con l’obiettivo di predisporre proposte, studi e documenti. L’incontro dovrebbe avvenire nei prossimi giorni, mentre è certo che l’8 giugno i rappresentanti di Cida parleranno con i consulenti economici di palazzo Chigi Marco Leonardi e Stefano Firpo, per parlare di politica economica e fiscale. 

Mentre il Governo Renzi ed i principali sindacati negli ultimi giorni sembrano poter trovare un punto di incontro per modificare alcuni aspetti della riforma pensioni come una maggiore flessibilità in uscita dal mondo del lavoro e l’estensione anche ai pensionati degli 80 euro, in vista del 2017 sembrano esserci all’orizzonte importanti novità per tutti i lavoratori addetti ad attività particolarmente faticose e pesanti. Nello specifico per accedere alle opportune agevolazioni (pensione anticipata) messe a disposizione per quanti rientrano in tale categoria, si dovrà presentare una adeguata documentazione dalla quale si possa evincere che il lavoratore abbia svolto per almeno la metà della propria esperienza lavorativa attivati usuranti oppure turni di lavoro notturni. Un vincolo molto stringente che sommato agli attuali requisiti della Legge Fornero, sulle pensioni rende molto difficile accedere alle agevolazioni. In ragione di ciò, alla Camera è in discussione un progetto di legge che ha come obiettivo quello di estendere l’accesso ad un pubblico molto più vasto. Dovrebbero esserci novità in tal senso nei prossimi giorni.