L’agenza tecnica economica Aran ha pubblicato di recente la classifica degli stipendi pubblici: in periodo di rinnovi dei contratti statali, con i dipendenti pubblici che reclamano quell’aumento che da anni non avviene, interessante è vedere quali ambiti e aspetti i contratti statali vivono di cifre altamente sopra la media e che il governo Renzi avrebbe intenzioni di tagliare in alcune aree. La top ten vede in testa, con dati di retribuzione annua lorda del 2014, i dirigenti delle agenzie fiscali: 220mila euro, personale invece a 35mila euro. Al secondo posto troviamo enti non economici e in terza piazza i Ministeri, con i dirigenti che arrivano a 216mila euro annui, mentre il personale si attesta sui 28mila euro per ogni dipendente. Seguono a ruota Enti di Ricerca, la presidenza del consiglio dei ministri, la autorità dipendenti, e poi tutte le forze dell’ordine (Vigili Fuoco, Polizia, Esercito) fino ad arrivare alla scuola, con dirigenti a 62mila euro e gli insegnanti a 30mila euro lordi annui.
La questione dei contratti statali con l’aumento degli stipendi ai dipendenti pubblici è in corso di dibattito tra i banchi del governo: la riforma delle pensioni resta la spina nel fianco dell’esecutivo che in tempi stretti deve depositare la norma per la prossima Legge di Bilancio prima di fine anno. Ma altrettanto importante è la vicenda legata alla Pubblica Amministrazione: le modifiche del ministro Madia alla grande macchina burocratica dello stato italiano sembrano non convincere fino in fondo i sindacati, specie per gli aumenti dei contratti dei dipendenti statali che paiono troppo “bassi”. Per capire lo stato delle cose ieri importante è stato l’incontro tra il governatore della Regione Lombardia, Roberto Maroni e il vice ministro dell’Economia, Enrico Morando, all’apertura del Convegno di Studi Amministrativi sul tema “L’Italia che cambia”. Contratti e pubblica amministrazione dalla Lombardia fino all’emergenza nazionale: il Presidente lombardo ha ovviamente cercato di portare acqua al suo mulino, presentando al collega Morando il modello Lombardia come una possibile occasione di replica anche a livello nazionale. Morando ha voluto declinare per ora l’assoluta assimilazione di Governo-Lombardia, dicendo “non rispondo perché non voglio polemizzare con Maroni”, ma ha voluto comunque dare un taglio personale rispetto all’intera vicenda dei contratti statali. «Abbiamo bisogno di applicare bene la legge delega, perché oggi la Pubblica Amministrazione costa di più di quanto non dia all’economia e alla società. Questa è un’occasione molto importante per passare da una revisione della spesa lineare, a un modello con obiettivi a medio termine per operare il contenimento della spesa sulla base del raggiungimento di risultati», riporta il portale locale Resegone Online. Nelle prossime settimane questo verrà messo di nuovo a tema dal governo negli ultimi decisivi incontri con i sindacati che dovrebbero fornire l’aumento tanto chiacchierato in busta paga dei lavoratori statali.