Il rinnovo dei contratti statali continua a rappresentare un argomento rovente che vedrà presto il confronto tra esecutivo e sindacati. Secondo quanto riportato dal portale businessonline.it, la riforma della PA prevede dopo un blocco di 7 anni l’investimento di 2,5 miliardi di euro per il rinnovo dei contratti pubblici. Secondo gli statali della Uil, tuttavia, si tratterebbe di risorse non sufficienti. Al fine di far fronte al budget limitato, il governo prevede lo sblocco per tutti i lavoratori pubblici ma con l’aumento limitato ai più meritevoli, con un surplus che mensilmente si aggirerebbe tra i 18 ed i 22 euro. Una proposta che non sembra piacere alla Cisl la quale, tramite il segretario confederale Maurizio Bernava, ha precisato che “al sindacato non piace fare l’asta, ma il rinnovo deve essere “serio””. A confermare in parte la ridotta somma da destinare al rinnovo dei contratti statali è stato il viceministro all’Economia, Enrico Morando per il quale è necessario un aumento seppur restando sempre sotto la cifra dei 7 miliardi indicata dai sindacati.



Quello dei contratti statali è un tema caldo che vede l’impegno del governo rispetto al confronto in programma con i sindacati già dalla prossima settimana. Secondo i sindacati, per il rinnovo dei contratti servirebbero 7 miliardi (lo scorso autunno, nella Stabilità il governo ne ha stanziati 300 milioni di euro). Una cifra sulla quale è stata chiamata a commentare anche Susanna Camusso, leader Cgil, la quale in una recente intervista al quotidiano Repubblica.it si è limitata a commentare: “Quella cifra non è nostra ma dell’Avvocatura dello Stato”. Alla domanda relativa alla reale cifra che occorrerebbe investire per comprendere i contratti statali di tutti i dipendenti pubblici, la Camusso ha commentato: “Non faccio cifre. Dico, però, che, dopo anni di blocco, i salari nel pubblico impiego devono aumentare”. Per il governo, l’aumento dovrebbe essere legato a varianti quali il reddito, il merito e la produttività, quest’ultimo punto bocciato in tronco dalla leader Cgil. Si riuscirà a trovare un punto di incontro?



Riguarda il rinnovo dei contratti statali una delle questioni aperte che il governo dovrà affrontare con i sindacati nelle prossime settimane. Si tratta di una partita che deve essere ancora giocata su un doppio campo: quello della legge di Bilancio e quello del confronto tra le parti. Tra governo e sindacati è infatti guerra di cifre per quanto riguarda il rinnovo dei contratti statali. Come riporta Businessonline, “l’esecutivo vuole aggirare la scarsità di budget prevedendo lo sblocco per tutti i dipendenti pubblici, ma limitando l’aumento ai più meritevoli” e “stando alle prime stime sulla base della provvisorietà delle regole, il surplus dovrebbe aggirarsi intorno ai 20 euro al mese ovvero in forchetta tra 18 e 22 euro”. I sindacati chiedono un investimento di 7 miliardi di euro per comprendere i contratti statali di tutti i dipendenti pubblici ma il governo sembra intenzionato a “legare gli aumenti a merito, reddito e produttività”. Se non si dovesse raggiungere un punto d’accordo le organizzazioni sindacali sono pronte a uno sciopero generale del pubblico impiego.

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