Come noto, Cesare Damiano e Marialuisa Gnecchi hanno presentato una proposta di legge per l’ottava salvaguardia degli esodati. Giuliano Cazzola, attraverso le sue punture di spillo su Formiche.net, fa però notare che, secondo gli ultimi dati Inps, i sette provvedimenti finora varati sono serviti anche per concedere una deroga alla Legge Fornero anche a “pensionati d’oro”. Sono infatti più di 10.000 (su quasi 93.000), coloro che dopo una salvaguardia hanno avuto accesso alla pensione con un assegno sopra i 3.000 euro. Mille di loro incassano più di 5.000 euro mensili.



La decisione della Corte Costituzionale sulla legittimità sul prelievo delle cosiddette Pensioni d’oro inserito in un’apposita legge varata dal Governo Letta, potrebbe aprire nuovi scenari in Italia che fino a qualche settimana venivano visti come vera utopia. Sull’argomento ha espresso le proprie impressioni Paola Montis, Presidente Regionale dell’ANAP (Confartigianato Pensionati Sardegna) che ha sottolineato: “Ridurre l’enorme divario che esiste nel nostro sistema pensionistico tra le pensioni di importo assai elevato, che talvolta sono sproporzionate rispetto alla contribuzione effettivamente versata e le pensioni di basso importo che spesso non consentono di condurre un’esistenza dignitosa è una misura di carattere sociale ed equitativa che non può non trovare il consenso dell’Anap, anche perché sono aumentate le pensioni che si situano al di sotto della soglia di povertà”.



Cesare Damiano e Marialuisa Gnecchi, in attesa di novità sulla riforma delle pensioni allo studio del Governo, ricordano di aver presentato una proposta di legge per l’ottava salvaguardia degli esodati. I due deputati del Pd criticano anche alcune circolari dell’Inps, come quella relativa a Opzione donna o i lavoratori nati nel 1952 che potrebbero andare in pensione anticipata, ma non possono se erano senza lavoro il 28 dicembre del 2011. “Il Governo, che è impegnato nel confronto con il sindacato sul tema delle pensioni, dovrebbe dare una risposta su questo argomento, anche perché i lavoratori del ’52 potrebbero già fare domanda di pensionamento”, aggiungono i due.



Oggi è un giorno molto importante per i lavoratori precoci. Alle 14:30, infatti, una loro delegazione incontrerà a palazzo Chigi Tommaso Nannicini, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio che sta seguendo da vicino il dossier relativo alla riforma delle pensioni e che nei giorni scorsi aveva fatto sapere che l’esecutivo stava studiando la modalità per far sì che l’Ape non comportasse penalizzazioni proprio per i lavoratori precoci. In molti sono pronti a essere presenti davanti alla sede governativa, anche se non potranno accedervi. Di certo dopo mesi di lotta, l’incontro con un membro del Governo è una tappa importante e fa sperare che si possa arrivare a un risultato positivo.

Oggi è l’ultimo giorno per versare i contributi Inps per le Colf relativi al trimestre aprile-giugno. L’importo da versare varia a seconda della paga corrisposta e all’orario svolto, secondo delle precise tabelle preposte. In ogni caso non ci sono state variazioni rispetto all’ultimo trimestre. Come segnala CorrierEconomia, per le Colf sono previsti 26 giorni di ferie all’anno, ridotti a 2,16 giorni per ogni mese lavorato in caso di anzianità di servizio inferiore a un anno. Per il personale straniero è anche prevista la possibilità dell’accumulo biennale delle ferie in caso serva del tempo da trascorrere in patria.

Mentre il Governo studia la riforma delle pensioni da presentare con la Legge di stabilità, i Vigili del fuoco chiedono di avere lo stesso trattamento pensionistico degli altri corpi dello Stato. E per questo oggi sciopereranno dalle 9:00 alle 13:00. La mobilitazione è stata indetta dal Conapo, il sindacato autonomo dei Vigili del fuoco, che in una nota ha spiegato di aver sollevato da tempo la questione di fronte al Governo. “Percepiamo oltre 300 euro mensili in meno e non abbiamo le tutele previdenziali degli altri corpi, nonostante diamo la vita per la sicurezza dei cittadini. Siamo veramente amareggiati dal disinteresse della politica verso i Vigili del fuoco, eppure non chiediamo privilegi ma la sacrosanta parità di trattamento lavorativo tra i corpi che si occupano di sicurezza”, spiega Antonio Brizzi, Segretario generale del Conapo. Durante lo sciopero, nel rispetto degli accordi di settore, saranno comunque garantiti tutti i servizi essenziali di soccorso pubblico alla popolazione e i servizi di trasporto aereo. Il Conapo ha spiegato che è pronto a metter in campo ulteriori azioni di protesta se il Governo non metterà all’ordine del giorno la questione delle retribuzioni e pensioni dei Vigili del Fuoco. Già mercoledì è in programma una protesta davanti alla sede del ministero dell’Economia. 

La riforma pensioni 2016 prosegue nella sua ideazione e conformazione, anche se il Governo continua nelle discussioni con i sindacati e con l’Inps per provare a trovare la formula giusta che eviti il default tra qualche anno. All’interno dell’economia assistenziale, in settimana si aprirà un fronte parallelo che condurrà il Parlamento verso lo studio in esame del disegno di legge delega di contrasto alla povertà. Il calendario dei lavori della Camera inizierà la discussione generale del provvedimento martedì prossimo e andrà avanti fino al via libera definitivo entro almeno due settimane. Il tema principale della Delega, spiegato dal portale Pensioni oggi, prevede il sostegno unico contro la povertà, una sorta di misura nazionale di contrasto alla povertà inter come impossibilità di disporre dell’insieme dei beni e dei servizi necessari a condurre livelli di vita dignitosi che portino addirittura all’esclusione sociale. Secondo il governo tale misura dovrà essere individuata come livello essenziale da garantire uniformemente a tutto il territorio nazionale. Un riordino delle prestazioni assistenziali sarà il fine ultimo della Delega, con il metodo utilizzato per calcolare quanto spetterà ai vari bisognosi che sarà garantito dall’indice Isee personale e familiare.

