GIOVANI E DONNE ASSENTI DA PROPOSTE GOVERNO
Sembra che sia la mancanza di proposte su giovani e donne a non aver portato ancora all’accordo tra Governo e sindacati sulle pensioni. Lo si intuisce dalle dichiarazioni di Susanna Camusso e Carmelo Barbagallo. E anche dalle indiscrezioni sugli interventi messi sul tavolo dall’esecutivo. Si è parlato di estendere l’esenzione dall’aumento dei requisiti pensionistici alle 15 categorie individuate anche alle pensioni di anzianità e non solo a quelle di vecchiaia. Si è proposto di istituire un fondo in cui far confluire i risparmi di spesa per prorogare l’Ape social. Inoltre, spiega il sito del Sole 24 Ore, si è ipotizzato di rivedere il meccanismo di adeguamento dei requisiti pensionistici all’aspettativa di vita non solo considerando le variazioni di ogni biennio, ma ponendo anche un tetto di tre mesi a ogni futuro rialzo. Proposte che però non sono bastate a convincere tutti i sindacati.
APE SOCIAL, PER CAMBIARLA ANCHE UNA RACCOLTA FIRME
La Uila ha avviato recentemente una campagna nazionale per una raccolta firme su due proposte di legge che intende intervenire sul sostegno alla genitorialità, sulla Naspi e sull’Ape Social. Secondo quanto riporta Agenparla, Mauro Vizzino, Presidente della Commissione ambiente del Consiglio regionale della Puglia, ha annunciato che intende aderire a questa campagna. Per quanto riguarda l’Anticipo pensionistico agevolato, l’obiettivo dell’Unione italiana lavoratori agroalimentare è quello di renderlo strutturale, di estenderne la platea dei beneficiari, comprendendo lavoratori stagionali, operai agricoli e addetti alla pesca, e far sì che possano bastare 20 anni di contributi per accedervi, contro i 36 ora necessari. Di certo una spunta importante, quella di Vizzino, all’iniziativa del sindacato, che proseguirà in diverse città italiane.
LE NUOVE PROPOSTE DEL GOVERNO
L’incontro tra Governo e sindacati sulle pensioni è momentaneamente sospeso. I vertici sindacali sono infatti riuniti per valutare la proposta che l’esecutivo ha presentato. Secondo quanto riporta Adnkronos, ai sindacati è stato dato un documento in tre cartelle con le proposte aggiornate, in particolare per quel che riguarda le categorie da esentare dall’aumento dell’età pensionabile a 67 anni prevista dal 2019. Nello specifico, le 15 categorie di lavori gravosi individuate avrebbero un’esenzione non solo per le pensioni di vecchiaia, ma anche per quelle di anzianità. Sul tavolo sarebbe stata messa anche la disponibilità a prorogare l’Ape social, mediante l’istituzione di un fondo cui far confluire gli eventuali risparmi rispetto alle risorse stanziate. Vedremo quale sarà la risposta di Cgil, Cisl e Uil, che potrebbero anche fare valutazioni molto diverse tra loro, rompendo il fronte unitario sindacale.
PANZARELLA (FENEALUIL): “APE SOCIALE? INSUFFICIENTE PER RISULTATI”
Mentre il Governo sta incontrando le parti sociali a Palazzo Chigi per cercare di trovare soluzioni condivise sul delicato tema delle pensioni, in queste ore sono arrivate diverse dichiarazioni di esponenti sindacali tese ad evidenziare i punti cruciali sui quali andare ad intervenire. Il segretario generale della FenealUIl, Vito Panzarella, ha rimarcato i risultati assolutamente insufficienti ottenuti dall’Ape sociale: “L’Ape social è stata una prima risposta che ha rotto finalmente un tabù: i lavori non sono tutti uguali, la fatica non è tutta uguale, per cui l’uscita non può essere uguale per tutti. Ma è stata una risposta positiva dal punto di vista del principio, non dal punto di vista dei risultati, che sono stati assolutamente insufficiente perché il lavoratore edile per potere usufruire dell’Ape social deve avere 63 anni di età, 36 di contributi, e 6 anni lavorativi continuativi negli ultimi sette. Queste soglie vanno abbassate”.
