Una delegazione di lavoratori precoci ha incontrato gli onorevoli Tripiedi e Cominardi, appartenenti al Movimento 5 Stelle e membri della commissione Lavoro della Camera. Lo riferisce Roberto Occhiodoro, animatore del gruppo Facebook “Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti”, in un post in cui spiega che i due parlamentari “si sono dichiarati disponibili, e soprattutto convinti della giustezza delle nostre richieste, tanto che le appoggeranno sia in Commissione Lavoro, sia negli incontri che avranno con Nannicini, sia in aula al momento della discussione della Legge di Stabilità”. Occhiodoro segnala anche che ci sarà un nuovo incontro con i due dopo la riapertura della Camera per la pausa estiva.  Secondo Giuliano Cazzola, sulla riforma delle pensioni allo studio del Governo rischiano di non tornare i conti. Nelle sue punture di spillo su formiche.net, l’ex parlamentare evidenzia: “A stare a quanto viene anticipato dai quotidiani, gli interventi sulle pensioni da inserire nella legge di stabilità sembrano essere ragionevoli, dal momento che affrontano situazioni settoriali e specifiche. Tuttavia, anche per queste misure occorrerebbero risorse significative, in una situazione di finanza pubblica che continua ad essere problematica e parecchio incerta”. In effetti c’’è molta carne al fuoco, insieme ai conti da far tornare per il bilancio pubblico.



Per l’ottava salvaguardia degli esodati sono già previsti dei ritardi. Come evidenzia il portavoce della Rete dei comitati degli esodati, Francesco Flore, il Sottosegretario Bobba avrebbe dovuto presentare alla commissione Lavoro della Camera i numeri sui risparmi ottenuti dai sette precedenti interventi di salvaguardia, ma non l’ha fatto perché ancora la settima salvaguardia non è stata chiusa. “Questo causa nell’immediato la condanna di 34.000 lavoratori ad altri mesi di ansiosa attesa ed incertezza per il loro futuro”, evidenzia Flore in un’intervista a urbanpost.it, aggiungendo che a suo modo di vedere l’ottava salvaguardia deve essere approvata prima della Legge di bilancio.



La Camera dei deputati ha approvato il suo bilancio e, come riporta Il Sole 24 Ore nella sua analisi, pensioni e vitalizi continuano ad avere un notevole peso, in continuo aumento. “il costo delle pensioni per i dipendenti infatti nel 2016 aumenta del 4,32% rispetto al 2015 e continua ad avere un trend di crescita anche nel 2017 e nel 2018. Il costo dei vitalizi, invece, nel 2016 diminuisce dell’1,8%, ma viene dato in risalita nelle previsioni per il 2017 e 2018”, si legge sul quotidiano di Confindustria. Tutto questo nonostante tagli alle spese di Montecitorio superiori al 2% rispetto all’anno scorso. 



Matteo Salvini attacca nuovamente Laura Boldrini, tirando in ballo il tema delle pensioni. Dalla festa della Lega Nord ad Arcore, il leader del Carroccio ha infatti ricordato che secondo la Presidente della Camera occorre far entrare in Italia 300mila immigrati all’anno per pagare le pensioni. “Sei tarata mentale se pensi che bisogna sostituire gli italiani che non fanno figli”, ha detto Salvini. “Accogliere donne e bambini in fuga dalla guerra è un dovere sacrosanto”, ha aggiunto il leghista, “ma quando domani mattina vado a farmi un giro in Stazione centrale a Milano, di donne e bambini ne vedo pochi”.

Dalle pagine de Lavoce.info, Carlo Mazzaferro evidenzia un punto debole della riforma delle pensioni allo studio del Governo. L’economista riconosce che è un pensiero abbastanza diffuso quello per cui la flessibilità in uscita consentirebbe di migliorare l’occupazione dei giovani. Perché il bilancio dello Stato non risenta di un’operazione di questo tipo, occorre però che “la somma complessiva delle pensioni che un individuo riceve nel corso della sua vita non dipenda dall’età di pensionamento”. In buona sostanza, la pensione anticipata dovrebbe comportare una penalizzazione che Mazzaferro ritiene debba aggirarsi tra il 3 e il 4 per cento per ogni anno di anticipo. Resta tuttavia il problema della maggior spesa per le pensioni nel breve termine. Da qui l’idea dell’Ape varata dal Governo. “Affinché il cerchio si chiuda, però, i lavoratori che vogliono anticipare la pensione devono accettare di indebitarsi e di ricevere una prestazione pensionistica più bassa per almeno venti anni”, evidenzia l’economista, che non può mancare di far notare che si tratta di “due risultati che non possono essere dati per scontati nel panorama italiano e di cui forse l’esecutivo è cosciente”.