Deve essere ancora perfezionato l’accordo sul rinnovo dei contratti statali dopo l’intesa politica firmata lo scorso 30 novembre da governo e sindacati. E proprio la Uil, che ha siglato l’accordo insieme con Cgil e Cisl, denuncia i ritardi del governo nel definire l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici. Il sindacato che il rinnovo dei contratti statali sia fatto presto. “Bisogna che parta velocemente la stagione contrattuale nel pubblico impiego – sottolinea il Segretario confederale Uil Antonio Foccillo -. Troppi ancora sono i tempi di attesa, non si può ulteriormente rinviare”. Foccillo aggiunge poi: “Noi rivendichiamo con forza che il Testo Unico contenga tutti i contenuti dell’accordo del 30/11/2016: dal superamento del precariato al riequilibrio fra legge e contratto, dal ripristino della piena contrattazione nazionale e decentrata, alla ripresa delle relazioni sindacali. Per questo chiediamo al governo che si avvii un confronto serrato e che l’Esecutivo dia la direttiva all’Aran per cominciare a discutere sui rinnovi contrattuali”.



A rischio l’intesa per il rinnovo dei contratti statali? I dipendenti pubblici aspettano l’aumento degli stipendi dal 2009. Lo scorso 30 novembre è stato firmato un accordo quadro tra il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia e Cgil, Cisl e Uil. Gli aumenti previsti per il rinnovo dei contratti statali sono di 85 euro medi lordi. Ora si attende però l’avvio della trattativa vera e propria all’Aran. E la Uil chiede che sia rispettata l’intesa con il governo. Antonio Foccillo, Segretario confederale Uil, sottolinea infatti che “questa intesa deve essere correttamente recepita non solo nella direttiva necessaria alla concreta definizione dei contratti per i lavoratori del pubblico impiego ma, coerentemente, anche nello stesso Testo unico. Confidiamo nel fatto che questo Governo, che, peraltro, non manca di sottolineare la propria continuità politica con il precedente, non avallerà le ipotesi correnti poiché il rischio sarebbe quello di venire meno al principio istituzionale del rispetto dei patti sottoscritti”. La richiesta del sindacato in merito ai contratti statali è dunque di entrare “subito nel vivo delle trattative per i rinnovi dei contratti dei singoli comparti, avendo come riferimento l’impostazione condivisa, pochi mesi or sono, a Palazzo Vidoni, per dare finalmente il giusto riconoscimento economico a milioni di lavoratori”.



C’è attesa per il Testo Unico del Pubblico impiego con il quale sarà dato il via al rinnovo dei contratti statali dopo che lo scorso 30 novembre è stata firmata l’intesa politica tra governo e sindacati per l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici. La riforma del Testo Unico del pubblico impiego, come ricorda Forexinfo, è in programma per metà febbraio: i punti su cui si dovrebbe concentrare in particolare il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia saranno le stabilizzazioni delle assunzioni dei precari, sanzioni più pesanti per gli assenteisti e l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici. Per quanto riguarda appunto il rinnovo dei contratti statali bloccati da sette anni, nell’accordo quadro siglato si è trovata l’intesa con la parti sociali per l’aumento degli stipendi statali di 85 euro medi lordi. L’incremento, con tutta probabilità, sarà legato ai risultati e sarà una sorta di premio di produttività in merito al quale però non sono acora stati definiti i dettagli.



I dipendenti pubblici aspettano il rinnovo dei contratti statali che sono bloccati da sette anni. Dal 2009 infatti non c’è stato l’aumento degli stipendi e nel 2015 la Corte Costituzionale ha dichiarato questo incostituzionale. Ecco quindi che il governo si è mosso per iniziare una trattativa con i sindacati per arrivare al rinnovo dei contratti statali. E lo scorso 30 novembre la trattativa ha portato alla firma di un accordo quadro tra il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia e Cgil, Cisl e Uil. In quell’occasione le parti sociali hanno siglato un’intesa politica per aumenti di 85 euro medi lordi. Poi però la trattativa sarebbe dovuta proseguire all’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni. Ma nel frattempo ci sono state le dimissioni del premier Renzi e la formazione di un nuovo governo guidato da Gentiloni. Il ministro Madia è stato confermato al dicastero e ha assicurato che il lavoro prosegue. A inizio 2017 ci sono stati degli incontri interlocutori all’Aran con i sindacati ma si attende di conoscere i tempi del tavolo che deve portare al rinnovo dei contratti statali e che deve in primis definire le risorse da stanziare per l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici.

Il nuovo decreto sul pubblico impiego, chiamato ad attuare la riforma Madia, fissa le regole per gli statali e prepara il terreno per la riapertura delle trattative sui contratti e l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici. Le regole scritte dalla legge Brunetta, congelate insieme ai rinnovi contrattuali, sono uno degli ostacoli più importanti al riavvio delle trattative con i sindacati, perché – come evidenziato da Il Sole 24 Ore – imporrebbero l’azzeramento dei “premi” per un quarto del personale della Pubblica Amministrazione centrale e prosciugherebbero quelle voci che finanziano attualmente turni e altre indennità. Il nuovo testo dovrebbe intervenire sull’articolo 18, arrivando ad un compromesso. Segnali incoraggianti in vista poi della riapertura del tavolo delle trattative con i sindacati per il rinnovo dei contratti statali e l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici.

Prima di discutere del rinnovo dei contratti statali e dell’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici, il governo si sta occupando del decreto di riforma del Testo Unico del pubblico impiego. Dovrebbe essere presentato a metà febbraio il provvedimento che attua la riforma Madia sulle nuove regole per gli statali, di conseguenza le trattative sui contratti partiranno dopo. Sono previste misure ad hoc per contrastare il fenomeno dell’assenteismo anomalo, che – come riportato da Studio Cataldi – troveranno spazio anche nell’accordo sui rinnovi contrattuali tra i sindacati e il governo. Non sono mancate le polemiche: il decreto che l’esecutivo sta studiando non convince, ad esempio, il Codacons, ma la speranza è che la vicenda venga chiarita presto per arrivare, appunto, alla riapertura dei negoziati sui contratti statali. La situazione al momento è ferma, i dipendenti della Pubblica Amministrazione aspettano.