Commentando il voto sulla Brexit, Alessandro Di Battista ha fatto cenno a quella che potrebbe essere una riforma delle pensioni “rivoluzionaria”. L’esponente del Movimento 5 Stelle ha infatti spiegato ai microfoni de Ilfattoquotidiano.it che il referendum inglese insegna quanto sia importante permettere ai cittadini di scegliere. Ha quindi fatto un esempio: indire in Italia un referendum per tagliare dell’80% le pensioni d’oro. Già durante la raccolta firme, ha aggiunto Di Battista, vedremmo pensionati come Dini o Amato preoccupati, tanto da avanzare una “controproposta” per tagliare le pensioni d’oro del 40%. “Questo è quello che insegna da un punto di vista politico strategico il referendum in Gran Bretagna”, ha aggiunto, facendo capire che la democrazia diretta aumenta il potere contrattuale dei cittadini. Vedremo se mai ci sarà un referendum sulle pensioni d’oro in Italia.
C’è attesa per sapere quali sono le proposte della Lega Nord in tema di riforma delle pensioni. Oggi, infatti, il partito di Matteo Salvini è impegnato a Parma per l’iniziativa del “cantiere” per un nuovo centrodestra. Lo stesso leader del Carroccio ha avuto modo di annunciare che “oggi cercheremo di spiegare come si riformano le pensioni, come si riducono le tasse, come si difende l’ambiente, come si limita l’immigrazione, come si ricostruisce l’Europa. Chi ci sta è benvenuto. Chi guarda al passato auguri, ma non fa parte della squadra”. Per Salvini gli italiani hanno bisogno di risposte e di alternative a Renzi e al Movimento 5 Stelle.
Gli esodati si sono ritrovati sotto il ministero del Lavoro proprio nel giorno in cui era previsto l’incontro Governo-sindacati sulla riforma delle pensioni. Come spiegano la Rete dei comitati, la giornata è stata fruttuosa, con ben quattro incontri istituzionali. Il primo con il Presidente del Pd Matteo Orfini. Il secondo con Cesare Damiano e Maria Luisa Gnecchi, molto attivi alla commissione Lavoro della Camera. Il terzo con il capo di Gabinetto del ministero del Lavoro e la Direttrice generale del ministero stesso. L’ultimo con il sottosegretario Pier Paolo Baretta presso la sede del Mef. “Tutti i nostri interlocutori, dimostrandoci ampia collaborazione, si sono resi disponibili ad ulteriori incontri con la Rete per seguire attentamente gli sviluppi dell’Ottava”, si legge nel resoconto della Rete.
C’è una certa soddisfazione nel Comitato Opzione donna per una novità nel confronto tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni. Le parti hanno infatti deciso di mettere sul tavolo, tra i vari temi previdenziali, anche quello del ricongiungimento dei contributi versati in gestioni diverse, per far sì che non siano più onerose. Si tratterebbe di un provvedimento importante, su cui il Comitato Opzione donna sta “premendo” da tempo. Infatti non è raro il caso di persone che, pur vicine ai requisiti pensionistici, non possono accedere alla quiescenza perché hanno versato nella loro vita lavorativa contributi in diverse casse. E per sommarli occorrono risorse di cui non dispongono. C’è poi il caso della Gestione separata dell’Inps: i contributi qui versati non possono essere ricongiunti nemmeno in forma onerosa.
La riforma delle pensioni continua ad essere al centro del dibattito politico. In attesa dei due prossimi incontro che il Governo Renzi ha messo in agenda con i sindacati e relativi ai giorni 28 e 30 giugno per parlare di Pensioni e Lavoro, anche le stesse parti sociali cercano di trovare delle possibili soluzioni eventualmente da sottoporre all’attenzione dell’Esecutivo. In particolare lunedì 27 giugno a Cuneo alle ore 9,15 presso la Sala Lanteri di via Emanuele Filiberto, ci sarà un incontro promosso dalla Cisl con tema “Futuro del lavoro e delle pensioni nel nostro Paese”. Un evento nel quale saranno presenti tra gli altri Massimiliano Campana segretario generale provinciale della Cisl di Cuneo, Patrizia Manassero componente della Commissione Lavoro e Previdenza del Senato, Andrea Olivero vice Ministro delle Politiche Agricole, Alessio Ferraris segretario Cisl Piemonte e Maurizio Petriccioli segretario confederale Cisl.
