La riforma delle pensioni allo studio del Governo non piace agli italiani, segnalano in una nota Federconsumatori e Adusbef. Le due associazioni a difesa dei consumatori spiegano di aver ricevuto diverse lamentele da parte dei cittadini a proposito dell’Ape. E condividono con loro le perplessità circa il fatto che la pensione anticipata comporti un indebitamento ventennale. “Ma l’aspetto peggiore è quello relativo ai risvolti, che qualcuno non dice, di tale operazione. Dietro alla concessione di tali forme creditizie si nasconde, infatti, l’ennesimo e generoso regalo a banche ed assicurazioni: vi saranno infatti onerosi costi assicurativi e ricchi introiti per le banche”, aggiungono Adusbef e Federconsumatori.



Il Movimento 5 Stelle non usa mezzi termini per definire l’Ape, intervento centrale della riforma delle pensioni allo studio del Governo, dato che l’anticipo pensionistico viene definito una “polpetta avvelenata”. “Invece di riformare alla radice la legge Fornero e consentire ai giovani di entrare e svecchiare così il nostro sistema produttivo, il governo si concentra su meccanismi che lasciano in braghe di tela i futuri pensionati e che favoriscono la solita lobby di banche e assicurazioni”, dicono i parlamentari pentastellati in una nota. “Incapaci di tagliare le pensioni d’oro e i vitalizi dei soliti privilegiati, i partiti sanno sempre come fare cassa quando si tratta della previdenza. E la soluzione è bastonare i normali cittadini”, aggiungono.



L’Ape, intervento centrale della riforma delle pensioni allo studio del Governo, è al centro di diverse critiche, in particolare per la necessità da parte dei lavoratori di ricorrere a un prestito bancario. Maino Marchi, deputato del Partito democratico, ci tiene però a fare chiarezza e a Il Velino spiega che “i soggetti interessati dall’anticipo pensionistico non avranno alcun rapporto con le banche. Sarà l’Inps a stipulare il mutuo per il prestito, quindi non c’è motivo di allarmismi”. Il capogruppo del Pd in commissione Bilancio difende quindi la scelta dell’Esecutivo, ricordando che in ogni caso “se l’accordo va in porto, qualche aggiustamento è sempre possibile”.



Nuove parole contro Tito Boeri sulla riforma delle pensioni arrivano da Ivan Pedretti. Il Segretario generale dello Spi-Cgil ritiene che il professore della Bocconi non sia adatto a rivestire la carica di Presidente dell’Inps, “visto che i pensionati insieme ai lavoratori e alle imprese sono gli azionisti di maggioranza dell’ente che dovrebbe dirigere” e che da parte sua continuano ad arrivare attacchi ai pensionati italiani. “Trovo inqualificabili i tentativi del Presidente di minare il complicato confronto tra governo e sindacati sulle pensioni. Pensi piuttosto a fare bene il suo lavoro e a far funzionare l’Inps”, aggiunge Pedretti.

Nelle ultime ore si è fatta abbastanza insistente la voce secondo cui, in ragione di risorse troppo esigue, il Governo potesse effettuare soltanto uno degli interveti previsti per l’aumento della quattordicesima ed in supporto dei cosiddetti lavoratori precoci. Il Ministro Poletti, in una recente intervista, ha di fatto palesato una oggettiva difficoltà nel varare nell’ambito della prossima legge di Stabilità, un intervento per i lavoratori precoci evidenziandone gli alti costi. Nelle ultime ore lo stesso Nannicini confermando che l’intervento sull’aumento della quattordicesima si farà, ha praticamente confermato queste illazioni dando modo di capire che tra i due ambiti si è deciso di rinviare la vicenda lavoratori precoci. Ecco le parole di Nannicini: “La quattordicesima nell’intenzione del governo che sta discutendo di questo con i sindacati, non è di fare una misura contro la povertà. Queste misure stanno da un’altra parte, stanno nella delega povertà che può darsi venga rifinanziata perché la lotta alla povertà è uno degli obiettivi prioritari del Governo”.

C’è grande attesa per l’incontro che si terrà il prossimo mercoledì 21 settembre 2016 tra il Governo nelle persone del Ministro del Lavoro Giuliano Poletti ed il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini ed i vari rappresentanti dei sindacati. Un incontro che dovrebbe sancire in maniera definitiva ed ufficiale l’accordo sulla misura deputata a rendere possibile l’accesso anticipato al mondo previdenziale ed ossia l’Ape. Ape che dovrebbe essere approvato per un periodo sperimentale di due anni eventualmente rinnovabili e soprattutto diversificati a seconda dello status sociale del beneficiario. Quest’ultimo è un nodo piuttosto delicato anche perché direttamente legato alle risorse che effettivamente saranno messe a disposizione. A tal proposito dalla Ugl hanno rimarcato l’importanza che “la platea degli agevolati contenga tutti i veri disagi sociali”. Vedremo se tale aspettativa sarà soddisfatta o meno.

Lo scorso lunedì 12 settembre Governo e sindacati hanno trovato un’intesa di massima sul tema delle pensioni ed in particolar modo sull’Ape, strumento che dovrebbe consentire in via sperimentale per i prossimi due anni l’accesso anticipato alla pensione con un meccanismo basato su un prestito da ripianare in venti anni. Un accordo che è stato rimandato al prossimo 21 settembre allorché il Governo ed i sindacati si incontreranno nuovamente per definire il tutto. A tal proposito, il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha reso noto per mezzo di un post pubblicato sui social, di essere pronto a rispondere a tutte le domande dei cittadini sul tema delle pensioni dopo l’incontro del 21. Nel post si legge: “Il tema #pensioni riguarda da vicino la vita e il futuro di molte persone. Per questo l’informazione che le riguarda deve essere il più possibile trasparente, veritiera e diretta. Nei giorni successivi al mio incontro con i #sindacati del 21 settembre risponderò con un video alle vostre domande in merito, per un nuovo #filodiretto. Come sempre è sufficiente scrivere il proprio quesito nei commenti a questo post. A presto!”. Clicca qui per vedere il post e lasciare le vostre domande al Ministro.