RIZZETTO SOSTIENE LA PETIZIONE DEI PRECOCI

Da diverso tempo i lavoratori precoci sono impegnati in una raccolta firme a sostegno di una petizione per chiedere che il ddl Damiano venga discusso alla Camera. Oltre alla Quota 41, il provvedimento prevede anche la flessibilità in uscita a partire dai 62 anni di età. Walter Rizzetto, dalla sua pagina Facebook, ha deciso di sostenere l’iniziativa dei precoci, invitando i suoi followers e amici a non far mancare la loro firma. “La proposta di legge n. 857 sulle ‘pensioni’ è stata ampiamente condivisa. Noi opposizioni abbiamo dichiarato di volerla votare, senza guardare a bandiere e schemi, una buona idea è trasversale, non esclusiva. Vi chiedo una mano: firmare e far firmare questa petizione per i miei amici lavoratori ‘precoci’ che dopo più di 40 anni di lavoro, sudore e contributi non riescono ad andare in riposo”, ha scritto il deputato di Fratelli d’Italia, evidenziando di ritenere che “sia una giusta battaglia da portare avanti e devo dire che i primi firmatari hanno desistito per evidenti timori di partito. Noi, fortunatamente, siamo diversi e non soffriamo di gelosie”.



UIL: LE PRIORITÀ DA DISCUTERE CON IL GOVERNO

Si avvicina l’incontro tra Governo e sindacati a palazzo Chigi e la Uil ha diffuso una breve nota per spiegare che “chiederemo di congelare l’aumento dell’età pensionabile legato all’aspettativa di vita, di intervenire sulle future pensioni dei giovani, di eliminare le disparità di genere che penalizzano le donne e di rilanciare con forza la previdenza complementare”. Si conferma quindi la centralità del tema previdenziale in questo confronto, che riguarderà comunque tutta la Legge di bilancio. Nella nota si evidenzia che “sull’insieme di queste proposte c’è un consenso crescente e diffuso nel Paese, come dimostrato anche dalla straordinaria partecipazione alla mobilitazione promossa nelle ultime settimane da Cgil, Cisl e Uil su tutto il territorio nazionale”. Non resta che vedere se le organizzazioni sindacali riusciranno a vedere soddisfatte le loro richieste.



BOERI SUI LAVORI GRAVOSI

Tito Boeri torna a parlare di pensioni e sicuramente ancora una volta alle sue parole seguiranno delle repliche e dei commenti. Il Presidente dell’Inps si è soffermato in particolare a parlare dei lavori gravosi che hanno un accesso all’Anticipo pensionistico agevolato, chiedendosi se ci siano delle basi scientifiche per parlare di attività gravose. Ha anche detto che le banche dati di Inps, Inail e ministero del Lavoro possono essere utilizzate proprio per chiarire ogni dubbio al riguardo. Quindi ha spiegato che dal suo punto di vista sarebbe giusto arriva a un cambiamento del regime contributivo, di modo che per queste attività venisse chiesto ai datori di lavoro di versare contributi più alti, così da non scaricare sulla collettività i costi del pensionamento anticipato. Boeri ha anche evidenziato che in questo modo le imprese sarebbe spinte a usare meno mansioni di questo tipo. 



LA RITA DIVENTA STRUTTURALE

Le cose saranno forse più chiare dopo l’incontro di giovedì a palazzo Chigi con i sindacati, ma sembra che il Governo sia intenzionato a fare interventi mirati sulle pensioni, allargando la platea dell’Ape social, la cui scadenza resterebbe però al momento fissata alla fine del 2018. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, dunque, l’Anticipo pensionistico agevolato non verrebbe prolungato come quello volontario, cui tra l’altro non si può ancora accedere, per il quale sembra in arrivo una proroga di un anno. Pare invece che possa diventare strutturale la Rendita integrativa temporanea anticipata, ovvero la Rita, cui si potrebbe anche poter accedere se disoccupati da almeno 24 mesi e ad almeno dieci anni da quelli necessari per raggiungere i requisiti pensionistici. Ovviamente la Rita potrebbe essere utilizzata solo da chi ha una pensione integrativa e non da tutti i lavoratori.

CONFSAL CHIEDE INCONTRO CON GENTILONI

Paolo Gentiloni ha convocato Cgil, Cisl e Uil a palazzo Chigi per un incontro sulla Legge di bilancio che si terrà giovedì. La cosa non è piaciuta molto a Franco Giancarlo, che, riporta Adnkronos, ha scritto al Premier segnalando come non sia comprensibile la ragione che l’ha portato a non convocare anche la Confsal, “che, con i suoi 1.400.000 mila iscritti certificati, costituisce la prima organizzazione sindacale autonoma e rappresenta senz’altro quel valore aggiunto di autonomia dalle logiche politiche che riflette il paese reale”. “Se la scelta di limitare il coinvolgimento delle parti sociali alle sole organizzazioni confederali è di natura politica, ovvero imposta da equilibri di parte, ci convochi separatamente e noi ci saremo”, ha aggiunto il Segretario generale della Confsal Vigili del fuoco, che ha anche chiesto al Premier “un suo segnale concreto, un suo cenno di riscontro”.

