Ci sarà un nuovo attacco di Matteo Salvini alla riforma delle pensioni targata Fornero? La domanda sorge spontanea nel momento in cui il leader della Lega Nord viene annunciato tra gli ospiti della puntata di Quinta colonna, in onda stasera su Rete 4, dedicata al tema delle pensioni. Nelle ultime ore, tuttavia, le dichiarazioni di Salvini sono dedicate a un altro tema caldo, quello dell’immigrazione, che considera un’emergenza, visti i numeri degli sbarchi e dei naufragi degli ultimi giorni, al contrario di quel che dichiara Matteo Renzi. Vedremo quindi se il leader leghista dirà qualcosa sulla Legge Fornero e le possibili modifiche che potrebbero essere compiute dal Governo.



In attesa di novità sulla riforma delle pensioni, l’Inps fa sapere che aumentano le pensioni dei dipendenti pubblici, sia in quantità che in importo complessivo. Gli assegni erogati al 1° gennaio 2016 ammontano infatti a 2.841.815, con un importo medio mensile di 1.795 euro.  Complessivamente le pensioni dei dipendenti pubblici valgono 66,3 miliardi di euro, con aumento del 2,1% rispetto all’anno scorso. L’incremento del numero di assegni in un anno è stato invece pari allo 0,8%.



C’è attesa per le parole che Tito Boeri pronuncerà sulla riforma delle pensioni questa sera. Il Presidente dell’Inps è infatti protagonista di un’intervista esclusiva per Piazzapulita, la trasmissione in onda su La7, che ospiterà anche i candidati sindaci di Roma Virginia Raggi e Roberto Giachetti. Boeri con tutta probabilità darà il suo parere sull’Ape allo studio del Governo e non è da escludere che riproponga l’ipotesi di una flessibilità a “costo zero” per lo Stato. Nei giorni scorsi, infatti, il Presidente dell’Inps aveva ricordato che basterebbe applicare il calcolo contributivo pieno per i pensionandi, che così avrebbero un assegno basato sui contributi versati durante la vita lavorativa.



Anche Cesare Damiano interviene sulle parole di Tommaso Nannicini riguardo la riforma delle pensioni allo studio del Governo, chiedendo che l’esecutivo ascolti anche il Parlamento nel realizzare la flessibilità promessa. L’ex ministro ribadisce anche che la pensione anticipata dovrà essere erogata dall’Inps e non da qualche banca, spiegando che l’anticipo dell’età pensionabile deve essere di almeno 4 anni e non 3 come finora ipotizzato. Riguardo le penalizzazioni sugli assegni, Damiano ha detto: “È giusto che le penalizzazioni siano più basse o inesistenti per chi prende meno, ma almeno fino ai 2.000 euro mensili non si può superare il 2%”. Il Presidente della commissione Lavoro della Camera chiede anche di non dimenticare un intervento in favore dei lavoratori precoci.

L’intervista rilasciata da Tommaso Nannicini alla Stampa sta portando diversi commenti da parte dei soggetti potenzialmente interessati da una riforma delle pensioni. E c’è anche chi fa una proposta semplice e di buon senso per aiutare i lavoratori ad aumentare la propria anzianità contributiva: consentire di poter sommare i contributi di più casse, cosa oggi non sempre possibile, in particolare per quel che riguarda i versamenti fatti nella gestione separata. Il Comitato Opzione donna ritiene che il Governo dovrebbe intervenire in materia, anche perché così si consentirebbe a diverse persone di accedere alla pensione, anche senza particolari sistemi per l’anticipo.

Nel corso dell’intervista a La Stampa, Tommaso Nannicini ha dato indicazioni importanti sul punto della riforma delle pensioni riguardante la penalizzazione prevista per chi dovesse scegliere la pensione anticipata. Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ha spiegato che una decurtazione dell’8% per ogni anno di anticipo sarebbe eccessiva, ma anche evidenziato che non può non esserci un costo per il lavoratore che vuole andare in pensione. Il Governo sembra orientato a diversificare il taglio a seconda della condizione specifica del lavoratore e dell’obiettivo per cui la flessibilità viene concessa.