PROIETTI (UIL): “CHIEDIAMO DI ALLARGARE PLATEA”
Quella odierna è una giornata fondamentale per la riforma delle pensioni con il Governo presieduto dal Primo Ministro Paolo Gentiloni che incontra le parti sociali per limare alcune divergenze su temi previdenziali specifici. Una riunione a cui prende parte anche il Segretario Confederale della Uil, Domenico Proietti il quale ha fatto diramare una nota sul sito ufficiale del sindacato per evidenziare quelle che sono le richieste della stessa Uil: “In vista dell´incontro con il Governo di domani, la Uil ribadisce la necessità di ampliare la platea dei lavoratori ai quali non si applicherà l’aumento di accesso alla pensione per l’aspettativa di vita, estendendo il blocco anche alle pensioni di anzianità, e di ampliare l’ape sociale 2018 a nuove categorie di lavori gravosi, prorogandola anche per il 2019. Bisogna, poi, prevedere un intervento più esteso per eliminare le disparità di genere che penalizzano le donne e delle misure che flessibilizzino l’accesso e sostengano la pensione dei giovani, riducendo i paletti oggi presenti nel sistema”.
INTERROGAZIONE SULL’ASPETTATIVA DI VITA
È sempre più probabile che l’età pensionabile verrà portata a 67 anni a partire dal 2019. Il Governo ha ribadito la volontà di non fermare l’aumento dei requisiti pensionistici in virtù dell’aspettativa di vita se non per alcune categorie di lavoratori, partendo dai cosiddetti lavori gravosi. Non è da escludere tuttavia che il confronto con i sindacati, atteso oggi, non porti alla fine ad aumentare la platea degli “esonerati”. Maurizio Bianconi però non ci sta e critica l’Istat, che ha fornito il dato sull’aspettativa di vita che serve da base per l’incremento futuro dell’età pensionabile. Il deputato del gruppo misto ha quindi deciso di presentare un’interrogazione urgente al Premier Gentiloni e al ministro Poletti “per sapere come intendano dipanare l’imbroglio dei conteggi fasulli sull’età media della, mai abbastanza vituperata, Legge Fornero”.
Nel testo dell’interrogazione Bianconi fa notare che all’inizio del 2017 l’Istat “rendeva noto che la speranza di vita media per gli italiani si era abbassata di 6 mesi e veniva notato che ciò accadeva per la prima volta, dopo gli esiti della Prima guerra mondiale”. Per il deputato è importante “mettere in luce come oggi inopinatamente si parli di un dato statistico di segno completamente opposto, al fine dell’ innalzamento dell’età pensionabile”. Bianconi aggiunge che “la questione appare di rilevante gravità perché ci fa interrogare – quantomeno – sulla oggettiva attendibilità dei dati statistici recenti, peraltro funzionali ad un risparmio di spesa pubblica”. Vedremo quale sarà la risposta degli esponenti del Governo.
RIZZETTO “PROMUOVE” QUOTA 41
Fratelli d’Italia ha organizzato a Viterbo una serie di incontri al Caffè letterario, cui ha partecipato anche Walter Rizzetto. tusciaweb.it riporta alcune delle parole del vicepresidente della commissione Lavoro della Camera riguardo il tema delle pensioni. “Dopo 41 anni di lavoro le persone non ce la fanno più, ma non possono andare in pensione, perché rispetto alla Fornero e all’aspettativa di vita, non è ancora il momento. È una manovra, da abbattere totalmente”, ha spiegato Rizzetto, chiarendo che a suo modo di vedere quando c’è stato il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo si è commesso un errore: si sarebbe dovuto stabilire un limite minimo di contributo con il quale poter decidere di andare in pensione, prendendo un po’ meno. Il deputato di Fratelli d’Italia ha anche ricordato che le carriere discontinue che sta caratterizzando questi anni porterà a pensioni basse nel futuro specialmente dei più giovani.
BOCCIA: PIÙ ATTENZIONE AI GIOVANI
Vincenzo Boccia non ha dubbi: bisogna mettere al centro dell’attenzione il lavoro, in particolare dei giovani. Durante l’assemblea pubblica degli industriali in corso A Salerno, il Presidente di Confindustria ha detto di non comprendere bene “perché da un lato si mettono sul piatto 300 milioni di euro per le pensioni, mentre non si riescono a trovare 5 milioni per raddoppiare la dotazione degli Its, che rappresentano il futuro, la scuola, la formazione”. Secondo quanto riporta Il diario del lavoro, Boccia ha spiegato che occorre “equità generazionale e noi lavoreremo anche per questo”. Dal suo punto di vista è necessario “far intervenire i nativi digitali nel mondo del lavoro e costruire un progetto di vita per i nostri giovani, in particolare quelli del Mezzogiorno”. Già in passato il leader degli industriali si era espresso contro interventi sulle pensioni nella Legge di bilancio.