Dopo Repubblica, anche Il Manifesto riporta la notizia secondo cui la richiesta della Commissione europea di varare una manovra aggiuntiva potrebbe trasformarsi in un “taglio” o in un rinvio della riforma delle pensioni. “Posporla di qualche mese permetterebbe di risparmiare 500 milioni e qualcos’altro potrebbe uscire fuori dall’eliminazione, o almeno da un rinvio sine die, degli aumenti delle quattordicesime. Una misura dolorosa, anche perché ci andrebbe di mezzo l’Ape social, la pensione anticipata senza restituzione che dovrebbe scattare da maggio”, si legge sul quotidiano di sinistra. E in effetti trovare 3,4 miliardi di euro senza aumentare le tasse o tagliare le spese è davvero difficile. Non è nemmeno detto che intervenire sulla sola previdenza possa bastare. Può darsi che il Governo debba anche “rimangiarsi” qualche altro provvedimento finanziato in deficit dall’esecutivo guidato da Matteo Renzi, come per esempio il bonus per i diciottenni o per le neo-mamme.



La notizia secondo cui il Governo Gentiloni starebbe pensando di rinunciare o di rinviare a parte della riforma delle pensioni varata nella Legge di stabilità per evitare una manovra aggiuntiva richiesta dall’Europa si sta diffondendo ed è arrivata anche alle orecchie di Susanna Camusso. La numero della Cgil, da Mantova dove si trovava per l’elezione del Segretario provinciale del suo sindacato, ha detto di sperare che presto il Governo spieghi cosa intenda concretamente fare rispetto alle richieste giunte dalla Commissione europea, “e che smentisca le indiscrezioni su un suo intervento sulle pensioni”. Le dichiarazioni della sindacalista, riportate dal sito de Il Giorno, si sono concentrate anche sull’andamento dell’occupazione e sui voucher lavoro, su cui la Cgil ha proposto un referendum che è stato dichiarato ammissibile dalla Corte Costituzionale. Camusso ha ricordato che i dati dell’Inps segnalano un loro aumento annuale, nonostante ieri abbiano evidenziato un calo mensile. Ora vedremo se l’esecutivo smentirà interventi sul pacchetto pensioni.



Come noto, il cumulo contributivo gratuito è una delle importanti novità della riforma delle pensioni: un provvedimento capace di avvicinare la pensioni per molti italiani. Ma non per tutti. Perché questa misura non è utilizzabile, per esempio, per accedere a Opzione donna o all’ottava salvaguardia degli esodati. Forse con un emendamento al decreto milleproroghe le cose cambieranno. Ma nel frattempo il Comitato Opzione donna social si sta preparando a presentare una diffida per evitare questa discriminazione. E, a quanto comunica Orietta Armiliato con un post sulla pagina Facebook del Comitato stesso, è stato raggiunto “un accordo di scopo” con il Comitato Licenziati o cessati senza tutele, guidato da Elide Alboni, che si batte per l’accesso all’ottava salvaguardia degli esodati. I due gruppi, quindi, agiranno insieme per preparare la diffida. Vedremo se sarà necessaria o se il Parlamento sanerà prima la situazione con il suddetto emendamento al decreto milleproroghe.



È arrivata l’attesa circolare del Miur riguardante le novità introdotte con la riforma delle pensioni e le modalità con cui insegnanti e personale della scuola possono accedervi. Per quanto riguarda Opzione donna, viene spiegato che “la domandi di dimissioni per l’opzione donna deve essere presentata utilizzando, esclusivamente, la procedura web Polis istanze on line che sarà resa disponibile dal 27 gennaio al 28 febbraio”. Per l’accesso all’ottava salvaguardia degli esodati, in particolare per chi è in congedo per assistere figli con disabilità grave, è possibile presentare la richiesta di accesso presso l’Ispettorato territoriale di competenza entro il 2 marzo. Successivamente si saprà se si ha diritto a rientrare nella salvaguardia. Dunque “solo ad esito della complessa procedura sarà possibile fornire indicazioni su tempi e modalità di presentazione delle istanze di cessazione”. Per quanto concerne l’Ape, il Miur ricorda che ancora non sono stati varati i decreti attuativi con le “istruzioni” per accedere all’Anticipo pensionistico, dunque bisognerà aspettare tali provvedimenti per “definire e comunicare modalità e tempi per la produzione delle relative istanze”.

