Per i sindacati autonomi la Manovra 2018 certifica che l’apertura in pompa magna della trattativa per il rinnovo dei contratti statali, con relativo aumento degli stipendi, è stato solo un bluff. L’attacco arriva da Fsi-Usae, che ha rivendicato la dignità dei lavoratori pubblici e della sanità: «Non ci siamo sbagliati quando abbiamo definito l’atto di indirizzo un libro dei sogni». La realtà sarebbe ben diversa dalle parole della ministra Marianna Madia: «Lo abbiamo capito subito che le risorse per la sanità sarebbero state poche rispetto alle ambizioni e che quei signori stavano parlando del libro dei sogni. E questa manovra finanziaria non fa che confermare i nostri convincimenti. Non ci sentiamo di condividere questo atteggiamento del governo e nemmeno le indicazioni del comitato di settore», il duro commento di Adamo Bonazzi, segretario generale Fsi-Usae. Nel comunicato diramato ieri ha anche ribadito l’intenzione di continuare la battaglia per un contratto dignitoso. (agg. di Silvana Palazzo)



CISL, “IL RINNOVO TRA LE PRIORITÀ DEL PAESE”

Il rapporto tra i sindacati e il Ministro Madia (e l’interno Governo) dopo il via libera della Manovra Economica si è un po’ raffreddato, tanto che alcuni ritengono che l’intesa siglata sul rinnovo dei contratti statali potrebbe non essere così tanto al sicuro come poteva sembrare un anno fa (era il 30 novembre e al governo c’era ancora Renzi). In particolar modo la Cgil ha contesta le ultime misure contenute nella Legge di Bilancio, mentre la Cisl si è tenuta più defilata dalla polemica, facendo ribadire al proprio segretario nazionale Annamaria Furlan quali sono ad oggi le priorità del Paese. «La legge finanziaria può dare un contributo determinante a consolidare la crescita, ma può anche deprimerla. Dipende dalle scelte che il Governo sta facendo in queste giornate cruciali», spiega in un forum Cisl a Caserta la responsabile nazionale. Sul fronte del contratto statale e del suo rinnovo, il fronte polemico si abbassa anche se non del tutto: «Innegabile che la decontribuzione per le assunzioni dei giovani sia un fatto positivo anche perché l’abbiamo chiesto noi della Cisl di renderla strutturale e più forte nel Sud. Così come sono importanti lo sblocco delle risorse per i contratti pubblici e le risorse investite per far partire i centri per l’impiego con le assunzioni stabili di tante persone e sbloccare le politiche attive per la ricollocazione dei lavoratori. Non c’è dubbio che è positivo anche il credito d’imposta e le misure per la lotta alla povertà. Certo, – ricorda ancora Furlan – c’è una nota dolente: la previdenza».



QUANDO ARRIVERANNO GLI AUMENTI IN BUSTA PAGA?

Nella lunga intervista rilasciata dal ministro Madia al Messaggero, il responsabile della Pubblica Amministrazione ha provato a dare qualche informazione in più a chi da mesi chiede quando effettivamente arriveranno i tanti agognati aumenti degli stipendi per i dipendenti pubblici. «Come ha anche detto il presidente Gentiloni, dal prossimo anno: dipende comunque dall’andamento della trattativa. Il mio auspicio è che si faccia il prima possibile. Oggi ci sono le condizioni normative ed economiche per rinnovare il contratto. A questo punto possono iniziare anche trattative a oltranza». Le assunzioni intanto sono salite dopo la riforma Pa e ora confermate con la Manovra 2017: «Nei prossimi sei anni usciranno 450 mila persone. Sfruttando questa gobba si potrà favorire l’ingresso di giovani nella Pa. Ma più del numero è importante come avverranno gli ingressi». 



AUMENTO PRESIDI DA 400 EURO, MA NON DA SUBITO

L’aumento più consistente degli stipendi nella Pubblica Amministrazione arriva dal settore scuola con i Presidi che vengono equiparati agli altri dirigenti amministrativi dello stato dopo anni di richieste e battaglie. La decisione del Governo di immettere nel rinnovo dei contratti statali la norma sui presidi, spinta dal Ministro Fedeli, arriva nella prossima Manovra ma sarà effettiva non da subito, bensì dal 2020: lo spiega il Sole 24 ore, «La notizia per gli “ex capi d’istituto” arriva dalle bozze della relazione tecnica che accompagna la manovra 2018, e che traduce in cifre una delle promesse rivolte da anni ai dirigenti scolastici». I presidi sono di fatto dirigenti della scuola ma senza esserlo riconosciuto nello stipendio: sono circa gli 8mila presidi ad essere interessati dalla norma, che avverrà graduale. «Per iniziare a ridurre questa forbice, la legge di Bilancio mette sul piatto un finanziamento progressivo, che partirà nel 2018 e che dal 2020 raggiungerà quota 95,6 milioni», spiega ancora il quotidiano economico anticipando la norma importante contenuta in Legge di Bilancio 2018.

LITE CAMUSSO-PADOAN, “NESSUN VERO CAMBIAMENTO”

È scontro forte sulla Manovra tra i sindacati e il Governo, con in particolare la segretaria generale della CGIL che questa mattina ha contestato i punti principali della Legge di Bilancio, dal rinnovo dei contratti statali fino alle misure per le pensioni e in ottica di crescita e risorse stanziate. «Il governo ha fatto una scelta politica. Questa manovra non dà nessuna prospettiva di cambiamento. E’ solo una sterilizzazione dell’aumento dell’Iva», ha spiegato a Circo Massimo su Rtl, addirittura minacciando un possibile sciopero a breve con le altre sigle sindacali nazionali. A rispondere direttamente alla Camusso ci ha pensato il ministro responsabile della Manovra, Pier Carlo Padoan: «Mi chiedo quale legge bilancio abbia visto, la nuova manovra non corrisponde alla descrizione di Susanna Camusso. Abbiamo messo risorse sugli investimenti, sull’occupazione, dando scossa alla crescita», risponde piccato il Ministro dell’Economia. «Il debito scende, così come il deficit. La mia esperienza come ministro mi ha insegnato che non esistono bacchette magiche. Ma c’è un valore che è molto importante: quello della continuità, con tagli delle tasse per 20 miliardi», conclude Padoan.