RACCOLTA FIRME PER L’APE SOCIAL

L’Unione italiana lavoratori agroalimentare (Uila) ha avviato da quasi due mesi una raccolta firme per due proposte di legge di iniziativa popolare da presentare in Parlamento. Una riguarda il sostegno alla genitorialità, mentre l’altra intende migliorare Naspi e Ape social. Su questo secondo punto, l’obiettivo della Uila, con il sostegno della Uil, è quello di rendere strutturale l’Anticipo pensionistico agevolato, di estenderne la platea, comprendendo lavoratori stagionali, operai agricoli e addetti alla pesca, e di far sì che possano bastare 20 anni di contributi per accedervi. lecceprima.it segnala che l’iniziativa è arrivata anche nella provincia pugliese. “Perdita del lavoro, raggiungimento della pensione, genitorialità sono i momenti della vita in cui si è più vulnerabili e bisognosi di tutele. Con questa iniziativa lanciamo una sfida non solo nel merito, ma anche rispetto al metodo, una sfida al mondo politico, una sfida fatta non di contrapposizione ma di proposte concrete, su cui ricercheremo ampia condivisione e sostegno”, sono le parole del Segretario provinciale Uila Mauro Fioretti.



LE RICHIESTE DELLA UIL

In vista del nuovo confronto tra Governo e sindacati sulle pensioni previsto sabato, Domenico Proietti è stato ospite di Tgcom24. Con l’occasione, il Segretario Confederale della Uil è tornato a spiegare che non c’è la volontà di mettere in discussione il meccanismo che lega i requisiti pensionistici all’aspettativa di vita, ma di rivederlo perché la stessa aspettativa di vita varia da lavoro a lavoro. La proposta è quindi quella di istituire una commissione tecnico-scientifica con il compito di studiare le diverse aspettative di vita per poi ricavare delle proposte legislative. Per il sindacalista resta comunque importante continuare a modificare in maniera significativa la Legge Fornero. Per questo, ha detto, bisogna allargare la platea dei beneficiari dell’Ape social, intervenire sulle pensioni future dei giovani e dare una risposta alle donne, che sono le più penalizzate dal nostro sistema previdenziale. Su quest’ultimo punto ha suggerito l’uso della contribuzione figurativa per i lavori di cura e la maternità. 



BOERI INSISTE SUI COSTI BLOCCO ETÀ PENSIONABILE

Tito Boeri torna a esprimere la propria contrarietà a un eventuale blocco dell’aumento dell’età pensionabile, che il Governo non sembra però aver intenzionato di varare. Ciò nonostante, il Presidente dell’Inps ha ribadito che bloccare il meccanismo che lega i requisiti pensionistici all’aspettativa di vita potrebbe costare 140 miliardi di euro da qui al 2040. “Con il rinvio dell’adeguamento dell’età pensionabile alla speranza di vita di cui si sta discutendo si può rompere il meccanismo che ci permette a tutti di vivere senza preoccupazioni”, ha aggiunto Boeri, che ha quindi chiesto di “pensare di più ai bambini nel modo in cui si distribuisce la spesa sociale del Paese”. Su questo tema ha anche voluto evidenziare come “la parte di spesa pensionistica che va ai minori è sempre di meno perché sempre meno pensionati hanno nipoti”. Infine, il Presidente dell’Inps ha anche detto che “gli italiani sono attenti alle famiglie e ai nipoti, ma nelle scelte finiscono per essere fortemente egoisti verso i bambini”.



LE AGITAZIONI DEI METALMECCANICI

I lavoratori metalmeccanici sembrano in alcuni casi essere piuttosto determinati a proseguire la loro protesta “contro le disposizioni aprioristiche del governo su lavoro e pensioni”. Dopo che nei giorni scorsi c’erano state notizie di sciopero nel milanese, il sito di Rassegna sindacale segnala che in provincia di Padova c’è la volontà di portare avanti le agitazioni già avviate in attesa dell’esito del confronto tra Governo e sindacati. Loris Scarpa, Segretario generale della Fiom di Padova, ha spiegato la situazione nelle aziende del territorio e ha ribadito che al centro della protesta c’è anche il fatto che l’industria metalmeccanica non rientra nell’elenco dei lavori gravosi. “Non è accettabile che il governo continui sulla strada della riforma Monti-Fornero, non trovando spazio nella manovra per la pensione di garanzia per i giovani, sempre più soggetti a lavori discontinui e a bassa retribuzione. Inoltre non è più rinviabile il blocco dell’adeguamento dell’aspettativa di vita previsto nel 2019, necessario per giungere definitivamente a un principio di flessibilità e di equità del sistema previdenziale”, fa sapere la Fiom padovana.

