Siamo ancora a questo punto: dopo mesi di discussioni, ancora non vi sono piene certezze sul rinnovo dei contratti statali senza intaccare il bonus da 80 euro del Governo Renzi-Gentiloni. Ancora questa settimana, in attesa dei nuovi tavoli all’Aran di domani e dopodomani, si discute sulla possibile beffa di un aumento stipendiale con alcune fasce di reddito “fregate” dall’incrocio-scontro tra gli 85 euro di aumento e gli 80 del bonus. Ad oggi, con il Governo che ha più volte cercato di allontanare questa possibilità, se un lavoratore riceve l’aumento e supera la soglia dei 26.600 euro di reddito si ritrova la perdita sostanziale del bonus Irpef. Per questo il governo Gentiloni ha deciso di metterci una sorta di pezza «ritoccando le soglie di accesso al bonus anche se, secondo alcune simulazioni fatte nei giorni scorsi dal Sole24Ore, alcuni impiegati statali con redditi intermedi rischiano comunque di essere beffati e di perdere buona parte dello sconto fiscale di cui godono oggi», come riporta Panorama alla vigilia del nuovo tavolo sui rinnovi statali.
ANIEF, LA BEFFA DEGLI ARRETRATI
Il prossimo 22 novembre scatta l’ora X per il nuovo tavolo di rinnovo dei contratti statali all’Aran con le varie sigle nazionali sindacali (impegnate in questi giorni con nuovi incontri invece sulle pensioni). I rischi e i temi sul tavolo restano gli stessi, con l’Anief che torna all’attacco sul comparto specifico del mondo scuola che vedrebbe a forte rischio il rimborso degli arretrati per il 2016-2017 in merito alle nuove misure della riforma Madia. La perdita media a lavoratore risulta al netto dell’indennità di vacanza contrattuale: la conferma arriva da un’analisi, realizzata dal sindacato Anief, del disegno di legge con maxi-emendamento del Governo appena approvato. Secondo quanto riporta AgenParl, «Incrociando questi dati con quelli del disegno di legge n. 2960, risulta che le somme da destinare agli statali sono davvero esigue». L’Anief infatti si dice certo che i dipendenti statali potrebbero perdere fino a 3500 euro per gli arretrati non “riconvertiti” per le nuove misure: «di fronte a un allargamento della platea al personale Ata di ruolo e al personale docente precario (da Anief reclamato al Tar Lazio), ovvero a 1,1 milioni di dipendenti, dovrebbe sapere che la suddivisione di tali risorse per 13 mensilità per il solo 2018 aumenterebbe di 36 euro la quota mensile pro capite. Quindi, l’incremento sarebbe appena superiore ai 100 euro».
FORZE ARMATE, PROBLEMI SULLA QUATTORDICESIMA
Con il ritrovato tavolo sul rinnovo dei contratti statali, anche il comparto della Sicurezza ha avanzato le proprie importanti richieste in vista dell’aumento degli stipendi e il generale rinnovamento della Pubblica Amministrazione. In particolare, il tema quattordicesima è quello che ancora prevale tra le file militari: «gli 85 euro lordi e medi non soddisfano nessuno, specialmente il comparto sicurezza per il quale c’è da considerare il parametro della specificità del ruolo. Ed è proprio per questo motivo che il Cocer propone di riconoscere alle Forze dell’Ordine un’indennità annuale per la specificità del ruolo, pagata verso la metà di ogni anno (a giugno)», si legge nelle richieste avanzate dal Cocer (Consiglio Centrale di Rappresentanza Miliare). Non solo, le Forze Militari chiedono anche la conferma del bonus sicurezza di 80 euro netti che per ora ancora non è stato confermato in Manovra Economica: le risorse sono sempre il vero rebus e il Cocer non è per nulla certo che la PA possa arrivare a soddisfare tali richieste minime. Il via libera dal Tesoro ad oggi è messo in forte dubbio e, come accade per i colleghi della Sanità o della Scuola, i tavoli da qui a fine 2017 saranno decisivi per provare a giocare la partita del recupero fondi e della conferma, quantomeno, delle promesse iniziali in sede di riforma Pa.