INCONTRO GENTILONI-SINDACATI IL 2 NOVEMBRE
I sindacati sono stati convocati direttamente a palazzo Chigi, e non più presso la sede del ministero del Lavoro, per parlare di Legge di bilancio, pensioni e mercato del lavoro. L’appuntamento, ha fatto sapere il Premier Gentiloni, è per il 2 novembre. Carmelo Barbagallo, prima che venisse ufficializzata la convocazione, aveva segnalato la necessità di un incontro per parlare in particolare dell’aumento dei requisiti per l’accesso alla quiescenza legato all’aspettativa di vita. “Vogliamo aprire una discussione per evitare la sovrapposizione tra la legge Fornero e questo meccanismo dell’aspettativa di vita. Dobbiamo iniziare un lavoro vero su questo tema, perché c’é grande disagio tra i lavoratori e nel Paese. I lavori non sono tutti uguali: bisogna insediare una commissione che studi le diverse patologie collegate ai diversi lavori e alle diverse mansioni”, aveva detto il Segretario generale della Uil.
DELLA VEDOVA CONTRO IL BLOCCO DELL’ETÀ PENSIONABILE
Le dichiarazioni di Maurizio Martina sulla necessità di rivedere il meccanismo che lega i requisiti pensionistici all’aspettativa di vita sono state commentate da Benedetto Della Vedova, che sulla sua pagina Facebook ha scritto: “Rivedere i meccanismi sull’età per la pensione? Facile a dirsi ma difficile a farsi”. Il sottosegretario agli Esteri ha poi aggiunto che la Legge Fornero ha dovuto riportare in equilibrio la previdenza italiana e quindi “il costo di misure che dovessero farci tornare al passato sarebbe doppio, comportando, oltre all’aumento di tasse e contributi, anche la sfiducia dei mercati e l’aumento del costo del debito pubblico”. Il senatore promotore di Forza Europa ha quindi evidenziato che a pagare il conto alla fine sarebbero i giovani, che crescerebbero “in un Paese sempre più indebitato e sempre meno competitivo”.
IL 39,1% DEI PENSIONATI CON MENO DI 1.000 EURO AL MESE
L’Inps ha diffuso nuovi dati relativi alle pensioni erogate, da cui emerge che il 64,2% delle stesse ha un importo inferiore ai mille euro al mese. Tuttavia, vista la possibilità di cumulare più trattamenti pensionistici, anche per via della reversibilità, i pensionati che realmente percepiscono meno di mille euro al mese sono il 39,1% del totale. Inoltre, pur rappresentando il 15,5% dei redditi pensionistici, il costo per le pensioni sotto i mille euro rappresenta il 31,4% della spesa pensionistica totale. A livello territoriale, nel 2016 la spesa pensionistica è stata concentrata per il 50,7% al Nord, per il 21,3% al Centro e per il 28% al Sud e nelle Isole. Al Nord gli importi medi delle pensioni sono inoltre più alti, mentre quelli più bassi si registrano al Sud. Considerando i dati sui redditi pensionistici, è invece il Centro la zona con gli importi più alti.
LEGA NORD PRONTA ALLA BATTAGLIA IN PARLAMENTO
La Lega Nord annuncia battaglia in Parlamento se si dovesse aumentare l’età pensionabile dopo i dati Istat sull’aspettativa di vita. “La Lega è pronta a fare le barricate se il governo toccherà al rialzo l’età pensionabile. È assurdo che il governo persista nell’ignorare che, per colpa della legge Fornero, abbiamo già un’età pensionabile oltre la media europea. Una vergogna!”, ha detto infatti Roberto Simonetti. Il deputato del Carroccio ha accusato anche l’esecutivo di aver fatto melina con sindacati e parlamento per mancanza di coraggio, visto che da diverso tempo il tema del possibile aumento dei requisiti pensionistici era sul tavolo, insieme alla richiesta di evitarlo. Tuttavia il Governo, ha aggiunto Simonetti, ha aspettato i dati Istat “per scaricare sull’Istituto la scelta di aumentare ulteriormente il requisito anagrafico per accedere al pensionamento”. “L’esame della manovra economica è appena cominciato, per cui è ancora possibile inserire la sterilizzazione dell’età pensionabile al suo interno”, ha aggiunto.