Nella circolare, il Direttore generale Maria Maddalena Novelli ricorda anche che con la Legge di bilancio 2017 è stato previsto il cumulo gratuito dei contributi, che “può essere utilizzato per ottenere la pensione di vecchiaia, di inabilità, indiretta ai superstiti o, dal 2017, per ottenere la pensione anticipata”. Dunque, in buona sostanza, chi tra il personale della scuola vuole accedere all’Ape non deve presentare ora la domanda di cessazione entro la scadenza del 23 gennaio, ma attendere una nuova comunicazione del Miur che arriverà dopo i decreti attuativi.

Non arrivano buone notizie per quanti sono interessati dai provvedimenti della riforma delle pensioni. Secondo quanto riporta Repubblica, infatti, il Governo potrebbe “sacrificare” il pacchetto pensioni per accontentare le richieste dell’Europa. La Commissione Ue, infatti, ha chiesto all’Italia una manovra correttiva da 3,4 miliardi di euro. L’esecutivo, naturalmente, vorrebbe evitare di tagliare spese o aumentare imposte. E sta anche cercando di trattare con Bruxelles sull’importo della manovra. Posto che potrebbe anche dimezzarlo, bisognerebbe trovare delle risorse e una delle ipotesi, secondo quanto riporta il quotidiano romano, sarebbe quella di rimandare i provvedimenti non ancora entrati in vigore. E se prendiamo le pensioni, l’Ape potrebbe essere spostata da maggio a fine anno, con un un risparmio di circa 500 milioni di euro: una cifra di non poco conto. Tuttavia per avere risparmi il rinvio dovrebbe riguardare l’Ape social e questo potrebbe creare non poche proteste. Un’altra ipotesi, quindi, è quella di rinviare l’aumento della quattordicesima oppure di una sua rimodulazione per fasce di reddito, per avere qualche risparmio. Vedremo cosa deciderà di fare l’esecutivo.

Una delle novità della riforma delle pensioni, forse quella più importante, è rappresentata dall’Anticipo pensionistico, che non viene però valutato in maniera positiva dall’Inca-Cgil. La Presidente Morena Piccinini, infatti, ha evidenziato come l’Ape non agevoli il ricambio intergenerazionale e non aiuti, di conseguenza, l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Secondo quanto riporta BlastingNews, l’esponente dei patronati della Cgil ha evidenziato che la soluzione trovata dal Governo non ha “nulla a che vedere con la richiesta del sindacato di reintrodurre elementi di flessibilità nel sistema pensionistico, per la quale il governo non ha mutato atteggiamento, confermando il meccanismo automatico di innalzamento dei requisiti anagrafici e contributivi legati all’indice della speranza di vita rilevata dall’Istat”. Oltre il danno la beffa, quindi, per gli aspiranti pensionandi italiani.

Una riforma delle pensioni potrebbe presto arrivare se la mozione approvata dal Senato, e proposta dal Partito democratico, avrà seguito. Il testo che avuto il via libera dall’assemblea di palazzo Madama chiede al Governo di impegnarsi per: introdurre un nuovo sistema di perequazione delle pensioni basato sugli “scaglioni di importo”, tornando di fatto alla situazione creatasi dopo la legge n. 388 del 2000; valutare di usare un diverso indice per la rivalutazione delle pensioni, in modo che sia più “aderente” ai consumi effettivi dei pensionati e quindi a salvaguardare il loro potere d’acquisto; valutare di “recuperare una parte della mancata indicizzazione ai fini della rivalutazione una tantum del montante nel 2019”. In parte, quindi, i senatori del Pd hanno ripreso i contenuti del verbale siglato tra Governo e sindacati nella parte relativa alla “fase due”, in parte, invece, hanno fatto nuove proposte. Vedremo quale sarà la risposta dell’esecutivo.