Riccardo Nencini chiede una riforma delle pensioni con la prossima Legge di stabilità, in particolare con un intervento sulle minime. Il Segretario del Partito socialista ha spiegato che tra le priorità individuate dal suo partito c’è quella di aumentare le pensioni minime finanziando il provvedimento con una maggiore tassazione del gioco d’azzardo. “Dai conti che abbiamo fatto, con una maggiore tassazione del gioco le pensioni minime potrebbero passare da 500 euro a circa 600 euro”, ha detto il viceministro alle Infrastrutture a Il Velino. “L’ultimo rapporto del Censis ci dice che cresce il numero di coloro che rinunciano a curarsi perché non possono fronteggiare i costi della sanità. Il Governo ha già assunto delle misure, ora serve una manovra impostata sulla lotta alle povertà”, ha ricordato Nencini.



Cesare Damiano ha partecipato alla presentazione della Relazione 2015 della Covip, parlando a nome della Presidente della Camera Laura Boldrini. L’ex ministro ha potuto quindi pronunciare un breve “indirizzo di saluto”, durante il quale ha espresso l’augurio che anche le proposte di legge sui fondi pensione “possano trovare spazio nella fase finale dell’attuale legislatura, insieme con il tema della flessibilità in uscita, della ricongiunzione non onerosa dei contributi e dell’ottava e ultima salvaguardia degli esodati”. Per Damiano, se nella prima fase della legislatura si è data attenzione al lavoro, con il varo del Jobs Act e degli incentivi alle assunzioni, “è bene che nei prossimi mesi si prendano decisioni attese da tempo sulla previdenza pubblica, sulla previdenza complementare, sugli enti privati”.



I lavoratori precoci continuano le loro mobilitazioni per far sì che nella riforma delle pensioni allo studio del Governo non ci si dimentichi di loro. Dalle foto pubblicate sul gruppo Facebook Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti, alcuni di loro, come a Prato, stanno passando la giornata a raccogliere firme per la petizione a sostegno del Ddl Damiano, che contiene anche la previsione di Quota 41, per poter accedere alle pensioni dopo 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età e senza penalizzazioni. Un altro post fa capire che alcuni lavoratori precoci si troveranno, con maglietta e cappellino “inneggianti” a Quota 41, per una passeggiata al Lago d’Iseo, grazie alla passerella di Christo. 



L’imprenditore Friuliano Massimo Blasoni è stato tra i protagonisti di “Panorama d’Italia” nella tappa di Padova. Autore del libro “Privatizziamo!”, Blasoni è convinto che serva una svolta liberista dello Stato italiano in molti settori e tra le altre cose ritiene che si debba procedere a una riforma delle pensioni. In che modo? Ha spiegato che oggi la spesa pubblica ammonta a 826 miliardi di euro, di cui 102 si possono ritenere di spesa improduttiva. “I servizi per cui riceviamo quanto paghiamo, come le pensioni, non è necessario che restino in mano allo Stato. È successo per la telefonia, nessuno tornerebbe indietro. Dobbiamo poter scegliere il nostro erogatore di previdenza. Lo stato non sa gestire la spesa in maniera efficiente”, ha detto Blasoni. Una proposta certamente di ardua attuazione, ma che forse deve far riflettere sulla possibilità di riformare l’Inps.

La Consulta ha depositato nella giornata di ieri una importante e storica sentenza con la quale viene dato il via libero al decreto Legge Madia. Si tratta del decreto che non permette di lavorare oltre i limiti di età stabiliti ed ossia oltre i limiti di età per la pensione nella Pubblica Amministrazione. Nella sentenza con la quale la Corte Costituzionale ha di fatto rigettato le questioni di presunta incostituzionalità per alcuni casi specifici come docenti universitari e avvocati dello Stato, si legge anche una sorta di plauso al decreto legge in quanto consente il necessario ricambio generazionale. Dunque si va verso l’abolizione del trattenimento in servizio che era già in essere per la generalità del pubblico mentre nel caso specifico dei magistrati, vi è una deroga fino alla fine di questo anno 2016.

In attesa di novità sulla riforma delle pensioni, Cesare Damiano annuncia la preparazione di un disegno di legge per l’ottava salvaguardia degli esodati, che definisce anche “l’ultima e definitiva”. Sulla sua pagina Facebook, l’ex ministro del Lavoro spiega che non sarebbero necessarie nuove coperture finanziarie, perché la proposta mira a “utilizzare tutte le risorse del Fondo a suo tempo appositamente istituito: si tratta di oltre 11 miliardi di euro per salvaguardare circa 172.000 lavoratori”. Al momento, secondo i dati Inps, gli esodati che sono riusciti ad andare in pensione sono 100.000 e altri 25.000 sono sul punto di entrare in quiescenza. Damiano ricorda anche che sul fronte pensioni va varata la flessibilità, trovata una soluzione per i lavoratori precoci e per i lavori usuranti, monitorata Opzione donna, cambiato il sistema dei ricongiungimenti, senza dimenticare la rivalutazione delle pensioni più basse. “Il confronto in corso con il sindacato sarà un banco di prova fondamentale per arrivare ad una soluzione condivisa, insieme alle proposte di legge attualmente in discussione in Parlamento”, ha aggiunto il Presidente della commissione Lavoro della Camera.