DI MAIO ALL’ATTACCO DI SALVINI

La Lega Nord da sempre contrasta la Legge Fornero e può anche dire di non aver votato la riforma delle pensioni del 2011. Tuttavia Luigi Di Maio è andato all’attacco di Matteo Salvini, spiegando che “dando la fiducia al governo Gentiloni dopo avercela menata per anni, è una persona non solo inaffidabile ma che si vende per qualche poltrona”. Il candidato Premier del Movimento 5 Stelle, parlando a 105 Matrix è poi dato un ulteriore affondo al leader leghista, allontanando anche l’ipotesi di un’alleanza futura dopo le elezioni: “Se il governo Gentiloni farà un’altra manovra economica come sarà, che non aiuta la sanità, non aiuta le pensioni, non aiuta le famiglie, è anche grazie a Salvini che la settimana scorsa si è venduto per un pugno di poltrone e io con queste persone non voglio avere niente a che fare”, ha infatti detto il pentastellato.

EMENDAMENTO PER STRAVOLGERE IL DDL RICHETTI

Il ddl Richetti deve ancora affrontare il vaglio del Senato, dove però in commissione Affari costituzionali è spuntato un emendamento a prima firma di Ugo Sposetti che cambierebbe di molto il disegno di legge volto a cancellare i vitalizi dei politici. La proposta, spiega Il Corriere della Sera, non solo non prevederebbe la retroattività, come invece nella proposta originaria del deputato del Pd, ma il trattamento previdenziale dei parlamentari, che verrebbe percepito a partire dal compimento dei 63 anni, sarebbe “determinato nella misura corrispondente alla pensione erogata ai deputati del Parlamento europeo”. Sposetti nei mesi scorsi aveva promesso battaglia contro il ddl Richetti e ora sembra stia passando dalle parole ai fatti e all’interno del Partito democratico pare sia in arrivo un nuovo fronte di scontro.

RIZZETTO CONTRO IL BLOCCO DELL’ETA PENSIONABILE “SELETTIVO”

Si avvicina l’incontro tra sindacati e Paolo Gentiloni, previsto per giovedì a palazzo Chigi. Le ultime indiscrezioni di stampa fanno filtrare la volontà dell’esecutivo di procedere al blocco dell’aumento dell’età pensionabile, previsto a partire dal 2019, solamente per le categorie di lavori gravosi individuate tra i criteri di accesso all’Ape social. Si tratta di un’ipotesi che trova in assoluto disaccordo Walter Rizzetto. Il vicepresidente della commissione Lavoro della Camera riconosce che certamente non tutti i lavori sono uguali, ma trova “assurdo, ingiusto, pericoloso ed anacronistico fare ancora delle distinzioni, le stesse cui il Governo sta pensando sul tema del blocco dell’età pensionabile”. Dalla sua pagina Facebook il deputato di Fratelli d’Italia evidenzia come si corra il serio rischi di scatenare una guerra tra le categorie e tra le persone, che oltretutto non avranno certo ricche pensioni d’oro.

“Mi opporrò e ci opporremo in modo drastico a questo pessimo progetto che inevitabilmente farà ancora danni drammatici. L’età pensionabile deve essere abbassata, non alzata; non si creino più lotterie o categorie discriminate a vicenda”, scrive ancora Rizzetto, che si chiede anche come mai quando l’aspettativa di vita era in calo non si sia intervenuti per rivedere al ribasso l’età pensionabile, cosa che avrebbe aiutato anche l’ingresso nel mercato del lavoro. Non resta quindi che vedere quale sarà l’eventuale “apertura” che il Governo vorrà fare nei confronti delle richieste dei sindacati.

MARTINA SULL’ETÀ PENSIONABILE: LAVORI NON TUTTI UGUALI

Maurizio Martina torna a ribadire la necessità di rimandare la decisione sull’aumento dell’età pensionabile in virtù dell’aspettativa di vita. Ospite di Circo Massimo, il programma in onda su Radio Capital condotto da Massimo Giannini, il ministro delle Politiche agricole ha evidenziato che dal suo punto di vista non è in discussione il principio dell’adeguamento, ma occorre introdurre “una gradualità perché non tutti i lavori sono uguali”. Bisognerà vedere se il Governo, nella riunione a palazzo Chigi con i sindacati fissata per giovedì, farà una proposta di questo tipo o se invece verrà esclusa la possibilità di un blocco dell’aumento dei requisiti pensionistici. Oppure se, come ipotizzato nelle ultime ore, il blocco sarà riservato ai lavori gravosi individuati tra i beneficiari dell’Ape social.

APE SOCIAL, IL RIESAME DELL’INPS CON L’AIUTO DEI PATRONATI

Il dato sulle domande accolte per l’accesso all’Ape social che l’Inps aveva comunicato nei giorni scorsi era piuttosto “scoraggiante”. Il ministero del Lavoro ha però fornito all’Istituto nazionale di previdenza sociale dei chiarimenti importanti e Domenico Pesenti, Presidente dell’Inas, il patronato della Cisl, ha fatto sapere che “il ministero del Lavoro e l’Inps si sono impegnati a risolvere al più presto i problemi emersi con le troppe domande di Ape sociale respinte, in molti casi, con motivazioni poco chiare o a causa di procedure farraginose”. Per farlo si avvarranno della collaborazione dei patronati, che dovranno segnalare all’Inps le domande respinte senza una motivazione corretta, di modo che possano essere riesaminate. “Ora ci metteremo al lavoro per far ottenere l’accesso all’Ape sociale a tutti coloro che effettivamente ne hanno diritto”, ha aggiunto Pesenti, secondo quanto riportato da Adnkronos.