APE SOCIAL, GOVERNO PRONTO A PROPORRE LA PROROGA

Il Governo domani incontrerà i sindacati per cercare di arrivare a un accordo sulle pensioni. Secondo quanto scrive Il Sole 24 Ore, l’esecutivo potrebbe cercare di mettere sul tavolo la proposta di prorogare l’Ape social al 2019, visto che diversamente scadrebbe alla fine del 2018. Questo in alternativa all’esenzione dei lavori gravosi e di altre categorie dall’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni, visto che i numeri della Cgil dicono che saranno in pochi i lavoratori interessati. I sindacati potrebbero in ogni caso chiedere di ampliare la platea dei beneficiari dell’Ape social, ma potrebbero non trovarsi compatti e uniti nell’accettare la proposta. Non resta quindi che vedere se effettivamente il Governo farà questa mossa e nel caso quale sarà la risposta dei sindacati.



APE SOCIAL, LE RICHIESTE DELLA FILT-CGIL

Continuano le richieste delle diverse categorie per entrare a far parte dei lavori gravosi che non solo hanno accesso all’Ape social, ma saranno tra quelle esentate dall’aumento dell’età pensionabile a 67 anni previsto a partire dal 2019. La Filt-Cgil fa sapere che ci sono diverse attività che rientrano nel settore dei trasporti che andrebbero tutelate. “Ci riferiamo al mondo complesso del facchinaggio, che comprende molteplici e differenti attività nei porti, negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie e nei centri logistici, alla navigazione delle acque interne e lagunari, del tutto assimilabile per disagio e responsabilità alle mansioni dei marittimi che richiedono analoghe competenze certificate, agli addetti agli impianti di risalita, che svolgono la loro attività spesso in condizioni climatiche proibitive, fino agli addetti alle pulizie dei treni”.



BARUFFI CONTRO BOERI

Come capita praticamente ogni volta che apre la bocca, non sono mancate nemmeno in questo caso le repliche a Tito Boeri. Davide Baruffi sul suo profilo Facebook ha voluto precisare che nessuno ha mai chiesto di bloccare l’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita fino al 2040. “In secondo luogo, come verificato a più riprese in questi anni su numeri molto più piccoli (vedi salvaguardie o opzione donna), il margine di errore delle previsioni di Boeri è imbarazzante già su numeri piccoli e nel breve termine: non oso pensare su grandi numeri nei prossimi 20 anni”, scrive il deputato del Partito democratico, che conclude il suo post con un affondo: “L’unica vera anomalia, a parte l’uso di numeri farlocchi per fare terrorismo, è che Boeri è presidente dell’Inps: usare quella carica istituzionale (pagata coi soldi dei lavoratori) per fare propaganda politica è una cosa sbagliata”.



APE SOCIAL, GILDA LA CHIEDE PER TUTTI I DOCENTI

Dalla Gilda degli Insegnanti arriva la richiesta al Governo “di estendere l’Ape social a tutti i docenti”, visto che al momento solamente le maestre delle scuole d’infanzia possono accedervi. Il coordinatore nazionale Rino Di Meglio lancia anche una proposta per sgravare dalla fatica dell’attività i docenti prossimi alle pensione: “Negli ultimi 5 anni precedenti la cessazione dal servizio, gli insegnanti potrebbero essere impiegati in attività di tutoraggio dei colleghi più giovani. Si tratta di un’operazione che non comporterebbe alcun onere aggiuntivo per lo Stato perché basterebbe attingere dall’organico funzionale. Inoltre, si potrebbe concedere la possibilità di cumulare metà pensione e part time a tutti i docenti che si trovano nell’arco dei cinque anni dal raggiungimento del requisito pensionistico”. Di Meglio evidenzia anche che questa soluzione, già adottata in altri paesi, libererebbe anche cattedre a tempo parziale, aiutando l’ingresso di insegnanti giovani.

GUTGELD REPLICA A KATAINEN

Dura replica di Yoram Gutgeld a Jyrki Katainen. L’altro giorno il vicepresidente della Commissione europea aveva infatti detto che la situazione dei conti pubblici italiana non era migliorata e che sarebbe stato un bene per i cittadini conoscere il reale stato delle cose. “Non accetto lezioni da un signore che insinua che i politici italiani stanno mentendo, che nega un miglioramento evidente dei conti e dell’economia in una situazione francamente non facile”, ha detto il commissario alla Spending review in un’intervista a Il Corriere della Sera. Nella quale ha fatto anche un esempio pratico, legato al tema delle pensioni. “Katainen è un esponente politico che porta avanti la sua linea. Certo, noi abbiamo questo sport di autoflagellarci che influenza anche la percezione degli altri. L’opinione degli italiani sull’Italia è molte volte peggio della verità. Faccio un esempio: il costo della macchina pubblica italiana (al netto delle pensioni e degli interessi), quest’anno sarà dell’1% del Pil sotto quello della Germania”.