FURLAN: PROPOSTE SINDACATI RIGUARDANO TUTTI
In un’intervista rilasciata al Sir, Annamaria Furlan torna sul tema delle pensioni, evidenziando come le proposte dei sindacati riguardino tutte le generazioni, “perché il combinato disposto tra il nuovo sistema contributivo e l’aspettativa di vita penalizza soprattutto i giovani”. La Segretaria generale della Cisl ha ricordato che al Governo è stato chiesto di completare l’accordo raggiunto lo scorso anno sulla previdenza, varando una pensione di garanzia per i giovani e favorendo la previdenza complementare, oltre che cambiando il meccanismo che lega i requisiti pensionistici all’aspettativa di vita. La sindacalista ha anche sottolineato che al prossimo governo verrà chiesto di intervenire anche sul sistema fiscale, di modo che ci sia “un miglioramento delle condizioni salariali e delle pensioni”.
ETÀ PENSIONABILE, NEL PD AUMENTANO I CONTRARI ALL’AUMENTO
Anche dopo il dato diffuso dall’Istat sull’aumento della speranza di vita Cesare Damiano chiede al Governo di intervenire per far sì che non ci sia un aumento dell’età pensionabile. L’ex ministro del Lavoro torna a segnalare che si potrebbe rimandare a giugno 2018 il decreto relativo a questo incremento oppure si potrebbe proceder a far sì che l’età pensionabile resti invariata per le categorie di lavoratori che hanno accesso all’Ape social. Il Presidente della commissione Lavoro della Camera ricorda anche che non verrebbe innalzata solo l’età pensionabile, ma anche gli anni di contributi necessari a conseguire la pensione di anzianità: servirebbero infatti ben 43 anni e 3 mesi per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne.
La posizione di Damiano sembra trovare una sponda anche all’interno del suo partito. Lorenzo Guerini ha infatti detto di trovarsi d’accordo con chi ritiene che l’attuale meccanismo che lega i requisiti pensionistici all’aspettativa di vita vada ripensato. Persino il vicesegretario del Pd, Maurizio Martina, ha detto che “le norme volute dal governo Berlusconi e poi modificate dal governo Monti sull’aumento automatico dell’età pensionabile vanno riviste e per questo serve un rinvio dell’entrata in vigore del meccanismo. I tempi per una discussione parlamentare a partire dalle commissioni preposte ci sono tutti e io credo sia giusto prendersi tutto lo spazio utile per aggiornare questa decisione anche alla luce di nuove valutazioni”. Non resta che vedere quale decisioni prenderà il Governo, in cui non mancano certo esponenti del Pd.
GHISELLI CONTRO LE PENSIONI A 67 ANNI
L’Istat ha fatto sapere che l’aspettativa di vita in Italia è aumentata di cinque mesi rispetto al 2013, cosa che dovrebbe comportare l’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni dal 2019. Roberto Ghiselli chiede però di conoscere i criteri con cui è stata determinata l’aspettativa di vita, oltre a modificare il meccanismo che la lega ai requisiti pensionistici, visto che non si tiene mai conto del calo della speranza di vita. “Chiediamo comunque di bloccare l’automatismo che prevede nel 2019 l’innalzamento di cinque mesi dell’età pensionabile di vecchiaia e l’aumento di cinque mesi dei contributi necessari per la pensione anticipata”, ha detto il Segretario confederale della Cgil secondo quanto riportato dal sito del Sole 24 Ore. Il Governo dovrà ancora formalmente decidere il da farsi, ma ha già fatto capire che non intende frenare l’adeguamento dei requisiti pensionistici all’aspettativa di vita.
RICORSI ALLA CORTE COSTITUZIONALE VERSO LA BOCCIATURA?
Continua a esserci attesa per il verdetto della Corte Costituzionale relativo al bonus Poletti e all’indicizzazione delle pensioni. Secondo il Quotidiano Nazionale, la Consulta boccerà i ricorsi presentati contro la legge del Governo Renzi. In caso contrario potrebbe esserci anche un’ipoteca importante sui conti pubblici, visto che la rivalutazione delle pensioni potrebbe avere un costo tra i 16 e i 20 miliardi di euro. Chiaramente reperire una cifra di questo genere sarebbe un problema non da poco e bisognerebbe mettere in discussione non poche scelte di politica economica, proprio quando la Legge di bilancio sta per approdare in Parlamento. Vedremo se la previsione del QN, come pure quella espressa da Giuliano Cazzola su queste pagine, troverà riscontro effettivo nel verdetto della Corte Costituzionale.