Susanna Camusso torna a parlare di riforma delle pensioni, spiegando che è evidente che il Governo non ha ancora una proposta concreta e definita. Il Segretario generale della Cgil tiene comunque a precisare che il sindacato non è disposto ad accettare “scelte che riguardino solo qualche anno e che passino attraverso il prestito”. Occorre quindi un intervento strutturale sulle pensioni, in modo da correggere un sistema che porterà a un continuo aumento dell’età pensionabile, senza nemmeno distinguere tra le varie tipologie di lavoro. Camusso chiede poi all’esecutivo di accelerare i tempi sulla riforma delle pensioni in vista della Legge di stabilità e di evitare che vengano coinvolte le banche, quasi ci si trovasse di fronte a un mutuo. Vedremo se il Governo “aggiusterà” le bozze dell’Ape anche in base a queste richieste.

Parla in una intervista ad Affari Italiani sulla riforma pensioni 2016 la titolare dell’ultimo grande e discusso cambiamento nel mondo delle pensioni italiano, ovvero Elsa Fornero: l’ex ministro del Lavoro scongela il suo silenzio sulle attività di pensioni e governo dopo anni di continue critiche, specie dal centrodestra contro una riforma delle pensioni considerata da alcuna “sciagurata”. «Nel modo in cui viene discusso mi sembra che sia buono il protratto del governo Renzi sulla flessibilità in uscita: mi sembra di capire che il governo non abbia assolutamente intenzione di ritornare indietro su quella riforma, ma magri di acquisire un p’ di quella transizione che non abbiamo potuto realizzare nel 2011 per condizioni che a tutti erano  e sono note». Per la Fornero l’utilizzo della flessibilità in uscita per provare a normare le pensioni italiane, è positivo: «mi sembra che questo progetto sia una riconferma  della nostra riforma delle pensioni con qualche aggiustamento che permetta alle persone, soprattutto a quelle che si trovato negli anni difficili, di anticipare rinunciando a qualche piccola cosa».

In una intervista alla Stampa parla della Riforma pensioni 2016 che sarebbe in programma del Governo Renzi il consigliere economico del Premier, Tommaso Nannicini. Secondo l’esperto bisogna assolutamente rimettere mano alla previdenza con la vecchia riforma Dini infatti il sistema contributivo andrebbe a regime troppo tardi: «ci sono da prendere decisioni importanti ed è giusto coinvolgere le parti sociali. Ma sarà una concertazione fatta secondo regole diverse dal passato: ascolteremo le loro ragioni, in alcuni casi le faremo nostre, poi però a tirare le fila sarà il governo nella sua autonomia», spiega Nannicini. La ricetta per l’Esecutivo e l’Inps sembra ormai dettata e la spiega ancora nel dettaglio il consigliere di Renzi: «Il prestito a chi vuole uscire in anticipo dal lavoro non comporta alcuna garanzia reale. E una detrazione fiscale coprirà un pezzo del sacrificio. Chi vuole ritirarsi prima ha un reddito medio-alto, il taglio dell’assegno sarà notevole. Invece sarà piccolo per i redditi bassi o per i disoccupati».

Gli esodati mantengono alto il pressing sul Governo, che sta anche lavorando sulla riforma delle pensioni da inserire nella Legge di stabilità. La Rete dei Comitati degli esodati vuole però che quanto prima venga approvata l’ottava salvaguardia, così da dare una tutela a circa 34.000 italiani che ancora ne sono privi. Per questo è stata inviata una lettera a Matteo Renzi, a Giuliano Poletti, a Pier Carlo Padoan e e alle Commissioni parlamentari competenti. È senza dubbio interessante notare che rispetto alle precedenti missive, il numero di esodati in attesa di tutela è salito di 10.000 unità. Questo perché l’Inps ha fornito dei dati aggiornati che hanno mostrato qual è appunto la reale situazione. In particolare, dall’ultimo Report si evince che ci sono ancora 35-40 mila posizioni già finanziate ma non utilizzate. E ci sono ancora 15.000 domande ancora giacenti. Questi dati, spiega la Rete, mostrano che ci sono ancora esodati che attendono una salvaguardia. Per questo occorre entro luglio approvare l’ottava salvaguardia. Nell’attesa ci saranno delle mobilitazioni per sollecitare l’intervento.