SALVINI ANCORA CONTRO LA LEGGE FORNERO

Matteo Salvini torna a scagliarsi contro la Legge Fornero. Il leader della Lega ha infatti condiviso sulla sua pagina Facebook un servizio di Matrix, in cui si racconta la storia di un uomo che a 66 anni deve ancora lavorare in un cantiere, nonostante la fatica e il dolore che gli è provocato dall’artrosi. Al termine del servizio si sente l’uomo che spiega come in effetti abbiano ragione i politici a dire che la vita media degli italiani si sta allungando, ma a suo modo di vedere quel tempo in più deve essere trascorso a riposarsi, non certo a lavorare ancora. Sulla pagina Facebook di Salvini il video appare “incorniciato” in una grafica in cui nella fascia superiore le foto di Matteo Renzi, Elsa Fornero e Paolo Gentiloni sono accompagnate, oltre che dal logo del Pd, anche dalla scritta “Avete riempito l’Italia di dolore”.

Nella fascia inferiore, invece, si legge “A 66 anni deve ancora lavorare in cantiere con l’artrosi”. Che è la medesima frase con cui comincia il post di Salvini cui il video è allegato: “A 66 anni non può ancora andare in pensione, ed è costretto a lavorare in cantiere con l’artrosi! Follia pure! Confermo il mio sacro impegno a cambiare, come primo atto del prossimo governo, la sbagliata, immorale, devastante legge Fornero, che fa crepare chi dovrebbe riposare e, allo stesso tempo, ruba il futuro ai giovani che rimangono disoccupati”. Come noto, anche Silvio Berlusconi si è recentemente espresso contro la riforma delle pensioni del 2011. Dunque è molto probabile che una revisione della Legge Fornero entri nel programma di un’eventuale coalizione di centrodestra alle prossime elezioni.

LAVORI GRAVOSI, RICHIESTA PER TUTTI GLI INSEGNANTI

Una mozione per far sì che la Regione Marche si impegni a chiedere al Governo di far sì che tutti i livelli di insegnamento possano rientrare nei lavori gravosi che hanno diritto di accedere all’Ape social e che dovrebbero essere esentati dall’aumento dell’età pensionabile a 67 anni previsto a partire dal 2019. A presentarla è stato la Vicepresidente del Consiglio regionale Marzia Malaigia. A darne notizia è Orizzonte scuola, che ricorda come la proponente sia una docente. Non è la prima volta che viene avanzata una proposta di questo genere, soprattutto da parte di chi appartiene al mondo della scuola. Al momento, infatti, solamente le insegnanti della scuola d’infanzia fanno parte della categoria dei lavori gravosi e questo aveva fatto storcere non poco il naso ad altri docenti, visto che esistono non pochi dati sul fenomeno del burnout cui rischiano di andare incontro.

LA DOMANDA APERTA PER IL CENTRODESTRA

Matteo Salvini vuole cancellare la Legge Fornero ed è pronto a farlo anche insieme al Movimento 5 Stelle. Per questo Simona Vicari si chiede cosa ne pensino al riguardo le forze moderate del centrodestra. La senatrice di Area popolare, secondo quanto riporta ilfogliettone.it, ha affermato: “Salvini è stato molto chiaro. Immaginando una riforma di portata così rilevante assieme ai grillini scarica, di fatto, il gruppo dirigente moderato del centrodestra che, da sempre, sul tema la pensa in modo diametralmente opposto alla Lega. Mi pare una contraddizione troppo ingombrante per essere glissata. Ai moderati del centrodestra chiedo: siete d’accordo?”. Vicari spiega poi la posizione di Ap sulle pensioni: “Noi da forza responsabile e moderata siamo sì per la risoluzione di alcune criticità, come la questione degli esodati, non certo per uno stravolgimento di una riforma il cui effetto sarebbe di riportarci di decenni indietro con un grave danno alle finanze pubbliche e alle tasche dei cittadini che così sarebbero di nuovo costretti a pagare più tasse”.