L’AUSPICIO DI DAMIANO

A palazzo Chigi è cominciato il confronto tra Governo e sindacati sulle pensioni. Secondo quanto riferisce il sito di Rainews, per l’esecutivo oltre a Paolo Gentiloni sono presenti Pier Carlo Padoan, Giuliano Poletti e Marianna Madia. Cgil, Cisl e Uil sono rappresentati dai rispettivi Segretari generali. Dalla sua pagina Facebook Cesare Damiano esprime l’auspicio che il confronto porti a un risultato positivo: “Ci auguriamo che si giunga a un accordo unitario i cui contenuti andranno inseriti nella Legge di Bilancio. Per noi è fuori discussione il valore del tavolo di confronto che ha già dimostrato la sua validità, nel settembre scorso, con la sottoscrizione del verbale sulla previdenza. Verbale che ha consentito di inserire nell’ultima legge di Bilancio importanti provvedimenti come quelli dell’Ape sociale, del cumulo gratuito dei contributi e della quattordicesima dei pensionati”, ha scritto l’ex ministro del Lavoro.



L’OFFERTA DEL PD A MDP

Nel centrosinistra il Pd continua a cercare un’alleanza con Mdp. Secondo quanto scrive Repubblica, Matteo Renzi potrebbe mettere sul piatto anche un impegno per far slittare l’aumento dell’età pensionabile a 67 anni previsto dal 2019. L’ex Premier potrebbe proporre di rinviare il decreto per l’adeguamento dei requisiti pensionistici all’aspettativa di vita all’anno prossimo, cosa che si potrebbe fare con un semplice emendamento alla Legge di bilancio. Tuttavia, scrive il quotidiano romano, “l’obiettivo sarebbe un rinvio dello scalino del primo gennaio 2019. Quanto costerebbe? I conti sono già stati fatti: la sospensione, anche temporanea, dell’adeguamento dei requisiti di pensionamento all’aspettativa di vita, mantenendo l’attuale livello di 66 anni e 7 mesi per il biennio 2019-2010, costerebbe – secondo i calcoli dello stesso governo – circa 6 miliardi, mentre se si trattasse di un solo anno la spesa sarebbe dimezzata a circa 3 miliardi”.



ELSA FORNERO: BISOGNA PENSARE AI GIOVANI

L’agenzia Dire ha raccolto alcune dichiarazioni di Elsa Fornero a margine del Forum delle risorse umane a Milano. L’ex ministra del Lavoro ha detto che in tema di pensioni occorre “non pensare sempre che da una parte ci siano le persone e dall’altra gli equilibri finanziari, perché gli equilibri finanziari vogliono dire equilibri fra le generazioni e quindi sbilanciare questi equilibri vorrebbe dire caricare di debiti i giovani e le generazioni future”. Dal suo punto di vista, poi, i politici dovrebbero recuperare una logica di più lungo termine per garantire le generazioni più giovani, anche se questo non è facile visto che “queste generazioni non votano”. L’avvertimento di Elsa Fornero è chiaro: “Più promettiamo alle generazioni che sono in vita e più carichiamo di oneri quelli che sono oggi giovani oppure ancora bambini oppure ancora non nati”.



LA LOTTA DEI SINDACATI EDILI

In Toscana Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea Cgil si preparano allo sciopero nazionale del 18 dicembre con mobilitazioni sul territorio. I sindacati dell’edilizia non chiedono solamente il rinnovo del contratto di settore, ma hanno rivendicazioni anche in tema di pensioni. I segretari generali regionali Ernesto D’Anna, Simona Riccio e Giulia Bartoli hanno illustrato le loro richieste, che comprendono anche il potenziamento del fondo integrativo per il pensionamento anticipato, “dando la possibilità a chi svolge lavori gravosi di andare in pensione prima e creare così occasioni di lavoro, di qualità, per tanti giovani”. gonews.it riporta le dichiarazioni dei sindacalisti, che promettono di battersi “per avere un sistema previdenziale che garantisca una pensione dignitosa per i tanti lavoratori edili che hanno avuto una storia contributiva discontinua e che hanno in prospettiva una speranza di vita più bassa ed invece hanno il diritto di godersi la pensione e non rischiare la vita ogni giorno”.

