RIFORMA PENSIONI, IL GOVERNO GELA I SINDACATI

È iniziato l’incontro tra Governo e sindacati previsto per oggi sulle misure relative al tema pensioni da inserire nella Legge di Bilancio. Ma a quanto riportano le agenzie, Giuliano Poletti avrebbe “gelato” Cgil, Cisl e Uil, spiegando che la previdenza non è nelle priorità della Legge di bilancio. Il ministro del Lavoro avrebbe invece spiegato che l’esecutivo intende prorogare di un anno la cassa integrazione straordinaria, accompagnata comunque da un percorso per il ricollocamento dei lavoratori rimasti senza posto. Inoltre, Poletti avrebbe anche spiegato che il Governo intende varare la decontribuzione triennale del 50% degli oneri previdenziali per le assunzioni dei giovani. Nel 2018, l’incentivo dovrebbe essere applicabile per i lavoratori fino a 35 anni e la decontribuzione dovrebbe essere totale per i contratti al Sud. Appare intanto sempre più chiaro che non ci sarà margine di trattativa con i sindacati: alle 12:00, infatti, si terrà il Consiglio dei ministri per l’approvazione della Legge di bilancio.



RIFORMA PENSIONI, OGGI INCONTRO GOVERNO-SINDACATI

Oggi è in programma l’incontro tra Governo e sindacati in cui si dovrebbe capire quali interventi sulle pensioni ci saranno nella Legge di bilancio. Nel suo punto settimanale per il Comitato Opzione donna social, Orietta Armiliato ha voluto ricordato che le richieste di Cgil, Cisl e Uil “non sono state scritte con l’intento di voler rivoltare la previdenza come un calzino o riscrivere le norme relative all’aspettativa di vita cancellando il pregresso, ma sono formulate con l’intento di chiedere gradualità, flessibilità, reciprocità ed equità”. Armiliato confida “che il Governo vagli quanto proposto dai Sindacati con la dovuta attenzione laddove si insiste affinché venga riconosciuto alle donne ai fini previdenziali il lavoro di cura, agevolazioni per la cura dei disabili e dei figli in senso più generale”. Staremo a vedere se l’esecutivo inserirà effettivamente nella manovra un intervento con questo obiettivo.



LA RICHIESTA DELLA CISL

Anche lei ieri in piazza, ma a Firenze, per difendere la rivendicazione sindacale sul fronte pensioni in attesa della decisiva Legge di Bilancio 2018: Annamaria Furlan, leader della Cisl, striglia l’esecutivo provando a rimarcare “le vere priorità del Paese”, ovvero «più risorse sia per l’occupazione giovanile sia per gli ammortizzatori sociali; il congelamento dell’innalzamento automatico dell’età pensionabile legato all’aspettativa di vita; un meccanismo che consenta di costruire pensioni dignitose per i giovani che svolgono lavori discontinui; una riduzione dei requisiti contributivi per l’accesso alla pensione delle donne con figli o impegnate in lavori di cura; l’adeguamento delle pensioni in essere; la piena copertura finanziaria per il rinnovo e la rapida e positiva conclusione dei contratti del pubblico impiego; risorse aggiuntive per la sanità ed il finanziamento adeguato per la non autosufficienza». Secondo la leader del sindacato bianco, necessita una legge di bilancio che voglia avere il carattere dell’equità e dello sviluppo, seguendo le indicazioni e richieste di Cisl, Cgil e Uil. (agg. di Niccolò Magnani)



COMPARTO SICUREZZA, CONFINTESA “IN PERICOLO PROSPETTIVE”

La riforma pensioni ha da tempo preso in seria considerazione anche il prospetto previdenziale per forze dell’ordine e comparto sicurezza, ma le polemiche e le critiche che piovono ancora sulle decisioni del governo non si esauriscono. Le ultime arrivano da Confintesa con l’ultima convention organizzata a Cagliari in questo weekend: «Preoccupano non poco le prospettive delle pensioni per le forze dell’ordine e della polizia penitenziaria. Le organizzazioni rappresentative della categoria portano alla luce delle problematiche concrete, facendosi portavoce davanti l’opinione pubblica delle insidie che affliggono tutto il comparto», spiega il vice segretario di Confintesa Cagliari, Alessandro Cara. Il Governo ha rilanciato, come per tutto il piano previdenziale, le misure adeguate per poter uscire dalla pensione ma sul fronte Sicurezza ancora la Manovra dovrà stabilire costi e risorse per il 2018.

