MODIFICHE CHIESTE PER APE SOCIAL E DONNE

I sindacati si sono attivati sul territorio per far conoscere le proposte unitarie presentate al Governo in tema di pensioni. A Bari si è tenuto un attivo unitario regionale nel quale Andrea Falla (Uil Foggia) ha ricordato l’importanza di queste proposte anche per smuovere il mercato del lavoro nel sud Italia, caratterizzato da un’alta disoccupazione, specie giovanile. Il sindacalista ha evidenziato come un obiettivo della piattaforma unitaria sia quello di favorire il turnover generazionale, anche mediante il blocco dell’età pensionabile finalizzato all’avvio di “un tavolo di studio per individuare un nuovo criterio che rispetti le diversità e le peculiarità di tutti i lavori”. Secondo quanto riporta statoquotidiano.it, Falla ha anche ricordato le altre richieste principale dei sindacati, come il riconoscimento ai fini  contributivi dei lavori di cura svolti dalle donne e la riduzione, nell’ambito dell’Ape social, del requisito contributivo da 36 a 30 anni per i lavori gravosi.



PRECOCI IN PIAZZA PER QUOTA 41

I lavoratori precoci sono pronti a scendere ancora una volta in piazza per chiedere che venga approvata la Quota 41, che consentirebbe di poter andare in pensione con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica. Antonina Cicio, sulla pagina Facebook del gruppo Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti ha scritto un post per segnalare l’opportunità di partecipare alle mobilitazioni indette da Cgil, Cisl e Uil a sostegno delle proposte unitarie presentate al Governo in materia previdenziale. “Nonostante la delusione e la rabbia per il poco che si è fatto, specialmente nei confronti di noi precoci”, scrive la Cicio, “io e Roberto Occhiodoro abbiamo pensato che i quarantunisti debbano assolutamente esserci. Invito quindi tutti gli iscritti e i nostri comitati regionali, ad organizzarsi e partecipare alle manifestazioni con le nostre magliette e le nostre bandiere, affinché tutti possano vedere che noi non molliamo neanche di un centimetro”.



LA CRISI DEMOGRAFICA E IL NODO-PENSIONI

Se la riforma pensioni nei prossimi anni avrà buone indicazioni e conseguenze dovrà di certo intervenire anche altri strumenti e misure, visto che a vedere i dati sulla crisi demografica che colpirà l’Italia entro il 2060 non c’è da stare troppo tranquilli. «Il tasso di fecondità in Italia scende e il flusso migratorio netto sarà dimezzato rispetto alle attese. In Italia nel 2060 ci saranno 9 milioni di abitanti in meno del previsto», è l’allarme che anche oggi viene ripetuto sul Corriere della Sera, non lasciando certo stupiti gli addetti ai lavori che da tempo avvertono sui rischi dell’autunno demografico rispetto alle pensioni future. «Con un indice di dipendenza degli anziani in crescita di 8 punti, un dato che fa così sballare tutti i conti»: secondo infatti le stime fatte nell’ultima riforma pensioni, l’aumento graduale dell’età pensionabile avverrà ma non vi sono al momento “scudi” particolari per contrastare questo indice di dipendenza assai preoccupante per l’intero sistema previdenziale e lavorativo dei prossimi 40 anni in Italia. (agg. di Niccolò Magnani)



INPS TOSCANA, CAOS SU PENSIONI ARRETRATE

Secondo quanto riportato oggi da la Nazione, emergono alcuni grossi problemi per alcuni assegni di pensioni erogati per errore a Pontedera e nelle vicinanze: un caso singolare che però rimette al centro le tempistiche di certe cartelle e le richieste da capogiro che lo stesso ente previdenziale poi richiede indietro. «Pioggia di notifiche sui pensionati della Valdera. Mittente: l’Inps. Oggetto: restituzione della pensione o, addirittura, di più pensioni già incassate», scrivono i colleghi della Nazione, evidenziando lo scandalo dietro a questo malfunzionamento della macchina previdenziale. Ci sono infatti delle ‘multe’ che in almeno un paio di casi arrivano a 10mila euro e in uno toccano addirittura i 14mila per aver «riscosso troppo ovvero una cifra più alta rispetto a quella effettivamente dovuta. Alla base dell’operazione – che sta seminando il panico tra milioni di italiani – c’è la volontà dell’ente di recuperare somme erogate per errore dall’Inps», come hanno potuto osservare preoccupati i pensionati della Valdera che hanno denunciato il tutto. «Le somme erogate dall’Inps, non devono essere restituite. Naturalmente se non è ravvisato dolo da parte del pensionato. La Corte di Cassazione, sezione lavoro, con sentenza numero 482/2017 ha dichiarato l’illegittimità della pretesa da parte di Inps di ottenere la restituzione delle somme in eccedenza già versate», spiega Leonardo Peruffo, presidente dell’Aeci (associazione europea consumatori indipendenti). (agg. di Niccolò Magnani)