GHISELLI RASSICURA BOERI E KATAINEN

Lo studio della Cgil sulle proposte del Governo ai sindacati in tema di pensioni continua a far discutere. Roberto Ghiselli, sulla sua pagina Facebook, ha scritto un post in cui rassicura il Vicepresidente della Commissione europea Katainen e il Presidente dell’Inps Boeri, spiegando che possono dormire sonni tranquilli, visto che “la prossima legge di bilancio non manderà in dissesto il sistema previdenziale italiano”. Il Segretario confederale della Cgil ha quindi ricordato che “i nostri calcoli evidenziano che sarà la modica cifra di 61 milioni (in tre anni) quella che il Governo è intenzionato ad indicare come spesa aggiuntiva per la previdenza e saranno solo 4.300 i lavoratori che, in un anno, potranno beneficiare del blocco dell’età di pensione. Quando dalla propaganda mediatica si scende nel concreto alcuni conti non tornano veramente, quelli dell’equità sociale!”.

BERLUSCONI RILANCIA LE MINIME A 1.000 EURO

Silvio Berlusconi è stato ospite della puntata di Porta a porta ed è tornato a parlare della sua proposta di portare le pensioni minime a 1.000 euro. Per l’ex Premier una misura di questo tipo rappresenta un fatto di giustizia e un intervento del genere costerebbe 7 miliardi di euro, una cifra calcolata da Renato Brunetta. “È un fatto di assoluta giustizia nei confronti dei pensionati che hanno visto le loro pensioni dimezzate nel loro valore dall’entrata dell’euro”, ha aggiunto il leader di Forza Italia. Il quale non esclude affatto un’alleanza con la Lega Nord. E dunque il programma comune che potrebbe nascere potrebbe avere un capitolo non irrilevante dedicato alla previdenza, considerato che Matteo Salvini è tornato a criticare la Legge Fornero, promettendo un suo cambiamento in caso di vittoria alla elezioni.

I DATI CGIL SULLE PROPOSTE DEL GOVERNO

L’ufficio previdenza della Cgil ha compiuto un’analisi sulla proposta che il Governo ha presentato ai sindacati in tema di pensioni. I risultati dicono che l’esenzione dall’aumento dell’età pensionabile a 67 anni riguarderà soltanto 4.305 persone, pari al 2,18% delle uscite per pensionamento anticipato di vecchiaia. Nello specifico si tratta di 3.639 lavoratori del settore privato e 666 di quello pubblico. Nello studio viene evidenziato tra l’altro come solamente due delle sette misure facenti parte della proposta dell’esecutivo comportino degli impegni economici nel triennio 2018-2020. Nello specifico, le esenzioni dall’aumento dell’età pensionabile costeranno 46.066.611 euro, a partire solamente dal 2019. Le misure sulla previdenza complementare dei dipendenti pubblici invece incideranno per 11.500.722 euro a causa delle minori entrate Irpef per lo Stato, e per 4.272.840 euro per la percentuale a carico del datore di lavoro pubblico. Dunque l’intero pacchetto proposto dal Governo ha un costo di poco superiore ai 61 milioni di euro in tre anni.

Questi numeri fanno dire a Roberto Ghiselli che “gli impegni sottoscritti l’anno scorso con il sindacato sono stati sostanzialmente disattesi”. Per questo il Segretario confederale della Cgil si augura “che l’esecutivo sabato prossimo consegni un documento con dei contenuti profondamente diversi da quelli illustrati nei precedenti incontri su giovani, donne, previdenza complementare e aspettativa di vita”. Diversamente, per il sindacalista la Cgil non potrà che “dare continuità e intensificare” la propria mobilitazione.

LE RICHIESTE PER LE SEGRETERIE NAZIONALI DI CGIL, CISL E UIL

I vertici provinciali di Cgil, Cisl e Uil di Udine, insieme a 235 delegati, si sono riuniti oggi a Pasian di Prato per affidare alle segreterie nazionali il compito di fermare l’aumento dell’età pensionabile a 67 anni previsto dal 2019 e fare in modo che si tenga conto delle diverse aspettative di vita delle varie professioni. Come riporta Il Diario di Udine, i segretari territoriali Renata Della Ricca e Valentino Bertossi (Cisl), Ferdinando Ceschia (Uil) e Natalino Giacomini (Cgil) hanno evidenziato i danni che la Legge Fornero sta causando sull’occupazione giovanile, ricordando altresì che l’Ape social varata lo scorso anno va nella giusta direzione, ma riguarda ancora un numero troppo limitato di lavoratori. I rappresentanti dei sindacati hanno inoltre ricordato la necessità di un riconoscimento ai fini contributivi del lavoro svolto dalle donne in ambito familiare.