LA RICETTA (ELETTORALE) DI BERLUSCONI SULLE PENSIONI MINIME

L’ennesimo grande ritorno di Silvio Berlusconi: ieri a Ischia il Cavaliere ha di fatto lanciato la campagna elettorale per le prossime urne del 2018 e le pensioni, assieme alla lotta contro la povertà restano i punti primari del programma di chi pensa e ritiene di poter essere il leader del centrodestra, Salvini permettendo. «Per la lotta alla povertà via alle pensioni minime a 1.000 euro con 13 mensilità, bonus per le mamme e un contributo mensile per arrivare a livello di dignità alle famiglie povere», afferma Berlusconi nella conferenza di Ischia dove ieri il leader azzurro sembra essere tornato in piena forma in vista della campagna elettorale. Sul fronte della lotta contro le imposte e le tasse, per Forza Italia la ricetta è diretta con l’abolizione delle imposte sulla prima casa e del bollo auto: «Meno tasse è la nostra religione laica dall’inizio. Ma come si fa? C’è una formula, l’equazione dello sviluppo e del benessere: meno tasse su famiglia, imprese e lavoro producono effetti positivi su tutto, già Reagan lo testò. Se lo Stato ti chiede il 55% di tasse ti sembra un furto, sopra il 60% è un’estorsione fiscale. Per diminuire le tasse bisogna riorganizzare lo Stato: ogni entità fondata da uomini deve subire una riorganizzazione ogni dieci anni, ma se si saltano i primi due decenni i risultati sono stupefacenti dopo trent’anni». (agg. di Niccolò Magnani)

APE SOCIAL, PER DAMIANO C’È IL RISCHIO FLOP

Negli ultimi giorni sull’Ape social è scoppiato un vero e proprio caso, con l’Inca, il patronato della Cgil, che ha evidenziato l’alto numero di domande respinte a causa di un’eccessiva interpretazione rigida della legge data dall’Inps, il quale a sua volta ha fatto sapere di essersi attenuta alla legge e di aver chiesto anche dei chiarimenti al ministero del Lavoro, che ha fornito le risposte solamente venerdì. Al di là di tutto questo, tuttavia, secondo Cesare Damiano, l’Anticipo pensionistico agevolato sarà un flop. “Esiste il rischio reale che, quando l’Inps renderà noto l’elenco delle domande dell’Ape sociale che verranno accolte, ci sia un flop. Il provvedimento aveva suscitato, al suo apparire, ampie aspettative che ora andrebbero deluse. Si parla di oltre la metà di domande respinte, ad essere ottimisti: sarebbe un disastro”, ha detto l’ex ministro del Lavoro secondo quanto riportato da Ansa.

Il Presidente della commissione Lavoro della Camera ha anche evidenziato che se “un fallimento dell’Ape sociale, a fronte di risorse stanziate per accogliere 60.000 anticipi pensionistici e le domande dei lavoratori ‘precoci’, sommato al ritardo dell’Ape volontario e alla scelta di decidere entro l’anno l’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni, a partire dal 2019, provocherebbe gravi contraccolpi sociali”. Dal suo punto di vista, quindi, se le norme sono poco chiare e si prestano a interpretazioni restrittive, il Governo deve correggere in fretta la legge. “Il Governo si muova: evitiamo di piangere sul latte versato e di dare un contributo all’aumento del disagio sociale, giunto ormai a una soglia limite”, ha aggiunto.

OPZIONE DONNA, IN PIAZZA LA RICHIESTA DI PROROGA

Oggi i sindacati sono in piazza per sostenere la proposta unitaria sulle pensioni. Alla mobilitazione partecipa anche il Movimento Opzione donna, sulla cui pagina Facebook Lucia Rispoli ha scritto un post per evidenziare come dall’insediamento del Governo Monti, in nome della finanza pubblica si siano penalizzate le donne. “Vogliamo conoscere l’utilizzo delle risorse preventivate per le riforme e gli interventi che sono stati predisposti dai governi a partire dal 2011.  Vogliamo conoscere l’utilizzo delle risorse stanziate per la sperimentazione Opzione Donna fino al 31.12.2015: le donne sono in credito in materia previdenziale”, si legge nel post, che indica anche la strada per arrivare a una riforma delle pensioni che guardi alle donne: “Continuate a cercare misure per introdurre maggiore flessibilità previdenziale per le Donne e non approvate la proroga dell’unica misura attualmente disponibile per questo, già prevista dall’ordinamento giuridico: la legge 23 agosto 2004, n. 243, articolo 1, comma 9, c.d. Opzione Donna”. La richiesta è quindi chiara: la proroga di Opzione donna.

IL PATTO PER AIUTARE I GIOVANI

Nella Legge di bilancio è altamente probabile che ci siano misure a favore del lavoro. Tuttavia, lavoro e pensioni vanno di pari passo. Ne è convinto Beppe Oliva, responsabile Welfare della Cisl Milano Metropoli e referente per il vecchio comprensorio Legnano Magenta Abbiategrasso, che ha detto: “Vogliamo risposte concrete sulle pensioni, solo così potremo costruire un futuro con qualche certezza in più per i nostri giovani. Mai come in questa fase storica, infatti, il tema previdenziale e quello occupazionale, vanno di pari passo”. Il sindacalista, secondo quanto riporta mi-lorenteggio.com, ha anche sottolineato che da tempo la Cisl “invoca un ‘patto intergenerazionale’, così da costruire un modello di società più equo e in grado di offrire reali garanzia, sia a chi si affaccia per la prima volta sul mondo del lavoro, sia per chi si accinge a uscirne. Diversamente continueremo a vivere all’interno della situazione attuale caratterizzata da grande precarietà, con tutte le conseguenti ricadute negative rispetto a un modello di sviluppo che ha ormai il fiato corto”.