Nella Manovra Economica, secondo un’altra anticipazione uscita sull’Ansa, spunta la norma “salva Bonus” per il rinnovo dei contratti statali di tutti i dipendenti pubblici interessati dalla fascia di reddito che vedeva a rischio il bonus di 80 euro voluto dal Governo Renzi. Tra i 23 e i 26 mila euro di reddito rischiano infatti di perdere – in tutto o in parte – gli aumenti contrattuali a circa 85 euro decisi dalla riforma Madia ancora in corso di conferma con la prossima Legge di Bilancio 2018. Questo però porta con sé un rischio importante e che sta facendo discutere all’interno della stessa maggioranza: i lavoratori privati potrebbero infatti patire una disparità di trattamento con quelli pubblici, dato che loro sì superando la soglia di reddito perdono immediatamente il bonus voluto dal Governo Renzi. L’altra opzione allo studio, spiega La Stampa,  è invece quella di aumentare le risorse da destinare ai contratti, per rialzi medi che salirebbero a 89-90 euro circa. 



MIUR, “MASSIMO IMPEGNO PER IL RINNOVO”

Nei contratti statali e per il loro rinnovo, la battaglia e le polemiche nel mondo scuola sono sempre più aspre: per questo motivo, dopo gli ultimi attacchi di associazioni e sindacati, il ministro Fedeli ha voluto rispondere, piuttosto piccata, alle accuse ricevute. «rinnovo il mio massimo impegno per produrre fatti e non solo parole, i fatti in genere li dimostro. Ho detto che aprivo la scuola in tempo utile con tutti gli insegnanti in classe e l’ho mantenuto, dico che mi spendo per i rinnovi contrattuali e lo sto facendo». Le polemiche spingono però ancora sui ritardi dell’Atto d’indirizzo del contratto e delle poche risorse sinora stanziate e la Manovra del Governo nei prossimi giorni dovrà stabilire i contorni della riforma e rinnovo del contratto pubblico. Su tutti l’Anief spinge ancora spiegando che al momento quelli aumenti promessi sono troppo pochi e per migliorare gli stipendi c’è bisogno di ben altro impegno e risorse: al momento pare un muro contro muro, vedremo le settimane prossime in vista della fine legislatura se porteranno un miglioramento o un peggioramento della traccia finora improntata. 



UIL, “OK AUMENTI, MA SIANO PIÙ EQUI”

Ha parlato anche la Uil in attesa che il tavolo sul rinnovo dei contratti statali venga richiamato dall’Aran e ha spiegato come non vi siano solo punti negativi nell’accordo siglato con il Governo, anche se serve una maggiore equità nel distribuire gli aumenti degli stipendi della Pubblica Amministrazione. «Il fatto che nella manovra si stia cercando lo spazio per aumentare gli stipendi dei dirigenti scolastici, dei docenti e del personale ATA, è sicuramente un fatto positivo, che dovrebbe però preludere ad un aumento salariare congruo per tutto il personale contrattualizzato nei settori che rispondono o sono vigilati prevalentemente dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca», spiega in una nota il Segretario Generale della Uil Rua, Sonia Ostrica. Le critiche arrivano sulla possibilità “risicata” di aumentare le disposizioni sui contratti pubblici: spiega ancora la Uil, «Sarebbe incomprensibile se il governo nella prossima manovra trovasse ulteriori risorse per dare risposte alle richieste (legittime) solo di ‘alcuni’ settori, senza considerare le richieste (altrettanto legittime) che arrivano dagli altri – continua la sindacalista -.



Per questa ragione chiediamo alla ministra Fedeli di avviare subito un confronto con il sindacato rispetto a tutto l’universo che ruota intorno al Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, che ha diritto alla stessa considerazione che si sta riservando al mondo della scuola». Ed è qui che viene richiesta quell’equità che servirebbe per un rilancio moderato e sensato dei contratti pubblici, anche nel mondo scuola: «È necessario, però, che la scelta sia fatta attraverso criteri di equità e far si che siano rispettati i criteri di equità nelle scelte è compito del sindacato: per questa ragione chiediamo che vengano rispettati criteri omogenei per tutti i settori che fanno capo al MIUR», conclude la lunga nota Uil pubblicata ieri su Orizzonte Scuola.

