PENSIONATI USATI COME BANCOMAT

Il Professor Carlo Manacorda non ha dubbi: in Italia i pensionati vengono usati come bancomat. Intervistato da Torinoggi.it, il docente di Economia presso l’ateneo del capoluogo piemontese spiega che “il nostro è un Paese molto strano, che spende tranquillamente 25 miliardi per salvare la banche, ma non trova quei pochi soldi per mettere a posto alcune pensioni e permettere alle persone di abbandonare il posto di lavoro al momento giusto”. Una prova di ciò la si può trovare, a suo modo di vedere, nel fatto “che in questi ultimi anni sono avvenuti fatti molto strani: a cominciare dalla legge Fornero, che bloccava l’automatismo della perequazione delle pensioni, adattandole al costo della vita. La riforma bloccava questo adeguamento e i provvedimenti sono stati impugnati. La Corte Costituzionale ha dato ragione a chi ha fatto ricorso”.



MODIFICA APE SOCIAL PER LE DONNE A DICEMBRE

Il Governo ha presentato l’emendamento per inserire nella Legge di bilancio le proposte sulle pensioni scaturite dal confronto con i sindacati. Tuttavia Giuliano Poletti ha fatto sapere che la modifica dell’Ape social mirata a favorire le donne sarà fatta dopo il 30 novembre, perché “impegna le risorse residue non utilizzate” rispetto a quelle stanziate l’anno scorso per l’Anticipo pensionistico agevolato. Per questo fino alla Conferenza dei servizi, prevista per il 30 novembre, la norma su questo punto non potrà essere fatta. Intanto Il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, e il segretario confederale, Domenico Proietti, hanno incontrato le capogruppo di Mdp e di Mdp al Senato, Cecilia Guerra e Loredana De Petris, per parlare proprio dell’emendamento presentato dal Governo alla Legge di bilancio in tema di pensioni. I sindacalisti hanno chiesto ai parlamentari di lavorare perché il provvedimento sia approvato e migliorato sulla base di alcune indicazioni che, come Uil, abbiamo offerto al dibattito parlamentare”.



DAMIANO: PADOAN NON CEDA AI RICATTI DELL’UE

Secondo Cesare Damiano occorre fare qualcosa di più per il futuro pensionistico dei giovani, partendo dall’abbassamento o dall’eliminazione della soglia prevista per accedere alla pensione anticipata a 63 anni, pari a circa 1.300 euro mensili. “Se, come viene sempre spiegato, chi ha cominciato a lavorare dal 1996 avrà un calcolo dell’assegno pensionistico basato sulla restituzione dei contributi versati, ridimensionare o togliere questa ‘ghigliottina’ sarebbe a costo zero. Infatti, se in pensione si va prima, la pensione sarà più bassa”, ha spiegato l’ex ministro del Lavoro. Che lancia poi un messaggio al ministro dell’Economia: “Sappiamo che il ministro Padoan ha dimostrato una certa sensibilità sul problema dei giovani: allora accetti di affrontare questo argomento respingendo i ricatti degli emissari di Bruxelles che continuano a considerare la previdenza come un problema contabile e non come un tema sociale. La fase delle pensioni-bancomat per coprire il debito dovrebbe essere finita, dopo l’enorme salasso realizzato dal Governo Monti”.



L’EMENDAMENTO SU OPZIONE DONNA

Nonostante venga ingiustamente accusata di opporsi alla proroga di Opzione donna, Orietta Armiliato ha contattato la Senatrice Patrizia Bisinella per avere una conferma sul fatto che l’emendamento alla Legge di bilancio di cui è firmataria, e che mira proprio alla proroga di Opzione donna, sia stato giudicato ammissibile. La senatrice, componente del Movimento Fare con Flavio Tosi), ha detto alla Armiliato: “Le confermo che il nostro emendamento è risultato ammissibile e che siamo riuscite a segnalarlo fra quelli all’attenzione di governo e relatori. Significa che in effetti è tra quelli che ha buone chance di passare, e a quel punto anche passare poi in Aula, perché la questione sollevata è ritenuta importante e giuridicamente e finanziariamente sostenibile. Bisogna però ancora attendere passaggi conclusivi che avverranno nei prossimi giorni, con il voto in commissione. Questo è lo stato attuale”. Parole che sono state riportate sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social.

