Elsa Fornero è pronta a rispondere alle domande dei cittadini sulla riforma pensionistica del 2011 che porta il suo nome. All’Università di Torino, infatti, è stato organizzato un incontro nell’ambito del Corso specialistico di Economia della previdenza sociale tenuto dalla Professoressa piemontese. Oltre a lei saranno presenti Gregorio Tito e Giorgio Peruzio, rispettivamente direttore e vicedirettore dell’Inps Piemonte. A moderare l’incontro il giornalista de Il Sole 24 Ore Davide Colombo. L’obiettivo dell’iniziativa e di ridurre i malintesi sulla riforma Fornero, mostrare quanto sia complesso riformare il sistema previdenziale e rispondere alle domande dei partecipanti. L’incontro si terrà sabato 7 maggio alla Scuola di Management ed economia in Corso Unione Sovietica 218 bis dalle 9:00 alle 13:00. Al massimo potranno entrare in aula 130 persone, che dovranno pre-registrarsi (mail a cerp@carloalberto.org), e non saranno consentite riprese video e registrazioni audio.



Dai lavoratori precoci arriva un messaggio indirizzato a Cesare Damiano sulla riforma delle pensioni. Uno dei membri del gruppo Facebook “Lavoratori precoci uniti a difesa dei propri diritti” ha infatti scritto una lettera aperta all’ex ministro del Lavoro, sottolineando come il suo gruppo si sia sempre battuto in favore della sua proposta di legge in materia previdenziale. Per questo si aspettava che l’onorevole prendesse le distanze da quella che sembra essere l’unica proposta del Governo in materia: il prestito pensionistico. Cosa che però Damiano non ha fatto e quindi nella sua lettera il lavoratore precoce gli chiede delle delucidazioni, perché il prestito pensionistico sarebbe davvero penalizzante per chi ha lavorato più di 40 anni e vorrebbe andare quindi in pensione.



Crescono i pensionati che lasciano l’Italia in cerca di un “paradiso” dove poter aver maggior potere d’acquisto con il proprio assegno pensionistico. In un articolo Repubblica oggi cita i dati del rapporto Inps World Wide, secondo cui nel 2014 sono stati più di 5.000 i pensionati italiani che sono emigrati. Le mete più ambite sono Spagna, Portogallo, Tunisia e Marocco. “Le regole per l’immigrato over 65 sono semplici: risiedere almeno 183 giorni nel nuovo paese di residenza e non avere quindi né domicilio né dimora in Italia per metà dell’anno. E il fisco di riferimento diventa quello del paese dove ci si è appena trasferiti”, scrive Repubblica. Non è quindi un caso che recentemente il Presidente dell’Inps Tito Boeri abbia parlato di un taglio alle pensioni erogate all’estero.



L’associazione Lavoro e Welfare ha lanciato una petizione on line per chiedere una riforma delle pensioni all’insegna della flessibilità. “Agli anziani la pensione, ai giovani il lavoro. In una parola? Flessibilità!”, è il titolo della petizione, in cui si evidenzia come i vari cambiamenti apportati al sistema pensionistico dal 1992 in poi hanno lasciato molti problemi aperti. Per questo occorre sostenere la proposta di legge 857, nota anche come Damiano-Gnecchi, in modo da introdurre la pensione anticipata di 4 anni con una penalizzazione fino all’8% dell’assegno e la possibilità di lasciare il lavoro dopo 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica e senza penalizzazioni. Come noto, la stessa associazione che promuove la petizione è presieduta da Cesare Damiano.

Anche il popolo delle Partite Iva sollecita una riforma delle pensioni. Andrea Bernaudo ha toccato anche il tema previdenziale in un intervento nella trasmissione Agorà su Rai 3, segnalando come sul fronte previdenziale vi siano poche certezze. Il leader del movimento SOS partita Iva ha quindi ricordato che sarebbe opportuno sganciare la previdenza dei lavoratori autonomi dall’Inps, dando la possibilità di scegliere se affidare il proprio futuro pensionistico a un ente pubblico o privato. Dunque giunge una nuova spinta al Governo per cambiare il sistema pensionistico: una missione certamente non facile.

Dopo le tantissime manifestazioni andate in scena nella giornata del primo maggio per chiedere al Governo maggiore attenzione per i lavoratori in ottica pensioni e di supporto per il rilancio del lavoro in Italia, i vari sindacati tracciano un bilancio nonché un succo di quelle che sono le richieste. A tal proposito il segretario della regione Valle d’Aosta della CGIL, Domenico Falcomatà nel corso di una intervista rilasciata nelle ultime ore ha voluto tracciare un bilancio del primo maggio rimarcando come per accedere al sistema previdenziale sia sufficienti 41 anni di contributi: “Le organizzazioni sindacali con la presentazione della piattaforma sulle pensioni chiedono al Governo un cambio di passo nelle politiche previdenziali, anche per dare lavoro ai giovani. Siamo convinti che 41 anni di contributi siano sufficienti per andare in pensione, che occorra un sistema di accesso flessibile per tutti, rispettando fatiche e lavori diversi, garantendo pensioni dignitose per i giovani e per i lavoratori precari”.