RINNOVO ENTI LOCALI, “OK ALL’ATTO DI INDIRIZZO”

Sul fronte del rinnovo generale dei contratti statali della Pubblica Amministrazione, ieri sono arrivate due novità importanti mentre ancora si attende una soluzione per la questione copertura risorse e per i prossimi appuntamenti sulla trattativa finale tra sindacati e Governo: da un lato il dato di 5 miliardi che servirebbero per garantire lo sblocco degli aumenti con il Sole 24ore che ha posto qualche dubbio sull’effettiva possibilità dell’Esecutivo di coprire l’intero rinnovo (clicca qui per tutte le info nel dettaglio). Dall’altro invece è arrivata una svolta nella trattativa tra Aran ed Enti Locali per il rinnovo dei contratti pubblici statali: «La parola chiave di questo atto di indirizzo è semplificazione dei fondi e delle categorie professionali ad otto anni dall’ultimo contratto, facilitazioni per l’organizzazione dei Piccoli Comuni e le gestioni associate e valorizzazione di professionalità specifiche», ha spiegato il presidente del Comitato di settore autonomie locali dell’ANCI, Umberto Di Primio. L’occasione in cui lanciare la novità è arrivata con l’approvazione positiva del comitato dell’atto di indirizzo Aran per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per il personale del comparto delle funzioni locali, avvenuta congiuntamente con il comitato di settore Regioni e Sanità.

A questo punto, la disciplina normativa è sistemata e la macchina del rinnovo dovrà ora prendere finalmente atto: « Affermare e valorizzare la professionalità di chi lavora nelle nostre amministrazioni è possibile, ma occorre ridurre il carico di adempimenti procedurali e scrivere poche e chiare regole condivise. La semplificazione della disciplina dei fondi per il salario accessorio è da questo punto di vista emblematica. Ma il Comitato chiede anche individuare soluzioni organizzative utili ad agevolare i Comuni di minori dimensioni e le esperienze di gestione associata di servizi e funzioni di competenza comunale, di rafforzare la leva datoriale rivedendo istituti strategici come le posizioni organizzative, di aggiornare la disciplina relativa alle specifiche professionalità, come quelle della polizia locale», conclude il lungo messaggio il responsabile Anci, Umberto Di Primio.

CONTRATTI STATALI: INSEGNANTI DI SOSTEGNO, PROTESTA E RICHIESTE

Non è passata inosservata in Piemonte la comunicazione dell’assessore Scuola sul fronte dei nuovi contratti statali per gli insegnanti di sostegno: nel 2018 saranno infatti abilitati nella regione di Torino 300 nuovi insegnanti in sostegno, a fronte di una esigenza pari a circa 3mila docenti. Il dato emerge dalla comunicazione in Aula dell’assessora regionale all’Istruzione, Gianna Pentenero; «l’organico del personale docente su posto di sostegno è pari complessivamente a 11.186 (organico di diritto, posti di potenziamento e posti in deroga), di cui 4.962 posti, più del doppio rispetto allo scorso anno, istituiti in deroga dal direttore dell’ufficio scolastico regionale, in relazione all’aumento del numero di alunni con certificazione di disabilità (14.457 su 536.616, il 2,6% del totale). Gli insegnanti di sostegno abilitati sono in numero insufficiente non solo in Piemonte, ma in tutta Italia ed è necessario che le università piemontesi organizzino corsi in grado di formare un numero superiore di docenti specializzati in sostegno», ha spiegato all’Askanews l’assessore all’Istruzione, confermando i problemi non lievi in conto al Miur e alle Amministrazioni Locali rispetto a possibili nuove assunzioni nella Pubblica Amministrazione, o almeno alla sistemazione più congeniale per dipendenti statali già con contratto a tempo indeterminato.