Nelle varie questioni inerenti ai contratti statali spicca il discorso relativo agli insegnanti, da troppo tempo una fetta mal messa del mondo del lavoro. Nello specifico, quello che manca al giorno d’oggi sono proprio gli insegnanti di sostegno, una grave pecca per la scuola. Tanto per comprendere a pieno la reale portata del problema, è doveroso fare l’esempio di una regione come il Piemonte in cui, a fronte di 11.186 insegnanti di sostegno, ci sono all’incirca 14.457 bambini e bambine con disabilità. E’chiaro quindi quanto il reparto insegnanti sia in deficit e quanto ci sia bisogno di loro. A farsi portavoce del problema è stata Gianna Pentenero, assessore regionale all’Istruzione. Come riporta il sito internet Termometropolitico.it, l’assessore ha chiesto un aiuto pratico, consistente in ‘corsi universitari per formare un nucleo di insegnanti specializzati proprio nel sostegno’. Una richiesta più che legittima a fronte dei dati che vengono diramati dalle istituzioni e che potrebbe dare una svolta all’intero settore scuola che, al momento, appare decisamente in crisi. (agg. Francesco Agostini)
PARLA L’ANCI
I contratti statali e il loro rinnovo hanno ovviamente un costo che il Governo ha stabilito con la “promessa” delle risorse sbloccate nella prossima Manovra Economica: ma siccome parte di queste risorse potrebbero arrivare da un “recupero” delle spese locali e amministrative, i sindaci dell’Anci vogliono vederci chiaro e nella commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale hanno provato a far sentire le proprie rimostranze. «Chiediamo la creazione di un fondo statale, come previsto dalla legge, anche a fronte di due ulteriori ‘aggravanti’: Il blocco della leva fiscale dei Comuni, che lede un chiaro principio costituzionale e si pone in contrasto con i principi stessi della perequazione. E le maggiori restrizioni alla finanza locale dovute all’istituzione del fondo crediti di dubbia esigibilità e agli oneri per il rinnovo dei contratti: un ulteriore aggravio per il comparto dei Comuni stimabile in quasi un miliardo di euro», spiega il delegato alla finanza locale dell’Anci, Guido Castelli.
LE TRE PROMESSE DEL GOVERNO
I contratti statali e la promessa di rinnovo completo è stata confermata in questi giorni dal Ministro Padoan annunciando le misure e i provvedimenti inseriti nel Def e nella prossima Manovra economica: le cifre sono “limitate” ha ripetuto il responsabile del Mef ma le promesse lanciate sono “mantenute”, almeno sul documento presentato alle Camere ieri pomeriggio. «Il Governo sia impegnato alla “completa sterilizzazione delle clausole di salvaguardia sulle imposte indirette per l’anno 2018; al sostegno degli investimenti, incentivando gli investimenti privati in beni strumentali e immateriali, nonchè‚ allocando maggiori risorse per gli investimenti pubblici delle amministrazioni centrali e locali, anche attraverso, per questi ultimi, l’individuazione delle misure più idonee per consentire un maggiore utilizzo dell’avanzo di amministrazione di ciascun ente per la progettazione e la realizzazione di opere pubbliche», spiega Padoan e l’intero governo nel documento firmato da Pd, Ap e Aut. Povertà e proprio contratti statali sono le altre due voci promesse: «alla promozione dell’aumento dell’occupazione, in particolare a tempo indeterminato per i giovani, mediante nuovi interventi di decontribuzione del lavoro; al potenziamento degli strumenti di lotta alla povertà e all’esclusione sociale, incrementando le risorse destinate a finanziare il reddito di inclusione; al finanziamento delle politiche invariate, inclusive delle risorse per il rinnovo contrattuale del pubblico impiego».