Le trattative sottotraccia per il rinnovo dei contratti statali hanno portato ad una novità importante: chi beneficiava del bonus Renzi continuerà a percepire gli 80 euro netti al mese. Gli aumenti degli stipendi rischiavano infatti di escluderli dalla platea, rendendo di fatto poi nullo l’incremento salariale. Sul piano sostanziale dunque la novità è importante: prima la discesa progressiva da 80 euro a zero partiva da 24mila euro e terminava a 26mila euro, dal 2018 invece l’aiuto si alleggerirà a partire dai redditi da 24.600 euro, scomparendo da quota 26.600 euro. Le discussioni sul tema erano animate dalla questione costi e risorse: proprio la pubblica amministrazione, stando ai dati elaborati nelle scorse settimane dall’Aran, l’agenzia che rappresenta il governo nella trattativa, dovrebbe assorbirne la quota principale. Ma bisogna fare attenzione ad un altro aspetto: l’ampliamento del bonus, come riportato da Il Sole 24 Ore, attenua ma non cancella l’effetto incrociato di aumenti contrattuali e decalage. I nuovi contratti preparano un reddito post-accordo da 26.100 per chi oggi guadagna 25mila euro: così si va verso un dimezzamento del bonus da 480 a 240 all’anno. L’aumento netto intorno ai 60 euro (85 lordi) sarebbe quindi nei fatti ridotto di un terzo dalla perdita dei 20 euro di aiuto:?il tema, quindi, è destinato a tornare sui tavoli contrattuali per completare l’opera. (agg. di Silvana Palazzo) 



VIA LIBERA ALLA MANOVRA ALLE CAMERE

Con la firma per la presentazione alle Camere, il capo dello Stato Sergio Mattarella ha dato il via all’ultima fase della Manovra Economica 2018 dove sono contenuti, tra gli altri, le importanti decisioni sul rinnovo dei contratti statali, l’aumento degli stipendi dei lavoratori Pa e il nodo delle pensioni. «Il testo arriverà in Senato, con una settimana di slittamento rispetto ai tempi previsti, martedì 31 ottobre alle 17. Il presidente Pietro Grasso, quindi, aprirà ufficialmente la sessione di bilancio di Palazzo Madama», spiega RaiNews ieri sera appena dopo la firma del Quirinale. Un punto importante viene rivelato dall’Ansa e sarà la base importante per le prossime settimane di sicura discussione e critica tra Governo e opposizioni: «margini di modifica alla Legge di Bilancio, come spiegano a Palazzo Madama, sono limitati poiché  la manovra, che mobilita risorse per oltre 20 miliardi per il 2018, è bloccata dalla sterilizzazione delle clausole di salvaguardia, su cui il governo italiano si è impegnato nei confronti della Commissione europea, e che valgono da sole 15,7 miliardi il prossimo anno». I principali nodi in discussione della Manovra 2018 restano, oltre a pensioni e contratti statali, anche la decontribuzione per i nuovi assunti, gli investimenti, i fondi agli enti locali e le misure per la povertà; rispetto al Decreto fiscale, che contiene parte delle coperture della legge di bilancio, tra i temi oggetto di possibile modifica parlamentare rientra anche la soluzione per fermare la fatturazione delle bollette ogni 28 giorni.



TURI (UIL), “OK ALL’ATTO, ORA VIA AGLI AUMENTI”

A parlare intervistato da Radio Cusano Campus durante Tag24 è Pino Turi, Segretario nazionale Uil Scuola; il rinnovo dei contratti statali anche per i docenti resta il punto di discussione, che segue l’atto di indirizzo presentato ieri per l’area PA del settore scuola. «L’atto di indirizzo licenziato ieri consente all’Aran di convocare i sindacati per il rinnovo del contratto di lavoro del personale della scuola. Si tratta di un atto che, sia nella struttura che nel merito, rappresenta una buona base che può e deve condurre alla sottoscrizione di un contratto bloccato ormai da troppo tempo», spiega Turi al telefono con il programma radiofonico. L’atto è a maglie larghe con scelte che andranno poi verificate e attuate nella trattativa con i sindacati, spiega ancora Turi: «Dovrà essere un contratto vero – mette in chiaro il sindacalista – Dovrà riportare dignità ai lavoratori, ripristinare ruolo e funzione della contrattazione, sia a livello nazionale che di singola scuola, valorizzare il ruolo delle Rsu che rappresentano un presidio di libertà e partecipazione democratica, fondamento di una scuola che è funzione fondamentale dello Stato».

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