Arriva dall’Europa la polemica del Movimento 5 Stelle contro il governo italiano sul fronte dei precari nella Pubblica Amministrazione (e non solo), appena dopo le parole del Ministro Madia sulle “ultime limature allo sblocco dei precari storici”: «In Italia 2,4 milioni di lavoratori hanno un contratto a tempo determinato. Sono troppi. L’Italia non rispetta le direttive europee che obbligano gli Stati membri a non discriminare tra i lavoratori a tempo determinato operanti del settore pubblico e quelli nel privato e ha di fatto consegnato le vite dei cittadini nel precariato perenne calpestando sistematicamente i diritti dei lavoratori», spiega l’eurodeputato grillina Eleonora Evi, commentando l’audizione sui precari italiani. Per il Movimento 5 Stelle nel pubblico come nel privato la situazione è «allarmante. I tribunali italiani ed europei hanno da tempo sollevato la questione, nell’immobilismo totale della Commissione Europea che continua a temporeggiare sull’assunzione di provvedimenti sanzionatori contro l’Italia e a tutela dei diritti dei lavoratori. Buona Scuola, Jobs Act e Riforma Madia sono i fallimentari provvedimenti proposti dall’Italia per risolvere la situazione». 



SCONTRO GOVERNO-SINDACATO SUL RINNOVO

Lo scontro sul fronte contratti statali tra il governo e i sindacati non lo scopriamo certo oggi, anche se a mano a mano che la Manovra Economica prosegue il suo iter in Parlamento, viaggiando verso un’approvazione entro fine 2017, la discussione sulle risorse del fronte rinnovo si assottigliano e si fanno dunque più spinose. I sindacati temono infatti che la vicenda del Bonus Irpef possa effettivamente saltare per alcune categorie di reddito tra i lavoratori pubblici: il segretario Fic-Cgil, Francesco Sinopoli, spiega che «il dilatarsi dei tempi del confronto rischia di finire per creare preoccupazione e seminare dubbi sulla reale volontà del governo di fare il contratto». Il Pd in realtà non vuole creare un autogol clamoroso come quello di smontare il Bonus Renzi faticosamente guadagnato con iter parlamentari solo che si ritrova nello stallo di non riuscire a coprire tutte le risorse necessarie per gli aumenti stipendiali della Pa, o almeno questo è quello che accusano i sindacati. All’Aran e dal ministro Madia si attendono le risposte a tono per chiarire definitivamente questa lunga e faticosa vicenda contrattuale. 



TURI (UIL): “PIÙ EQUITÀ E RITORNO ALLA COSTITUZIONE”

Continua il pressing dei sindacati sul fronte Scuola e Pubblica Amministrazione, con il rinnovo dei contratti sempre al centro delle discussioni, specie per la questione risorse-stipendi che ancora ad oggi è tutto un mistero per le tempistiche e gli effettivi numeri dell’aumento. È intervenuto anche la Uil con una breve nota di Pino Turi, segretario confederale, in cui viene richiesta maggiore equità e una “sveglia” generale per arrivare all’accordo: «in questi mesi la scuola ha pagato un prezzo salatissimo alla crisi, il contratto dovrà ribaltare la situazione, è una questione di equità, deve risolvere la citazione genetica che ha introdotto la legge 107 e tornare alla scuola della nostra Costituzione». I sindacati in generale spingono anche per riportare gli stipendi del personale scolastico sulla “linea” di quelli europei: ora tocca all’Aran mediare col governo e capire fino a che punto si possa trovare una correzione/rivisitazione delle cifre messe in campo dalla Manovra. 



OGGI NUOVO VERTICE ARAN-SINDACATI SCUOLA

Si tiene oggi il nuovo tavolo all’Aran sul rinnovo dei contratti statali per il settore della Pubblica Amministrazione legata al mondo scolastico: come spiega la nota di Flc Cgil, al nuovo vertice forse decisivo per capire le sorti degli aumenti stipendiali in busta paga da gennaio 2018, si dovrà parlare di molte vicende in sospeso. «Sul tavolo delle trattative le vicende legate al personale Ata, compresa la clausola che noi di Flc Cgil ci siamo sempre battuti, ovvero la dicitura “fino all’avente diritto” sui contratti a termine». Il Mef ha di recente annunciato come sia al momento impossibile procedere con la conferma dei contratti per i supplenti e anche su questo punto si assisterà ad un probabile scontro tra le sigle sindacali e il Governo, rappresentato proprio dall’Aran. L’incontro è previsto alle ore 10 con i sindacati che promettono battaglia per ottenere cifre migliori sugli aumenti (ma Padoan ha già escluso ogni possibilità di rivedere per ora i conti della Manovra): «è una questione di dignità del lavoro di circa 200mila colleghe e colleghi che ogni giorno si impegnano per far funzionare le istituzioni scolastiche, a beneficio della collettività», scrive ancora la nota Cgil. 

LINEE GUIDA CCNL PER LA SCUOLA

L’atto di indirizzo per il rinnovo del contratto scuola è stato presentato dall’Aran negli scorsi giorni e le discussioni previste oggi dovranno per forza partire dalle prossime nuove linee guida del CCNL, indicate proprio all’interno dello sforzo prodotto da Ministero Pa e Aran. In particolare, la scuola dovrà avere una contrattazione integrativa nazionale con cadenza triennale e potrà in questo modo riguardare la disciplina dei trasferimenti del personale, i passaggi di ruolo e le relative utilizzazioni e assegnazioni provvisorie. Come anticipa la Tecnica della Scuola, nelle linee guida verrà dato maggiore risalto alla «contrattazione di istituto, che andrà “valorizzata”, in particolare, per quanto riguarda i criteri per l’impiego delle risorse del fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, anche se è esplicitamente inteso che sarà necessario garantire “l’adeguato” finanziamento delle attività di recupero degli studenti».