PRONTO IL MAXI SCIOPERO GENERALE?

Nel convegno dell’Attivo Unitario di Cgil, Cisl e Uil di Puglia venerdì scorso a Bari, i principali protagonisti anche nazionali dei sindacati hanno lanciato il prossimo “programma” per le pensioni e quelle riforme che ancora non convincono appieno le sigle nazionali, specie per la copertura delle risorse. «Qualora il Governo non dovesse ascoltare la voce di lavoratori e pensionati, le tre organizzazioni sindacali sono pronte a mettere in campo ogni iniziativa disponibile, a cominciare da una mobilitazione generale che parta dalle province per arrivare fino al livello nazionale», spiega il comitato nazionale Cisl in una comunicato pubblicato ieri. Intanto il prossimo 14 ottobre ci sarà una mobilitazione davanti alle sedi di tutte le Prefetture d’Italia per rivendicare «la revisione del meccanismo di adeguamento all’aspettativa di vita, il superamento della disparità di genere e la valorizzazione del lavoro di cura, il sostegno alle future pensioni, il rafforzamento della previdenza complementare, la separazione di spesa assistenziale e previdenziale, il ripristino della perequazione», come temi più caldi in campo. (agg. di Niccolò Magnani)

LEGGE FORNERO, I CAMBIAMENTI CHIESTI DAI SINDACATI

Resta forte la richiesta dei sindacati, e non solo, di evitare l’aumento dell’età pensionabile che potrebbe scattare a partire dal 2019. Luigi Pietrosimone, Segretario generale della Fnp-Cisl Abruzzo-Molise, ha ricordato che al Governo non è stato chiesto di cambiare “i caratteri strutturali della riforma Fornero, ma di rivedere alcuni parametri”. termolionline.it riporta le parole del sindacalista che ha quindi evidenziato quelle che sono le richieste sindacali: “Congelare l’età pensionabile, sospendere l’adeguamento automatico dei requisiti di pensionamento all’aspettativa di vita, mantenendo il livello attuale di 66 anni e 7 mesi per la vecchiaia e a 42 anni e 10 mesi per l’anticipo (41 e 10 mesi per le donne fino al 2021)”. Pietrosimone ha ricordato anche l’importanza di riconoscere alle donne un bonus contributivo di un anno per ogni figlio avuto e di incentivare la previdenza complementare, oltre che arrivare a una pensione di garanzia per i giovani.

PROIETTI (UIL): “BLOCCARE LEGAME TRA PENSIONI E ASPETTATIVA DI VITA”

Il segretario nazionale della Uil Domenico Proietti nel corso di un dibattito tenutosi nella giornata di ieri a Bari ha parlato di riforma delle pensioni ed in particolare della questione relativa all’aspettativa di vita che così tanto ha fatto discutere nelle ultime settimane. Proietti ha rimarcato come sia necessario spezzare il legame diretto tra pensioni ed aspettativa di vita ma ha anche ribadito altre questioni da affrontare con il Governo: “Bloccare legame tra pensioni e aspettativa di vita, misura estremamente crudele nei confronti di tanti lavoratori, migliorare le pensioni dei giovani, eliminare le disparità di genere che penalizzano le donne, rilanciare la previdenza complementare e rivalutare le pensioni in essere: questi sono i punti fondamentali e concreti della nostra proposta, che riteniamo di estremo buonsenso oltre che economicamente sostenibili, e su questi temi il governo deve dare risposte precise. Le risorse, infatti, ci sono. Basta avere la volontà politica di destinarle ai lavoratori e alle lavoratrici”.