LE PAROLE DI PADOAN

Pier Carlo Padoan è convinto che la sinistra debba impegnarsi non solo per chi è debole oggi, ma anche per chi potrebbe esserlo domani, come i giovani. Il ministro dell’Economia, intervistato da Repubblica, ha quindi ricordato che “la voce di spesa pubblica per le pensioni è quella che più è aumentata negli ultimi anni, mentre altre voci sono scese. Le pensioni non sono quelle che hanno sofferto di più, mentre la disoccupazione giovanile resta troppo alta. Per i giovani bisogna fare di più, sempre di più”. Dunque dal suo punto di vista quanto fatto sulle pensioni dal Governo è qualcosa di sinistra, perché “la sostenibilità delle finanze pubbliche riguarda le generazioni future, che oggi sono più deboli. Capisco che è scomodo ricordarlo ma è il mio compito. E rinunciare all’adeguamento dell’età alla speranza di vita avrebbe fatto saltare parametri che la Commissione europea ritiene fondamentali per il contenimento del debito”.

Padoan ha anche ricordato che “abbiamo trovato una soluzione per permettere a chi svolge lavori gravosi di andare in pensione prima di altri. Quindi la trattativa con i sindacati è stata positiva”. Inoltre, “modificheremo anche l’algoritmo che lega l’aspettativa di vita biologica e all’età pensionabile. Mi rammarico che questa soluzione sia stata accolta solo da due sindacati su tre, ma la spesa pensionistica è cruciale”. In vista dell’iter parlamentare della Legge di bilancio e delle possibili modifiche che saranno proposte, il ministro ha sottolineato che “bisogna rispettare i saldi di finanza pubblica che sono nella nota di aggiornamento del Def approvati a maggioranza assoluta dal Parlamento. Le istituzioni internazionali e i mercati continuano a guardarci con grande attenzione”.

GLI ERRORI DEL GOVERNO SECONDO SACCONI

“Reputo un errore la opinabile segmentazione della società che emerge dal pacchetto pensioni del governo”. È quanto scrive Maurizio Sacconi in un post su www.amicidimarcobiagi.com. L’ex ministro del Lavoro critica in particolare le categorie di lavori gravosi individuate per essere esentate dall’aumento dei requisiti pensionistici, in quanto non c’è alcuna elaborazione scientifica alle loro spalle. “Quale lavoratore non è portato a ritenere di avere avuto un lavoro stressante come una maestra d’asilo? In questo modo si accentuano le sperequazioni già prodotte dalle norme di favore per giornalisti, bancari, esodati ed altri”. Dal suo punto di vista, quindi, sarebbe stato “necessario introdurre il rallentamento dell’età di vecchiaia per tutte le donne adulte e, in prospettiva, caricare sullo Stato i contributi figurativi per comportamenti attivi ritenuti socialmente rilevanti come la procreazione, la cura degli altri, la formazione”.

MAESTRI (PD): PROROGARE APE SOCIAL AL 2019

Patrizia Maestri rispetta la scelta della Cgil di criticare le proposte del Governo in tema di pensioni e non nasconde che avrebbe voluto che l’esecutivo avesse fatto qualche passo in più per consentire un accordo unitario, magari rinviando al 30 giugno 2018 la decisione sull’aumento dei requisiti pensionistici. La deputata dem su Facebook spiega che comunque in Parlamento si darà da fare per cercare di migliorare il pacchetto governativo. “In particolare: riteniamo necessario prolungare e rendere strutturale l’Ape Sociale almeno fino al 2019 verificando la possibilità che le nuove categorie inserite nei lavori gravosi (agricoli, siderurgici, marittimi e pescatori) vi possano accedere; che i contributi figurativi riconosciuti alle lavoratrici siano di 1 anno per ogni figlio (fino a un tetto di 3); che ai giovani che avranno le pensioni liquidate con il sistema contributivo venga abbassato (da 1,5 a 1,2 volte il minimo pensionistico) il limite che consente l’accesso alla pensione”