Giuliano Poletti conferma che la riforma delle pensioni è una priorità per il Governo, che intende inserirla nella Legge di stabilità. Il ministro del Lavoro, intervistato da Affaritaliani.it, ha spiegato che ci sono 600-700 milioni di euro a disposizione per varare il provvedimento. Del resto il Governo ha il vincolo di approvare una legge sulle pensioni  che sia compatibile con il bilancio pubblico e i “patti” presi con l’Europa. Riguardo all’Ape, Poletti ha spiegato che chi ha un lavoro e ha un reddito può decidere se vuole continuare a lavorare altri tre anni oppure se vuole scegliere il pensionamento, ma questo avrà un costo”. Un costo che verosimilmente, stando ad altre precedenti dichiarazioni del ministro, saranno ridotti per chi invece un lavoro non ce l’ha. Poletti ha anche spiegato che insieme ai sindacati si sta valutando se ampliare il bonus da 80 euro alle pensioni minime o un altro tipo di intervento specifico per gli assegni più bassi. Al momento non è stata presa però alcuna decisione.

Per Massimo Vivoli occorre una riforma delle pensioni con degli interventi che non abbiano più il sapore della provvisorietà. Il Presidente della Confesercenti ritiene in particolare che i lavoratori che vogliono lasciare spazio ai giovani “devono poterlo fare, ma conoscendo bene i contenuti delle opzioni che vengono loro proposte e soprattutto l’eventuale remissione, in termini economici, che possono comportare”. Vivoli ha quindi ricordati che la Confesercenti ha presentato recentemente la proposta di una staffetta generazionale, capace di non creare dei “contraccolpi economici” per i lavoratori. “Occorre tornare a motivare i giovani, a consentire loro di immaginare un futuro nel proprio Paese ed allo stesso tempo occorre garantire ai lavoratori in uscita un’anzianità serena e dignitosa”, ha aggiunto.

Durante la presentazione della relazione annuale dell’Inps, Giuliano Poletti ha parlato della riforma delle pensioni su cui ha aperto un tavolo con i sindacati. Il ministro del Lavoro ha spiegato che c’è “un problema di compatibilità di conti con l’Ue”. Questo vuol dire che il Governo deve sostanzialmente “dare una garanzia di controllo dei conti pubblici e decidere quali sono le politiche da adottare su questo fronte”. Poletti ha detto che rispetto ai vari interventi che ci sono, “andremo incontro a persone che hanno più bisogno”, intendendo evidenziare che verrà data priorità a chi è disoccupato e vicino alla pensione rispetto a chi lavora.

La riforma delle pensioni allo studio del Governo non sembra prevedere una proroga di Opzione donna oltre quanto già stabilito con l’ultima Legge di stabilità. Eppure secondo i dati forniti dall’Inps e segnalati da Pensionioggi.it, al regime sperimentale hanno fatto ricorso negli ultimi anni sempre più italiane. Le domande presentate nel 2015 sono state infatti più di 19.000, in netta crescita rispetto alle 11.500 del 2014 alle 8.800 del 2013. Il primo “boom” si era comunque avuto nel 2012, con 5.600 domande contro le meno di 1.400 dell’anno prima. Merito, ovviamente, della Legge Fornero. E la crescita degli ultimi anni si può verosimilmente attribuire alla “pubblicità” crescente per Opzione donna che si è avuta nel tempo proprio come forma di pensione anticipata.

Il Governo sta studiando una riforma delle pensioni, ma dalla Fnp-Cisl arriva la richiesta di interventi urgenti per “mettere fine alla grave situazione di difficoltà che vivono i pensionati”. Gigi Bonfanti, numero uno dei pensionati cislini, evidenzia infatti che “ci troviamo di fronte a una situazione nella quale la popolazione di domani sarà sempre più anziana, e questo non può non farci riflettere sulla necessità di intervenire per assicurare trattamenti pensionistici che possano far fronte alle esigenze future”. Per il sindacalista, dunque, il Governo deve ridurre il carico fiscale sulle pensioni e sulla loro rivalutazione. 

Mentre sindacati e Governo continuano il loro confronto sulla riforma delle pensioni nella speranza di trovare un accordo in ottica uscita anticipata, arrivano delle interessanti notizie per i lavoratori precoci che riaccendono la speranza sulla Quota 41. Novità che arrivano direttamente dal Presidente della Commissione Lavoro alla Camera ed esponente Pd, Cesare Damiano, che ha annunciato il raggiungimento di quota 50 mila firme a sostegno della proposta che consentirebbe di accedere alla pensione anticipata rispetto a quanto previsto dalla legge Fornero. In particolare la proposta di legge prevede la possibilità della pensione anticipata al raggiungimento dei 41 anni di contributi versati senza penalizzazioni e senza aver raggiunto per forza il requisito anagrafico. 50 mila firme che a questo punto potrebbero mettere ulteriore pressione nei riguardi del Governo che potrebbe prendere la proposta maggiormente in considerazione.