Oggi alla Camera dei deputati non si è parlato direttamente di riforma delle pensioni, ma di un tema comunque importante in materia previdenziale: quello di Opzione donna. Marialuisa Gnecchi e Titti Di Salvo hanno infatti posto delle domande a Giuliano Poletti con particolare riferimento al monitoraggio dell’Inps che dovrebbe consentire di sapere se Opzione donna potrà essere prorogata. Il ministro del Lavoro ha detto che sono state poco più di 7.000 “le lavoratrici che hanno ottenuto la pensione con decorrenza successiva al 31 dicembre 2015 per aver esercitato l’Opzione donna”. Il relativo onere finanziario è stato pari a 63,3 milioni. Poletti ha quindi detto che il ministero assicura che impiegherà le risorse non utilizzate (erano stati stanziati circa 200 milioni di euro) “per interventi con finalità analoghe a quelle di Opzione donna, compresa la proroga della sperimentazione”.



Tra gli interventi pubblicati sul nuovo numero di “LavoroWelfare”, la rivista dell’associazione presieduta da Cesare Damiano, ce n’è anche uno di Davide Tripiedi, dedicato alla sua proposta di riforma delle pensioni per far sì che i lavoratori delle imprese edili e affini abbiano un accesso anticipo alla pensione. Il deputato del Movimento 5 Stelle evidenzia come sia necessario creare “una griglia di osservazione dei cosiddetti lavori usuranti che permetta di rilevare l’eventuale immotivata esclusione dal riconoscimento” per molti lavoratori del settore edilizio. Tripiedi, che fa anche parte della commissione Lavoro della Camera, evidenza che il fondo per i lavori usuranti non solo è stato poco utilizzato, ma  “è stato saccheggiato dal governo e spostato in altri settori piuttosto che essere utilizzato al fine di allargare agli edili le giuste tutele”.



Cesare Damiano rilancia la necessità di una riforma delle pensioni all’insegna della flessibilità. Intervistato da Il Velino, l’ex ministro del Lavoro evidenzia come occorre evitare che ci siano nuovi poveri, garantendo alle categorie più deboli di poter accedere prima alla pensione. Coloro che rimangono disoccupati a 62 anni, ai disabili, ai lavoratori precoci e usurati occorre quindi offrire un provvedimento che eviti la loro caduta in povertà in età avanzata. Il Presidente della commissione Lavoro della Camera ha anche avanzato l’ipotesi di un blocco delle indicizzazioni per le pensioni più alte per destinare i risparmi ottenuti a un aumento della quattordicesima degli assegni più bassi. Ieri una delegazione di lavoratori precoci ha consegnato al Senato le 50.000 firme digitalizzate per la petizione promossa da Lavoro&Welfare a sostegno del ddl 857 che contiene anche Quota 41. Roberto Occhiodoro, uno degli animatori del gruppo Facebook “Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti” ha scritto un post per spiegare che c’è stato modo di parlare con Maurizio Sacconi, vicepresidente del Senato, nonché Presidente della commissione Lavoro, a cui hanno ribadito la propria contrarietà all’Ape. L’ex ministro ha spiegato ai precoci che il Governo non ha ancora avanzato alcuna proposta scritta e ha ammesso che votare la Legge Fornero è stato un errore per la sua rigidità e il brusco innalzamento dell’età pensionabile che ha comportato. Inoltre, è rimasto sorpreso nell’apprendere che tra i lavoratori precoci c’è anche chi ha iniziato a lavorare prima dei 15 anni.



In attesa di una riforma delle pensioni che introduca un’ottava salvaguardia, dalla Rete dei comitati degli esodati giunge un nuovo aggiornamento sulle istanze dei mobilitati relative alla settima salvaguardia a seguito  di un nuovo dialogo con la Direzione generale dell’Inps. Emerge quindi che nelle ultime settimane sono state inviate oltre 1.500 lettere di certificazione. Inoltre, viene chiarto che i mobilitati privi di accordo provenienti da azienda fallite e che hanno ottenuto il sì a diritto e sono nella condizioni di documentare che le procedure di fallimento sono iniziate prima del 31 dicembre 2011 riceveranno la lettera di salvaguardia. Restano quindi in sospeso le istanze di quei mobilitati provenienti da aziende fallite per le quali le sedi territoriali non hanno ancora documentato alla Direzione generale dell’Inps l’inizio delle suddette procedure entro fine 2011. Le pochi sedi territoriali ritardatarie, spiega la Rete, verranno quindi sollecitate.

Il Governo Renzi continua a porre grande attenzione sulla questione relativa alla riforma pension e alla flessibilità in uscita con continui incontri con i sindacati nel tentativo di trovare una certa convergenza per quanto concerne soluzioni per permettere l’uscita anticipa dal mondo del lavoro senza incorrere in penalizzazioni sull’importo mensile. A tal proposito è stato annunciato un nuovo incontro per il prossimo venerdì 29 luglio tra il Governo ed i sindacati per fare il punto della situazione delle pensioni. A confermarlo è stato lo stesso Ministro del Lavoro Giuliano Poletti nel corso di un incontro tenutosi a Bari su ‘Giovani, lavoro, imprese e territorio’ sottolineando: “Abbiamo convenuto di vederci per fare il punto sullo stato di avanzamento dei colloqui che abbiamo in corso sia sui temi del lavoro che sui temi delle pensioni”. Entrando maggiormente nel merito, l’incontro tra Governo e Sindacati avverrà alle ore 12,00 di venerdì e saranno presenti oltre allo stesso Ministro Poletti anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini, il segretario della CGIL Susanna Camusso, la segretaria della CISL Annamaria Furlan ed il segretario nazionale della Uil Carmelo Barbagallo.