Governo e sindacati stanno discutendo sulle soluzioni per lavoratori precoci e lavori usuranti da inserire in legge di stabilità nella cornice dell’Anticipo pensionistico (Ape). Lo rivela Ermenegildo Bonfanti, segretario generale nazionale di Fnp-Cisl, l’organizzazione che difende i pensionati. Per il sindacalista «non è vero che queste due categorie sono state escluse: il tema è se utilizzare l’Ape oppure degli altri strumenti. Per i lavori usuranti bisogna trovare una soluzione che consista nel cambiare la legge attuale, perché ci sono alcune categorie come gli edili che sono esclusi dall’uscita anticipata».



Bonfanti, che cosa ne pensa dell’Ape proposto dal governo?

C’è effettivamente la necessità di trovare uno strumento per dare più flessibilità all’uscita dei lavoratori, soprattutto per quanto riguarda quelli che lavorano in alcuni settori particolari. L’Ape però non risolve fino in fondo questa tematica, sia dal punto di vista degli strumenti tecnici che dal punto di vista di quelli economici. C’è un tavolo di discussione, vediamo come andrà a finire. Il sindacato parteciperà per migliorare o modificare lo strumento. Così com’è l’Ape non risolve i problemi che noi abbiamo posto.



Quali sono i principali limiti dell’Ape?

Se non si riuscirà a concretizzare alcune delle soluzioni che abbiamo anche discusso con il governo, rischiamo di fare pagare ai singoli lavoratori e all’insieme dell’industria un problema che in realtà non è stato originato né dai dipendenti, né dalle aziende. C’è bisogno di inventarsi uno strumento che non ponga sulle spalle del lavoratore tutto il peso dell’uscita anticipata.

I lavoratori che andranno prima in pensione dovranno rinunciare fino al 25% del loro assegno. È giusto?

Su questo non voglio intervenire, perché non so chi abbia fornito questa notizia, ma per noi che siamo al tavolo fino a questo punto non siamo arrivati. È una delle questioni che stiamo ancora definendo.



Voi che numeri avete?

È ancora presto per dirlo. Se l’Ape serve soltanto ad anticipare l’uscita di due anni, i numeri non sono significativi. Se invece porta a un’uscita già quattro anni prima o anche qualcosa di più, i numeri sono più consistenti.

Lavoratori precoci e lavori usuranti sono esclusi dall’Ape. È giusto?

Non è vero che sono esclusi. Quantomeno dalle discussioni che abbiamo avuto, il tema è se utilizzare l’Ape oppure degli altri strumenti. Per i lavori usuranti bisogna trovare una soluzione che consista nel cambiare la legge attuale, perché ci sono alcune categorie come gli edili che sono esclusi dall’uscita anticipata. Abbiamo incominciato la discussione per vedere quale sia lo strumento migliore per fare in modo che i lavoratori precoci e quanti svolgono mestieri usuranti possano uscire prima.

 

Quali sono le altre vostre richieste?

Tra le nostre richieste c’è la “no tax area”, la revisione della fiscalità sulle pensioni, il recupero del potere d’acquisto, il superamento dei problemi legati alla ripartizione tra previdenza e assistenza.

 

Il fatto che il governo vi abbia convocato è una svolta positiva?

Dal punto di vista del metodo ritengo che sia una svolta positiva. Dal punto di vista dei contenuti, tutti gli aspetti economici che saranno definiti nel corso del lavoro poi entreranno nella legge di stabilità oppure non troveranno una traduzione pratica. Poiché la nuova legge di stabilità dovrà essere definita entro il 15 settembre, i tempi sono ristrettissimi. Luglio è quindi il mese idoneo per trovare soluzioni abbastanza definitive.

 

(Pietro Vernizzi)