In attesa di parlare coi sindacati di riforma delle pensioni, Giuliano Poletti insiste sull’importanza del part-time agevolato varato con la Legge di stabilità 2016. Il ministro del Lavoro è stato intervistato da Repubblica e gli è stata posta una domanda specifica su cosa vuole fare il Governo sul tema delle pensioni. “Il problema pensioni ha due vincoli. Il primo sono i vincoli di bilancio. L’altro è la longevità, che aumenta. Vanno coniugate queste due cose. Bisogna pensare a dei meccanismi di invecchiamento attivo. Uno è il part time agevolato”, è stata la risposta di Poletti. Parole che non sembrano favorevoli a una flessibilità come quella immaginata dai sindacati e da Cesare Damiano. Rosario Trefiletti è stato ospite alla puntata de L’aria che tira che ha avuto in collegamento Elsa Fornero per parlare delle conseguenze della sua riforma delle pensioni. Il Presidente di Federconsumatori ha espresso solidarietà all’ex ministro per gli attacchi personali ricevuti continuamente per via di una legge che comunque è stata voluta anche dal resto del Governo e approvata dal Parlamento. Per Trefiletti, tuttavia, c’erano troppi difetti nella riforma pensioni della Fornero, dei veri e propri errori clamorosi, a partire dalla questione degli esodati, fino a quella dei lavoratori precoci. Per questo ha espresso l’augurio che venga profondamente cambiata, grazie anche al tavolo aperto tra Governo e sindacati. La riforma delle pensioni ipotizzata dal Governo non va giù alla Cisal. Il Segretario generale, Francesco Cavallaro, non nasconde infatti che l’idea di poter accedere alla pensione anticipata tramite un prestito “non presenta solo caratteristiche di indebitamento forzoso, ma sembra assumere anche una vaga connotazione di ricatto”. Il numero uno della Confederazione italiana sindacati autonomi lavoratori fa anche notare che con questo sistema gli aspiranti pensionati dovranno pagare gli interessi, oltre alle penalizzazioni sugli assegni. “Sarebbe questa la soluzione tanto attesa? Un’offerta di indebitamento con doppia penalizzazione, costituita da una pensione ridotta su cui insisterebbe la rata del debito?”, stigmatizza Cavallaro, che invita quindi a separare previdenza e assistenza, così da far emergere che i conti della prima sono sostenibili e in grado di affrontare la richiesta di flessibilità pensionistica in altro modo.

La risposta del Governo all’interrogazione di Walter Rizzetto sugli esodati postali è arrivata ieri in commissione Lavoro della Camera. Come riporta il sito pensionioggi.it, Il sottosegretario al Welfare Massimo Cassano ha spiegato che gli esodati postali che maturano i requisiti per il pensionamento dal 2018 sono 82. Tuttavia i dati forniti dall’Inps appaiono incompleti dato che non comprendono le cessazioni individuali del rapporto di lavoro in cui né il lavoratore, né l’impresa sono tenuti ad alcuna comunicazione all’Inps. Il dato, inoltre, si riferisce ai lavoratori che hanno presentato domanda di salvaguardia.

Mentre si preparano a incontrare il Governo sul tema della riforma delle pensioni, i sindacati intervengono anche sulla previdenza complementare. Maurizio Petriccioli ha infatti ricordato come essa può aiutare lo sviluppo del Paese, anche perché aiutano i lavoratori a valorizzare il risparmio previdenziale, specie quando sono di natura contrattuale. Per questo il Segretario confederale della Cisl chiede che la politica economica e fiscale aiutino il settore a superare i suoi punti deboli e individuino “soluzioni premiali e strumenti che agevolino l’investimento volontario dei fondi pensione nell’economia reale e nello sviluppo infrastrutturale”.

Il direttore del Quotidiano di Sicilia fa pubblica ammenda, in quanto come ex insegnante riceve un assegno di importo superiore rispetto a quello che avrebbe avuto in base ai soli contributi versate. Carlo Alberto Tregua ricorda che, secondo Tito Boeri, ricalcolando le pensioni con il sistema contributivo si risparmierebbero 50 miliardi di euro. Dunque i pensionati sono dei privilegiati? Per Tregua, il problema sono le leggi che hanno consentito di avere pensioni più elevate dei contributi versati. Ora tornare indietro è difficile, tuttavia il giornalista non vuol sentire parla di diritti acquisiti, perché “un diritto è acquisito solo quando non ha violato i diritti degli altri” e oggi i pensionati stanno “letteralmente rubando la pensione dei figli e dei nipoti”. Tregua chiede quindi al Governo di intervenire per riportare equità.

Il prossimo martedì 14 giugno 2016 è stato fissato un importante incontro tra il Governo e le parti sociali per discutere della possibile riforma delle pensioni ed in particolare delle misure da prendere in considerazione per favore la flessibilità, consentendo l’uscita dal mondo del lavoro in maniera anticipata rispetto ai vincoli della Legge Fornero senza eccesive penalizzazioni sull’importo pensionistico mensile. Intanto, alla Camera si sta discutendo di un’altra importante questione ed ossia il ddl delega contro la povertà. Un percorso che sembra essere ancora piuttosto lungo tant’è che sono arrivate ben 225 proposte emendative in Commissione Lavoro alla Camera tra cui alcune che riguardano molto da vicino il sistema pensionistico. In particolare è stata presentata una proposta relativa alla revisione sulle pensioni di reversibilità e l’integrazione al trattamento previdenziale minimo. Inoltre, alcuni deputati del Movimento Cinque Stelle hanno presentato una serie di proposte atte a diminuire i vitalizi dei parlamentari con le risorse ottenute da utilizzare per dare maggior enfasi proprio al piano di contrasto alla povertà. Ne sapremo di più nelle prossime ore.