IN ARRIVO PRE-PENSIONAMENTI FINO A 7 ANNI

Un emendamento alla Legge di bilancio approvato al Senato consentirà alle imprese, nel periodo tra il 2018 e il 2020, di prevedere piani di esubero del personale con il prepensionamento dei lavoratori in possesso dei requisiti per ottenere la pensione entro i successivi sette anni, contro i quattro previsti oggi. Lo spiega Italia Oggi, chiarendo che il costo di questi maxi-scivoli sarà in ogni caso a carico delle imprese. In pratica con questo emendamento viene ampliata una disposizione prevista dalla Legge Fornero riguardante i rapporti di lavoro. Le imprese potranno, d’accordo con i sindacati maggiormente rappresentativi, utilizzare questa possibilità, versando all’Inps le risorse necessarie all’erogazione ai lavoratori di una prestazione pari alla pensione cui avrebbero diritto al  momento della risoluzione del rapporto di lavoro e all’accredito dei contributi figurativi fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione.



CGIL: NESSUNO STRAPPO CON CISL E UIL

La Cgil ha espresso un giudizio sulle proposte del Governo in tema di pensioni diverso da quello di Cisl e Uil. Ciò nonostante non si respira aria di “strappo” tra le confederazioni. Tanto che Susanna Camusso, durante l’attivo torinese della sua Confederazione, stando a quanto riporta Il diario del lavoro, ha detto: “Registro che Cisl e Uil dicono che questa vertenza è ancora aperta e questo mi fa pensare che ci sia la possibilità di incontrarsi di nuovo”. Parole che vengono accolte con piacere da Carmelo Barbagallo, il quale, stando a quanto riporta Adnkronos, ricorda che “noi non abbiamo mai causato alcuno strappo e ci siamo adoperati anche in quelle difficili ore a Palazzo Chigi per tenere saldo il filo unitario, puntando su risultati di merito che siamo riusciti ad ottenere. Non bastano, è vero, ma è il massimo possibile che si potesse ottenere in quel momento”.



INCONTRO TRA CISL E GRUPPI PARLAMENTARI

Gigi Petteni ha guidato la delegazione della Cisl che ha incontrato i gruppi parlamentari di Partito democratico, Movimento 5 Stelle, Mdp e Gruppo Misto. “Abbiamo riscontrato molta attenzione e disponibilità nei confronti della posizione espressa della Cisl sui temi del lavoro e della previdenza. Abbiamo concordato che continueremo questo confronto per approfondire meglio le questioni che la Cisl, come sempre nella sua autonomia, ha posto alle forze parlamentari”, ha detto il Segretario confederale della Cisl. Il quale, stando a quanto riporta Agenparl, ha espresso anche soddisfazione per l’emendamento “che ha tradotto in legge una parte importante del documento del Governo condiviso dalla Cisl, sulle modifiche all’aspettativa di vita, riconoscendo la maggiore gravosità di tanti lavori. Ora si tratta di proseguire su questo percorso, attraverso l’approvazione di un ulteriore emendamento che il Governo presenterà per applicare gli altri punti del documento sulle pensioni, che riguardano l’estensione dell’Ape sociale e una maggiore flessibilità in uscita”.



LA CRITICA DI FELTRI A BERLUSCONI

Vittorio Feltri non risparmia delle critiche a Silvio Berlusconi, viste le sue proposte di interventi per gli anziani, compreso l’aumento delle pensioni minime a 1.000 euro. “Complimenti al Cavaliere che si preoccupa della terza età e ha in animo di farla campare in modo decente. C’ è solo un problema che egli deve risolvere. Dove va a prendere i soldi per incrementare il reddito dei poveracci?”, scrive su Libero il direttore. “Pertanto chiediamo a Silvio Berlusconi una cosa semplice: non aumenti le prebende di tutti gli sfigati, pur meritevoli di sostegno, con le palanche di chi ha sganciato i contributi alla Previdenza, cioè l’ente che per contratto è costretto a restituire fondi a coloro che, togliendo quattrini dal proprio stipendio, hanno foraggiato la stessa Previdenza e non hanno debiti con la gente dalle cui tasche non è mai uscita una lira. Caro Cavaliere se lo metta in testa: l’Inps è roba nostra, di noi lavoratori, non sua, e ha l’obbligo di renderci quanto ci ha sottratto nel corso della vita in fabbrica o negli uffici, e non quello di fare la carità a cani e porci”, sottolinea Feltri.

