Dopo il rilancio di Matteo Renzi sui contratti agli statali, precisi aumenti con incentivi di merito e più soldi in tasca anche ai dipendenti pubblici, scoppi ala grana dei contratti co.co.co., ovvero i contratti di collaborazioni e a progetto che dal 2017 saranno banditi definitivamente dal jobs Act dello stesso governo Renzi. Come nota la Cgil nelle parole di Michele Gentile, Responsabili Settori Pubblici, che faranno tutti quei dipendenti con questi tipi di contratti che nei primi mesi del 2017 dovranno subire il periodo di empasse da una regolamentazione ad un’altra. «è molto probabile immaginare che i contratti che finiranno tra tre mesi siano tantissimi. Bisogna trovare una soluzione. Posto che nel pubblico non può valere la regola della trasformazione del contratto da collaborazione a posto fisso. Per gli statali ci sarebbe di mezzo il concorso», spiega la Cgil sul quotidiano La Città. I co.co.co dell’Inail hanno trovato una misura ponte, ovvero il passaggio a contratto a tempo determinato della durata di un anno, spiega ancora Gentile, ma il rebus rimane aperto per il Governo che forse già nella legge di stabilità 2017 dovrà porre molta attenzione a questo settore.
La sferzata sui contratti statali arriva questa volta direttamente dal Premier Matteo Renzi che torna sull’argomento scottante dell’aumento stipendi per i dipendenti pubblici, al netto di ogni politica di merito che il governo sta cercando di istituire con le riforme del ministro Madia. Il rilancio è chiaro, se poi arriveranno anche i fatti questo è un altro ordine di problemi: «l’adeguamento dei salari anche con incentivi di merito, questo è il nostro obiettivo». Per il Premier, bisogna adeguare i salari e il rinnovo contrattuale in questo è fondamentale: «ma per far questi rinnovi ci vogliono incentivi di merito, come per i dirigenti, Questo richiede un cambio di mentalità molto complicato ma ci stiamo arrivando». Renzi sempre a Porta a Porta ha poi indicato quale sarebbe il percorso verso questo rinnovo particolare dei contratti statali: «Quando mi sento dire che bisogna restituire gli ottanta euro, dimostra una volta di più che certi messaggi che tendono a dare preoccupazione sono sbagliati. Non è che non avverto le difficoltà di ottantamila persone ma per questi ottantamila ci saranno altri 160mila che avranno diritto agli 80 euro. Non c’è da restituire gli ottanta euro. Questo deve essere chiaro».
In queste ore si stanno facendo tante ipotesi sulle modalità con cui il Governo Renzi abbia intenzione di affrontare la questione del rinnovo dei contratti statali che da troppi anni è stata rimandata in passato per via di conti pubblici non in ordine. Non che in questo momento le cose vadano decisamente meglio ma l’Esecutivo ha ribadito in più occasioni che il rinnovo resta assieme al taglio del livello di tassazione, le priorità da affrontare in tempi quanto più brevi possibili. Oggi ci sarebbe dovuto essere un nuovo incontro tra Governo e sindacati che però è stato rinviato al prossimo 12 settembre, portando i più malpensanti ad un tentativo dello stesso Governo di guadagnare tempo per trovare una soluzione. Non c’è dubbio che preoccupi il rallentamento del Pil nel secondo trimestre del 2016 per cui si potrebbe assistere ad un ridimensionamento delle risorse utilizzate per il rinnovo, come del resto ha già fatto intendere la Ministro Madia che ha sottolineato come i dipendenti statali che percepiscono 220 mila euro l’anno non possano attendersi in questo momento un aumento del proprio reddito.