PADOAN: SISTEMA È SOLIDO, NON PREVEDIAMO RIFORME

Pier Carlo Padoan sembra voler ribadire la volontà del Governo a non retrocedere in tema di pensioni. Intervistato da Cnbc, il ministro dell’Economia ha infatti spiegato che il sistema pensionistico italiano “è già stabile, solido e sostenibile, e non prevediamo grandi riforme”, anche perché, ha aggiunto, “sono state adottate in passato misure” correttive. Come riporta Adnkronos, Padoan ha anche detto che l’agenda delle riforme del Paese andrà avanti, “non solo aggiungendone di nuove, ma anche implementando quelle già varate”. Dunque non sembrano esserci spazi ulteriori di concessioni oltre a quelle già messe sul piatto del confronto con i sindacati. Che a questo punto dovranno decidere il da farsi. Secondo alcuni osservatori, non sarà facile mantenere l’unità sindacale in questo confronto. Non resta che aspettare il prossimo incontro previsto sabato.



NUOVA RICHIESTA PER GLI INSEGNANTI

Come noto, solamente le maestre della scuola d’infanzia, tra le professioni legate al mondo della scuola, rientrano tra i lavori gravosi che possono accedere all’Ape social e che pare saranno esclusi dall’aumento dell’età pensionabile. Per questo i senatori di Sinistra Italiana Fabrizio Bocchino e Alessia Petraglia, insieme a Giuseppe Vacciano del Gruppo Misto, hanno deciso di presentare un Ordine del giorno per impegnare il governo a intervenire su tutta la categoria degli insegnanti, “per correggere le evidenti distorsioni e gli impatti negativi che ben 4 riforme previdenziali ‘al buio’ hanno imposto a questa categoria”. La Tecnica della Scuola riporta parti del comunicato dei senatori, che fanno notare come molti insegnanti, più avanti negli anni, rischiano di essere sottoposti a malattie professionali. Per questo occorre un intervento che vada al di là dell’Ape o di Opzione donna, che comportano una decurtazione della futura pensione.



I SETTE PUNTI DELLA PROPOSTA DEL GOVERNO

Sulle pensioni il Governo ha presentato ai sindacati una proposta in sette punti, che dovranno essere messi per iscritto, con tutti i dettagli, prima del prossimo confronto previsto sabato prossimo. Orietta Armiliato ha intanto utilmente riassunto questi sette punti sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social. Li riportiamo di seguito: “1) l’esenzione dello scatto relativo all’aspettativa di vita per le 15 categorie di lavoratori che svolgono attività gravosa; 2) l’istituzione di un’apposita commissione di studio; 3) la revisione del sistema di calcolo dell’AdV; 4) il potenziamento della previdenza integrativa; 5) il potenziamento del fondo di integrazione salariale; 6) l’impiego delle risorse non utilizzate per l’Ape nel prossimo anno; 7) il riutilizzo delle risorse non utilizzate per i precoci per il 2018”. Non resta che vedere se Cgil, Cisl e Uil accetteranno o meno la proposta.



NUOVO CONFRONTO TRA GOVERNO E SINDACATI

È arrivato un altro rinvio nel confronto aperto tra Governo e sindacati sulle pensioni. L’esecutivo ha detto di aver pronto un piano innovativo incentrato su sette punti e dal valore di 300 milioni di euro. Secondo quanto riportato dal Tg1, il grosso degli interventi riguarderà l’Ape social, con l’ampliamento della platea, anche attraverso l’abbassamento da 36 a 30 degli anni di contributi necessari per aver accesso all’Anticipo pensionistico agevolato. Come emerso nei giorni scorsi, poi, resta l’idea di individuare delle categorie di attività da esentare dall’aumento dell’età pensionabile, con la possibilità di rivedere il meccanismo di adeguamento dell’età pensionabile a partire dal 2021. I sindacati hanno chiesto di poter avere un testo dettagliato delle proposte, anche perché al momento non è chiaro se ci saranno interventi a favore dei giovani e delle donne, oltre che la proroga dell’Ape social di almeno un anno. Le parti si rivedranno sabato 18 novembre per fare il punto forse definitivo.

Dalle dichiarazioni rilasciate dopo l’incontro non emerge grande soddisfazione da parte di Cgil e Uil. Susanna Camusso parla di risposte “ampiamente insufficienti” da parte del Governo, mentre Carmelo Barbagallo evidenzia la mancanza di alcune risposte. Più positiva la Cisl, con Annamaria Furlan che ha detto che “alcune proposte del governo sono molto buone, altre vanno corrette, altre non ci sono”. Da parte sua Giuliano Poletti ha ribadito che il meccanismo che lega l’età pensionabile all’aspettativa di vita è “un pilastro del sistema previdenziale e va salvaguardato”.

L’INVITO SULLE MISURE PER LE DONNE

Tra non molto inizierà a palazzo Chigi l’incontro tra il Governo e i Segretari confederali per fare il punto della situazione dopo una settimana di confronto sul tavolo tecnico relativo all’età pensionabile. Orietta Armiliato, nell’augurare un buon lavoro alle parti, dalle pagine del Comitato Opzione donna social ricorda che “il riconoscimento e la valorizzazione (che non è necessariamente legata al denaro in quanto tale) del lavoro di cura, ci coinvolge tutte indistintamente in un cambiamento culturale e profondo che scardini i consolidati e opportunistici concetti per i quali la donna è la regina del focolare!”.  L’invito è quindi quello di inserire nella Legge di bilancio “una misura che tenga conto di quanto le donne siano state penalizzate e ne riconosca tangibilmente il valore”. In effetti in questi giorni di confronto non si è più parlato di misure previdenziali a favore delle donne. Il “richiamo” di Armiliato non è dunque immotivato.

PETIZIONE CONTRO L’ASPETTATIVA DI VITA

Mentre Governo e sindacati discutono dell’aumento dell’età pensionabile in virtù dell’incremento dell’aspettativa di vita, c’è chi propone di abolire il meccanismo che lega questi due parametri. C’è infatti una petizione online, indirizzata a Sergio Mattarella e Paolo Gentiloni, che si prefigge quest’obiettivo. Al momento le adesioni sono poco più di 17.000, ma c’è da dire che adesso il tema sta diventando molto caldo, dato che il Governo ha fatto capire che intende emanare il decreto con cui far aumentare i requisiti pensionistici di 5 mesi a partire dal 2019. In Parlamento sono già pronti emendamenti per far slittare questa decisione all’anno prossimo, ma non è detto che possano essere recepiti. La petizione è stata creata perché, si legge nel testo della stessa, “le persone devono sapere con certezza quando iniziano a lavorare quale sarà l’età della pensione”.