LE PAROLE DI ENZO CIGNA

Enzo Cigna è tornato a evidenziare quelli che sono le principali carenze nelle proposte avanzate dal Governo in tema di pensioni. “Noi avevamo chiesto accorgimenti seri su una pensione di garanzia nel sistema contributivo per i giovani, e delle risposte al mondo delle donne, che con la ‘Fornero’ vedono drasticamente peggiorare il proprio requisito pensionistico in soli 5 anni, passando dai vecchi 60 anni ai 67 nel 2019. Quest’ultima è un’equiparazione con gli uomini che le donne non possono sopportare, in ragione del lavoro di cura che molte svolgono in famiglia, che non è solo l’accudimento dei figli, ma anche dei genitori anziani, dei portatori di handicap, cose del tutto ignorate da Palazzo Chigi”, ha detto il Responsabile Previdenza pubblica della Cgil intervenendo a Radio Articolo 1.

Il sindacalista ha posto l’accento sull’importanza di interventi per i giovani, visto che in futuro rischiano di avere una pensione piuttosto esigua. Se poi la disoccupazione resta alta, ci sarà un problema di sostenibilità del sistema, dato che è a ripartizione e occorre il versamento dei contributi previdenziali da parte dei più giovani. Cigna ha quindi ricordato che “da anni la Cgil ha elaborato una proposta di pensione di garanzia nel sistema contributivo che riguarda i quarantenni di oggi, che hanno iniziato a lavorare nel ’96. Il punto-chiave è che dobbiamo costruire un meccanismo di solidarietà all’interno del sistema contributivo che è assente, perché la costruzione del proprio montante è individuale, cioè quello che tu avrai fatto sarà la pensione che percepirai. Di questo, abbiamo discusso per mesi, ma nel rush finale il governo ha detto no: è un grave errore, nel momento di assumersi delle responsabilità l’esecutivo ha fatto dietrofront non rispettando gli impegni”.

BERLUSCONI, “ABBIAMO I FONDI PER GARANTIRE LA MINIMA A 1000 EURO”

Un Berlusconi di nuovo completamente in sella alla sua “anti-Leopolda” a Milano ha rilanciato non solo sulla prossima campagna elettorale, ma anche sul tema chiave delle pensioni cercando di intercettare la fascia di anziani e prossimi alla pensione imbufaliti col Pd e col governo dopo le ultime decisioni in tema di aumento dell’età pensionabile. «Non solo aumenteremo la pensione minima ai mille euro ma adegueremo al valore dell’euro anche le altre pensioni», spiega Berlusconi alla convention Idee Italia. «I fondi per riuscirci? Abbiamo fatto i conti e ce la possiamo fare»; non si limita a questa promessa ovviamente, avanzando per gli anziani alti provvedimenti da lanciare nell’ipotetico prossimo governo di centrodestra, «agli anziani daremo anche tante altre cose, come le cure per l’odontoiatria, le cure per gli occhi, studieremo facilitazioni per i trasporti, e tante cose ancora». (agg. di Niccolò Magnani)

ETÀ PENSIONABILE, PER GLI INSEGNANTI RESTA A 67 ANNI

Il Governo ha confermato l’allargamento della platea-pensioni che avranno diritto all’Ape social ma per il mondo scuola arriva la (scontata) delusione: i docenti sono infatti per ora esclusi, di ogni genere e grado. Per loro dunque si prospetta il temuto futuro: età pensionabile che resta a 67 anni, per ora, senza alcuna speranza di una diminuzione. Possono però ancora sperare in una diminuzione le mamme insegnanti, come del resto tutte le donne lavoratrici con figli: il ministro Poletti ha infatti anticipato che sta pensando assieme all’Esecutivo un sistema per “scontare” i contributi delle mamme lavoratrici, come ha ribadito ancora negli scorsi giorni. «Per le donne con figli  verrà quantificata una riduzione dei contributi per le pensioni dal momento che le loro carriere professionali spesso risultano meno lineari di quelle dei loro colleghi maschi». (agg. di Niccolò Magnani)