Il tema degli scioperi in autunno si sa, specie nel mondo scuola e statali, è assai ricorrente praticamente ogni anno dal Settanta fino ad oggi: le tematiche però in effetti ci sono e sono molto delicate, almeno in questi ultimi anni dall’articolo 18 e ora con il rinnovo del contratto di tutti i dipendenti statali, con i sindacati divisi nel loro interno tra chi vuole firmare la proposta Madia e chi invece è disposto ad alzare altre barricate e nuovi scioperi per chiedere di più. Il prossimo 27 Ottobre è stato indetto da SGB, CUB, SI COBAS, SLAI COBAS e USI AIT uno sciopero generale dell’intera giornata per tutte le categorie, con manifestazioni a Milano, Roma, Napoli, mentre il 10 novembre, pochi giorni dopo, ve ne sarà un altro organizzato sempre da COBAS, USB e CIB – UNICOBAS e vedrà lo stop nazionale di tutte le categorie e comparti pubblici e privati per l’intera giornata. Secondo Autoconvocati Scuola, questo mette in forte difficoltà il lavoratore: «la proliferazione di date rende oggettivamente più difficile l’adesione del lavoratore e non può non indebolire entrambe le giornate.L’auspicio e l’invito sono nuovamente a creare percorsi condivisi, almeno all’interno del sindacalismo di base e possibilmente la sinistra CGIL e su piattaforme in buona parte convergenti». Le richieste nei contenuti degli scioperi restano però le medesime: «forte sollecitazione ai sindacati firmatari di contratto a costruire su un tema delicato come il rinnovo un percorso di condivisione reale con i lavoratori e una mobilitazione che consenta di arrivare ai tavoli di trattativa in una posizione più forte ed effettivamente rappresentativa delle legittime richieste di chi ha da nove anni un contratto nazionale bloccato, ma intanto reso peggiore dalla legislazione ordinaria», conclude il comunicato di Autoconvocati Scuole.
LORENZIN, “NUOVO CONTRATTO PER I RICERCATORI”
I contratti statali per l’area medica hanno riacceso la polemica contro il Governo e la Pubblica Amministrazione, per chi ad esempio rivendica un “silenzio” da parte delle istituzioni su come e da quando avverranno i promessi aumenti in busta paga. Intanto il ministro Lorenzin ha provato a spiegare nel merito quali saranno le novità inserite in Manovra 2018 sul fronte sanitario: «Abbiamo inoltre realizzato la ‘piramide del ricercatore’: un nuovo mezzo di inquadramento del ricercatore biomedico che lavora nei nostri grandi centri di ricerca, grazie al quale potremo garantire loro un sistema normativo uguale a quello dei Paesi ad altissimo tasso di avanzamento nella ricerca quali Usa, Irlanda, Inghilterra e Germania. Questo – ha spiegato Lorenzin – permetterà una carriera del ricercatore all’interno dei nostri Irccs di 15 anni, verranno valutati sulla base dei risultati, del merito e degli obiettivi raggiunti». Alla fine di questo periodo di 15 anni, ci sarà un doppio “split”, spiega ancora il ministro della Salute: «rimanere nel Ssn o scegliere la carriera a livelli molto alti sempre nel settore della ricerca. Questa misura permetterà di attrarre ricercatori stranieri in Italia e al contempo offrirà ai nostri ricercatori le stesse condizioni, a livello di inquadramento giuridico, garantite negli altri Paesi. A questo si aggiungono il patent box, le norme sul trasferimento tecnologico per poter anche usufruire dei risultati dei propri brevetti e gli investimenti in ricerca».
CONTRATTI STATALI, AUMENTO 400 EURO PER STIPENDI PRESIDI
Non solo aumenti per i dipendenti pubblici “normali”, ma anche l’equiparazione di alcuni lavoratori a dirigenti della Pubblica Amministrazione: nella Manovra economica il rinnovo dei contratti statali per i presidi ha visto la conferma di un aumento molto importante per i Dirigenti della scuola che divengono così equiparati agli altri della PA centrale. È previsto un aumento netto mensile in busta paga di circa 400 euro, e si tradurrebbe in questa cifra l’equiparazione delle retribuzioni dei presidi scolastici a quelle degli altri dirigenti della pubblica amministrazione secondo quanto previsto nella bozza della Manovra Economica presentata dal Governo. Per quanto riguarda l’elemento specifico del contratto pubblico, l’aumento per i presidi si riferisce alla parte fissa dello stipendio a fine mese.