COSA CAMBIA CON IL NUOVO METODO SULL’ASPETTATIVA DI VITA

Pur difendendo l’innalzamento dell’età pensionabile in base all’aspettativa di vita, Gianpiero Della Zuanna riconosce che qualche cambiamento si potrebbe fare nell’attuale meccanismo che lega i requisiti pensionistici alla speranza di vita. Il demografo e Senatore del Pd, intervistato da Avvenire, spiega che “si dovrebbe cambiare il meccanismo che oggi calcola l’età pensionabile in base a quanto è salita l’aspettativa di vita in un solo anno rispetto a 2 o 3 anni prima. Ho proposto che il calcolo sia fatto su una media nel biennio, ed è l’idea che il governo sta portando avanti”. Della Zuanna fa un esempio pratico per far capire cosa cambierebbe con questo nuovo sistema: “Se si tenesse conto di questo sistema di calcolo l’aumento dal 2019 sarebbe di 3 mesi e non di 5”.  Il Senatore dem segnala poi la necessità di “incominciare a pensare a un sistema che dopo una certa età preveda ad esempio la possibilità di lavorare part-time e incominciare ad avere una parte di pensione. In certe professioni è oggettivamente difficile restare al lavoro a tempo pieno fino a una certa età”.

LA PROPOSTA DI SACCONI

Maurizio Sacconi boccia la proposta fatta dal Governo ai sindacati sulle categorie da esentare dall’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni prevista a partire dal 2019. “La soluzione del governo parte da un approccio sbagliato e sinceramente mi sembra destinata all’insuccesso certamente dal punto di vista delle ricadute nella società”, ha detto l’ex ministro in un’intervista ad Avvenire. Nella quale evidenzia come la categoria dei lavori gravosi, a differenza degli usuranti, non ha basi scientifiche. Il rischio, dal suo punto di vista, è quella di creare disuguaglianze e divisioni sociali, visto che ci saranno categorie esentate e altre no. Per Sacconi bisognerebbe quindi “riflettere bene e complessivamente sulla rigidità e sulla assenza di transizione della legge Fornero, avvalendoci anche di elaborazioni scientifiche, ma evitando di segmentare la società in categorie e settori in modo discrezionale”.

E occorrerebbe anche un intervento particolare a favore delle donne, prevedendo “il salto di un turno nell’adeguamento dell’età di pensione, cioè porre un rallentamento all’aumento progressivo dell’età per ottenere il diritto a ricevere l’assegno previdenziale”. Una misura che si renderebbe necessaria visto che le donne hanno spesso carriere discontinue, “per cui si vedono impossibilitate ad accedere alla pensione anticipata di anzianità contributiva e spesso si tratta di persone molto esposte alla disoccupazione”. L’ex ministro ha anche ricordato che pur avendo lui stesso varato la legge che lega i requisiti pensionistici all’aspettativa di vita, è con la riforma Fornero che c’è stato un innalzamento repentino dell’età di vecchiaia che ha penalizzato più le donne degli uomini.

ANCHE I VIGILI DEL FUOCO CHIEDONO L’ESENZIONE

Anche i Vigili del fuoco chiedono di essere esentati dall’aumento dell’età pensionabile che scatterà dal 2019.  “Siamo statisticamente conteggiati come normali lavoratori ma in realtà noi vigili del fuoco abbiamo una aspettativa di vita molto inferiore ad altre categorie, a causa dell’esposizione prolungata a fumi e sostanze tossiche, quasi sempre cancerogene, che permeano anche attraverso i pori della pelle, nonostante i notevoli passi avanti fatti con i dispositivi di protezione”, spiega Antonio Brizzi. Il segretario generale del sindacato Conapo chiede quindi al Governo di fare “uno studio mirato sull’aspettativa di vita dei vigili del fuoco e nel frattempo congeli il nostro assurdo aumento automatico dell’età pensionabile”. Dal suo punti di vista, infatti,” Governo e sindacati confederali stanno dimenticando i vigili del fuoco tra le categorie da escludere dall’aumento dell’età pensionabile”.

AIRAUDO: NO A LAVORATORI BANCOMAT

“Basta non si possono usare i lavoratori come bancomat utili solo per mettere a posto i conti pubblici”. È questo il commento di Giorgio Airaudo alle considerazioni della Banca d’Italia sul sistema previdenziale italiano a sostegno della necessità di procedere all’aumento dei requisiti pensionistici in base all’aspettativa di vita. “Solo l’idea di alzare ancora l’età minima per andare in pensione è da irresponsabili”, aggiunge il deputato di Sinistra italiana-Possibile, ricordando che “già oggi in Italia si lavora molto di più che negli altri paesi Ue”. Secondo l’ex sindacalista, l’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni “rischia di ipotecare il futuro di migliaia di giovani in cerca di occupazione e costringere migliaia di persone a lavorare ancora”, occorre pertanto “rinviare in maniera strutturale l’adeguamento automatico e mettere mano alla legge Fornero per permettere a chi ha i requisiti di andare in pensione prima”.