Continua il dialogo tra il Governo Renzi ed i sindacati sul delicato tema della riforma pensioni. In queste ore si sta lavorando sulle proposte messe in campo dall’esecutivo e dal Ministro Poletti sullaflessibilità, con la possibilità di andare in pensione con un anticipo pari al massimo a tre anni in luogo di penalizzazioni che verrebbero coperte dalle banche con un prestito da restituire in venti anni. Una soluzione che non è stata salutata con estrema soddisfazione dai sindacati che tuttavia in queste ore hanno palesato un certo ottimismo in ragione della disponibilità del Governo nel ridiscutere tanti aspetti. Infatti,il numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo ha sottolineato come già sia positivo il fatto che il tavolo di confronto non sia stato rotto. Parole di apprezzamento che trovano eco in Annamaria Furlan, segretario della Cisl, che ha lasciato trapelare un cauto ottimismo che si possa giungere ad una soluzione condivisa. Intanto, per i prossimi giorni sono stati fissati nuovi incontri con il Governo: il 28 si tornerà a parlare di pensioni mente il 30 sarà la volta del lavoro. Terminata questa fase, non è da escludere che si possa accedere a dei tavoli tecnici per trovare le soluzioni con tanto di numeri ben definiti. Mentre monta sempre di più la preoccupazione per l’uscita dall’Unione Europa della Gran Bretagna decisa dal referendum sul Brexit, in Italia si ritorna a parlare di pensione ed in particolare di uscita anticipata. A farlo è il presidente della Commissione Lavoro alla Camera ed esponente PD, Cesare Damiano che insiste sulla proposta per consentire ai lavoratori di avere la tanto agognata flessibilità. Damiano parlando del prestito per avere accesso alla pensione in anticipo fa presente come esso debba essere pagato dallo Stato e non dal cittadino aggiungendo: “Bisogna che ci sia un intervento per rendere nulli tutti i costi del’anticipo pensioni.. I soldi ci sono e i numeri anche. Non venga in mente a qualcuno di imbrogliare le carte”. Cesare Damiano lo ha detto durante l’odierna puntata della trasmissione Mi Manda Rai Tre in onda ovviamente sulle frequenze di Rai Tre.I lavoratori precoci sono pronti a far sentire ancora la loro voce per far sì che la riforma delle pensioni annunciata dal Governo contenga Quota 41. Questa sera durante la trasmissione “Dalla vostra parte”, in onda su Rete 4 alle 20:30, è previsto un collegamento in diretta dalla piazza del Mercato di Marghera, dove saranno presenti degli esponenti del Comitato Veneto dei lavoratori precoci. “Ringraziamo e sosteniamo caldamente il comitato Veneto che, considerato che ultimamente si è parlato molto di ape e altre soluzioni che arrecherebbero vantaggi prevalentemente ad altre categorie di lavoratori, in particolare a chi dovrebbe andare con l’età e non con l’anzianità contributiva, cercherà di sottolineare e puntualizzare maggiormente la richiesta di quota 41 per tutti a prescindere dall’età e senza penalizzazioni!”, ha scritto in un post sul gruppo Facebook “Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti” Moreno Barbuti, uno degli animatori del gruppo stesso.
Susanna Camusso non sembra molto entusiasta del risultato del confronto tra Governo e sindacati in tema di riforma delle pensioni. “Non abbiamo discusso di Ape, non siamo l’ufficio mutui, l’Ape interessa di più il Governo, a noi interessa l’intera piattaforma delle pensioni”, ha detto la numero uno della Cgil, di fatto confermando che le posizioni tra le parti sono ancora lontane. Il prossimo incontro si terrà comunque a breve e quindi ci potrebbero essere delle novità importanti. Tuttavia la sindacalista ha detto che “siamo molto lontani dal dire che ci sono soluzioni”. Non resta che aspettare di vedere quale esito avrà il confronto continuo tra le parti.
Elsa Fornero torna a parlare della riforma delle pensioni allo studio del Governo. Per l’ex ministro, l’Ape da un lato si conferma “l’assetto della riforma del 2011, dall’altro lato si dice che bisogna trovare soluzioni per rendere più flessibile l’età di pensionamento, distinguendo tra categorie di lavoratori e fare questo senza gravare sul bilancio pubblico”. Parlando a Radio Cusano Campus, la Professoressa torinese ha evidenziato come l’esecutivo stia compiendo una “rottura” rispetto al passato, dato che di solito si facevano promesse senza preoccuparsi di chi ne avrebbe pagato il conto. Poi la Fornero è tornata a parlare della sua riforma e del rimpianto per non essere riuscita a comunicarla adeguatamente ai cittadini, anche per un’eccessiva strumentalizzazione compiuta sulla sua legge.
“Il lavoro va avanti a favore di quanti sono stati penalizzati dalla riforma Fornero”. Queste le parole di Maurizio Petriccioli dopo l’incontro tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni. Per il Segretario confederale della Cisl il confronto con l’esecutivo prosegue con l’obiettivo di trovare “soluzioni ai problemi strutturali presenti nella normativa previdenziale”. Nei prossimi incontri, ha aggiunto, si cercherà in particolare di affrontare “i lavori usuranti, la condizione dei lavoratori precoci, le ricongiunzioni onerose, la flessibilità in uscita, la previdenza complementare, gli esodati”.
Dopo l’incontro con il Governo sulla riforma delle pensioni, Carmelo Barbagallo non vuole sbilanciarsi a dare un giudizio su quanto emerso al tavolo di confronto. Nella conferenza stampa che è seguita al vertice, infatti, il Segretario generale della Uil ha detto che “il confronto prosegue. Noi siamo interessati più ad alcuni temi, quelli della nostra piattaforma, il Governo è più interessato all’Ape”. Dunque, “il percorso non è concluso” e il confronto tra le parti andrà avanti nei prossimi giorni, più precisamente attraverso gli incontri già programmati del 28 e del 30 giugno.
Il tavolo di confronto tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni porta una novità. L’Ape varrà anche per gli impiegati pubblici e i lavoratori autonomi, non solo quelli dipendenti privati. È stato lo stesso Giuliano Poletti a dirlo nella conferenza stampa che ha fatto seguito all’incontro di ierisulle pensioni, specificando che si tratta di una possibilità, per far sì che l’anticipo pensionistico possa essere utilizzato da tutti i cittadini. Il ministro del Lavoro ha anche detto che il confronto con le parti sociali sta compiendo passi avanti. “Ci sono punti convergenti e punti divergenti in questa fase, quale sarà l’esito è frutto del lavoro che stiamo facendo”, ha aggiunto. Tommaso Nannicini ha invece spiegato che uno dei punti su cui si sta più concentrando lo sforzo è far sì che i costi dell’anticipo pensionistico “siano più bassi possibile”, non escludendo che possano esserci novità anche “sulla platea, in modo che ci siano forti agevolazioni”.