Ha preso il via l’esame dei tanti emendamenti alla Manovra Economica nella V Commissione Sanità al Senato e sul banco degli temi più caldi non sono certo mancati i rinnovi dei contratti statali anche per il comparto salute della Pa. E le novità al momento non certo rosee: tra accordi sul fumo, le piramidi dei ricercatori, il bonus bebè e le tante misure pronte da inserire in Legge di Bilancio, gli aumenti dei contratti potrebbero non avere tutte le coperture dovute. A pensarla così sono alcune fonti parlamentari pubblicate dal Quotidiano Sanità: «E le risorse per il rinnovo dei contratti? Non ci sono, ammettono a questo punto con rammarico le nostre fonti. Ricordiamo che per dare il via al rinnovo, oltre alla quota già accantonata dalle Regioni, lo Stato dovrebbe investire circa 600 milioni. Il rischio che i contratti restino totalmente fuori dalla ‘partita’ è dunque concreto. Tanto più che, al di fuori dei componenti della Commissione Sanità, sembra che nessuno in Commissione Bilancio abbia neanche accennato l’argomento». Resta da capire se vi siano margini, esattamente come per la Scuola e il Comparto Centrale, per poter rientrare nelle coperture o se si dovrà tornare al tavolo con i sindacati e cambiare di nuovo la proposta, con l’evidente e prevedibile alzata di barricate che potrebbe generarsi.



NODO RISORSE ANCHE PER I RICERCATORI

In attesa di sbloccare la trattativa per il rinnovo dei contratti statali, il ministro della Funzione pubblica Marianna Madia firmerà una circolare che renderà operative le norme inserite nella riforma del pubblico impiego, tra cui l’assunzione di 50 mila precari. Una delle novità rilevanti riguarda i ricercatori, una categoria su cui il ministro ha voluto porre un’attenzione in più. La circolare, visualizzata in anteprima dal Messaggero, spiega che la stabilizzazione sarà la più ampia possibile. Per risolvere il problema delle risorse, inoltre, si starebbe spendendo con il ministero dell’Economia affinché inserisca nella legge di bilancio le risorse necessarie per consentire le assunzioni. D’altra parte, ci sono tutti gli altri dipendenti pubblici che auspicano la stessa attenzione nei loro riguardi, visto che quello delle risorse è un nodo che si prova a sciogliere da diverso tempo, ma senza successo. (agg. di Silvana Palazzo)



AUMENTI STIPENDI PA: MILITARI E POLIZIA, ECCO LE CIFRE

Stanno emergendo le prime vere cifre di aumento stipendiale per alcuni comparti della Pubblica Amministrazione, mentre è ancora in corso la fase di trattative sui contratti effettivi: stando alle tabelle di Messaggero Economia pubblicate il 24 novembre, le somme che da gennaio 2018 dovrebbero arrivare nelle buste paghe delle Forze dell’Ordine italiane hanno notevoli differenze tra loro, anche perché vengono giustamente calcolate rispetto ai tanti/pochi arretrati rimasti dal recente passato. Ad esempio, per i corpi di polizia l’aumento medio è di 660 euro mentre per i militari si tratta di circa 610 euro in più in busta paga con la prima mensilità di gennaio 2018. Come spiega in maniera approfondita Firenze Post in un focus sugli aumenti “militari”, «Gli arretrati si ottengono applicando a tutte le mensilità del 2016 e del 2017 i rispettivi importi: si arriva quindi sempre per i corpi di polizia a circa 138 euro per il primo anno e a 419 per il secondo, che si sommano una tantum all’aumento mensile. Tra le Forze armate gli aumenti relativamente più consistenti toccano alla Marina e ai militari delle Capitanerie di porto, il cui livello retributivo è in media un po’ più alto in conseguenza della struttura del personale: nell’ambito dei corpi di polizia sono leggermente più elevate le somme – sempre medie – che andranno a Guardia di Finanza e Carabinieri».



PRECARI, MADIA: “LIMATURE PER LO SBLOCCO-RINNOVO”

L’annuncio dato ieri sera dal Ministro Madia, dopo giorni di silenzio, è di quelli importanti all’interno della maxi partita di rinnovo dei contratti statali: «Ultime limature per la circolare che detterà le linee guida alle amministrazioni pubbliche per l’assunzione dei precari storici, ovvero coloro che hanno maturato tre anni di lavoro degli ultimi otto». Durante la presentazione del libro “L’impresa pubblica in Italia e i sevizi per i cittadini”, il ministro della Pubblica Amministrazione ha annunciato che la circolare sarà pronta per i primi giorni di dicembre, probabilmente, pronta ad aiutare gli enti a stendere i vari piani per le stabilizzazioni che dovranno partire dal gennaio 2018 per coprire tutto il triennio successivo fino al 2020. È una conferma di quanto la stessa Madia aveva sostenuto in Audizione alla Camera, «per raggiungere i requisiti richiesti per l’assunzione, chi ha oggi un contratto a tempo determinato potrà far valere anche i periodi passati con altre tipologie di rapporto di lavoro, come ad esempio la collaborazione». In ballo ci sono circa 50 mila stabilizzazioni: ora si attendono novità anche per il rinnovo di tutti gli stipendi Pa, anche perché su questo le complicazioni sono ben maggiori…